Il figlio undicenne dell'«orco» piange ricordando in aula la madre uccisa

Il figlio undicenne dell'«orco» piange ricordando in aula la madre uccisa Alle Assise di Benevento l'uomo che massacrò moglie figlio e nuora Il figlio undicenne dell'«orco» piange ricordando in aula la madre uccisa Ha detto di non sapere chi ha compiuto la strage, poi è scoppiato in lacrime - La Corte si è riservata di decidere sulla concessione della perizia psichiatrica per l'agricoltore Izzo (Nostro servizio particolare) Benevento, 3 novembre. L'interrogatorio di Giglio, il bimbo, unico appartenente alla famiglia Izzo che viva in libertà fuori dal carcere, e la lotta fra gli avvocati della difesa e quelli della Parte Civile intorno alla concessione della perizia psichiatrica, hanno caratterizzato la seconda udienza del processo all'* orco » di Montesarchio e a suo Aglio Carmine. Nell'invocare l'esame del perito sul suo difeso, l'avv. Aldo Macolino ha osservato: «Questo è il quesito che io vi pongo: "Agostino Izzo è totalmente o parzialmente sano di mente? Lo era al momento del delitto? E' soltanto la psichiatrìa che può spiegarvi alcuni punti interrogativi fino a questo momento non chiariti da alcuni" ». Assai più efficace è stato il difensore quando, alludendo alla Bellentani ha esclamato: «Allorché per un delitto commesso da una signora In pelliccia di ermellino, si è richiesta una perizia di duemila pagine per dimostrare soltanto che esistev un accenno di tubercolosi in un bisavolo della imputata, signori della Corte avete il dovere di fare effettuare una perizia psichiatrica su Agostino Izzo, data la mole dello spaventoso delitto commesso da costui ». L'avv. Franco Fusco, rappre sentante il padre e la zia del la giovane Jolanda — nuora dell'* orco » — costituitisi Parte Civile, si è opposto sostenendo che la perizia è solo una manovra, anzi un disperato tentativo per salvare l'imputato. La Corte, dopo essorsi ritirata in camera di Consiglio decideva di ascoltare nella prossima udienza (fissata per il giorno 9) il medico di Montesarchio, Pantaleone Maffeo, cui si deve il certificato — esibito dalla difesa — ove si afferma che nel '57 Agostino Izzo soffriva di disturbi neurovegetativi. L'atmosfera è divenuta nuovamente tesa, di commozione però, quando è stato chiamato a deporre Giglio, il piccolo di 11 anni, affidato dal Tribunale di Benevento e un Orfanotrofio di Roma. Il bambino giunto insieme a un istitutore, si è alzato dalla panca ove assiste al processo, ed è venuto verso il banco dei giudici. Parlando piano con voce esile, ha detto: «Il 15 gennaio (giorno della tragedia) andai a scuola alle 8 e quando tornai verso mezzogiorno mio padre mi disse che la mamma, mio fratello Francesco e mia sognata Jolanda, erano andati a Apollosa. La sera dello stesso giorno andammo a letto verso le ore 18 o 19 io e mio fratello Carmine. Noi dormivamo nella stessa stanza di mio padre. Poco dopo anche mio padre venne a dormire». Giglio aveva appena terminato, quando gli avvocati della Parte Civile gli hanno chiesto se sapeva chi fosse stato l'uccisore della madre e del fratello. Il piccolo a questo punto è scoppiato in pianto. Il presidente e alcuni giudici dominando a stento la commozione nanno taciuto per lasciarlo calmare. Poi quando il pianto si è placato, il bimbo ha risposto. «Non so chi ha ucciso mia madre, mio fratello e mia cognata. So soltanto che spesso mia madre e mio padre litigavano. Mia madre chiedeva sempre denaro a mìo padre che diceva di non averne. ìlio fratello Francesco prendeva le parti di mia madre, mentre mia cognata Jolanda e l'altro mio fratello Carmine sì mantenevano estranei >. Il resto della lunghissima udienza, terminata a notte fatta, è stato dedicato a vari testimoni. Fra essi vi era quell'Andrea Covino che udì Tizzo accusare il figliolo Carmine di correità nella strage. Covino ha riconfermato la grave deposizione. c. g. l2

Luoghi citati: Apollosa, Benevento, Montesarchio, Roma