L'avaro e tetro agricoltore narra come massacrò la moglie, Il figlio e la nuora a colpi d'ascia

L'avaro e tetro agricoltore narra come massacrò la moglie, Il figlio e la nuora a colpi d'ascia Alle assise di Benevento l'uomo che servi ■ nazisti nei campi di sterminio L'avaro e tetro agricoltore narra come massacrò la moglie, Il figlio e la nuora a colpi d'ascia Agostino Izzo è imputato con il secondogenito Carmine - Compi la strage perché la consorte, angariata, minacciava di andarsene con le altre due vittime portando via la sua dote - Dopo il delitto nascose i cadaveri in posti diversi - L'abietta figura dell'assassino che è stato denominato 1' « Orco di Montesarchio » - Oggi verrà chiesta una perizia psichiatrica (Dal nostro inviato speciale) Benevento, 2 novembre. E' cominciato stamane, dinanzi alle Assise, il processo all'agricoltore Agostino Izzo, accusato di avere ucciso a colpi d'ascia la moglie Filomena Cavuoto, il figlio Francesco e la nuora Jolanda, e di averne nascosti i cadaveri trasportandoli in spalla uno alla volta di notte, mentre infuriava una tormenta di neve. Si trova nella gabbia, x-lcino all'lezo, il figlio Carmine, imputato degli stessi delitti. I fatti accaddero il H gennaio del '58 nel comune di Montesarchio, precisamente nella borgata di Tufara, detta cosi da alcune cave di tufo, ove appunto vennero trovali i corpi di due delle tre vittime. L'arresto del padre e del figlio fu eseguito dai carabinieri il 18 febbraio, cioè trentadue giorni dopo la scomparsa delle tre persone poi trovate uccise. La sentenza di rinvio a giudizio afferma che movente del triplice omicidio sarebbe stato un dissidio nato fra Vizzo e sua moglie, avendo questa scoperto da alcune lettere una relazione fra il marito e uno. donna di nazionalità tedesca tuttora residente in Germania. Vizzo per poter fare dei risparmi e accrescere la sua piccola proprietà — come poi fece — nel 'io si era arruolato volontariamente nei reparti di lavoratori civili militarizzati che prestavano servizio in Germania. In Germania Vizzo rimase cinque anni e il suo contegno fu ritenuto meritevole dalle autorità naziste che — secondo voci diffuse nel suo paese — gli affidarono compiti di fiducia nei campi dove venivano rinchiusi e sterminati i cittadini colpevoli di non essere < ariani ». Per questo motivo, quando nel dopoguerra Vizzo ritornò con una notevole somma e acquistò altro terreno, il suo passato al servizio dei torturatori della « Gestapo » e il suo carattere di uomo chiuso, diffidente, aspro e violento, gli crearono intorno una compatta barriera di ostilità; egli era chiamato « l'orco della Valle », dal nome del luogo dov'era la sua fattoria. Il figliolo Francesco, avendo subito una grave deformazione della gamba destra per la caduta da un ponte, anziché dedicarsi al lavoro nei campi, si era specializzato in ebanisteria aprendo- tino bottega. Sposato con una giovane di un vicino paese, Jolanda Francesca, egli era rimasto però ad abitare nella fattoria avendo ottenuto dal padre l'uso di alcune stanze. Ma subito erano nati l primi urti perche l'Agostino aveva imposto al figlio il pagamento di diciottomila lire mensili — somma enorme per quella zona — sostenendo che il denaro gli occorreva per costruire un'altra casa da dare al secondogenito Carmine per quando si fosse anch'egll ammogliato. L'urto con la moglie, con il figlio Francesco e con la nuora aveva diviso la famiglia in due partiti: Carmine si era schierato con il padre. A un certo ounto la tensione era divenvuta ta'a e i maltrattamenti alla moglie così gravi che Filomena Cavuoto, pur continuando a vivere sotto lo stesso tetto, si era trasferita nell'appartamento del figlio sposato. Poi, rivoltasi ad un avvocato, aveva fatto conoscere al marito il suo proposito di dividersi legalmente per riavere la sua dote e trasferirsi con il figliolo Francesco e la nuora nell'abitato di Tufara. Fu questa la causa dell'eccidio. Furente innanzi la prospettiva di perdere gran parte del terreno e vedersi lasciato dalla moglie, egli pensò di vendicarsi. Recatosi da un arrotino fece affilare una grande ascia e dopo aver atteso che il figlioletto Giglio di undici anni fosse uscito per recarsi a scuola e Francesco per andare alla bottega, assalì di sorpresa la moglie, uccidendola. Quindi, sempre servendosi della stessa arma, assassinò la nuora. Quando il primogenito ritornò per l'ora di pranzo, nascostosi dietro l'uscio, lo massacrò. Poi nascosti i corpi sotto delle fascine disse a Giglio che la mamma, il fratello e la cognata si erano recati ad Apollosa — comune di provenienza della Jolanda Francesca — e, per evitare che in paese nascessero dei sospetti, gii ingiunse di no» andare più a scuola e di recarsi a far pascolare le pecore in una località solitaria. Il corpo del figlio fu trovato da un pastore, Eugenio Rotondi, Il 4 marzo. Era stato lanciato in un pozzo vuoto e profondo, ma la pioggia caduta ininterrottamente per alcuni giorni lo aveva fatto salire su e galleggiare. Il corpo della moglie dell'Izzo venne trovato dal cane di un cacciatore, Raffaele Grasso, In località Tre Ponti. Il posto preciso dov'era il cadavere della nuora 10 indicò lo stesso Agostino Izzo dal carcere di Benevento. All'udienza di stamane, temendosi qualche reazione della folla, i carabinieri avevano predisposto un forte servizio d'ordine. I due imputati erano legati con una, stessa catena. 11 figlio Carmine aveva al posto della cravatta una sciarpa nera in segno di lutto. Anche il padre, Agostino — che si è dichiarato pienamente . colpevole in istruttoria riconfermando poi oggi la sua confessione innanzi alla Corte — aveva al bavero sinistro un piccolo nastro nero. Lontani, su di una panca, vi erano Gi¬ g glio — affidato dal tribunale ai un istituto religioso della capitale — e l parenti della Jolanda: Il padre Saverio, la sorella Anna e il fratello Luigi. Agostino Izzo è difeso dall'avvocato Aldo Macolino, il figlio Carmine da Guido Delcogliano, Salvatore Carlo e Luigi Vessichelli. La parte civile è rappresentata dagli avvocati Franco Fusco, Erennio Parente e Giuseppe D'Orsi. Chiamato dal presidente, Agostino Izzo dopo avere spiegato i motivi economici del dissenso familiare ha narrato con voce fredda, soffermandosi bene sui particolari, come attuò la strage e come poi seppellì i tre cadaveri, escludendo ogni partecipazione ai fatti del figlio Carmine. Terminato il lungo interrogatorio, interrotto ogni tanto dai commenti ostili del pubblico richiamato al silenzio dal presidente, ha deposto Carmina Izzo riconfermando la deposizione dei'padre e dicendosi del tutto innocente. Il processo subirà quasi certamente un IllllillllllllMIIIIII lllllllllllllllllllf rinvio per la richiesta di una perizia psichiatrica su entrambi gli imputati, richiesta ohe verrà fatta nell'udienza di domani dalla difesa e anche dal pubblico ministero. Crescenzo Guarino L'omicida, Agostino Izzo, al banco degli imputati (Tel.) IIIMIIItilllIIIIIIIIIIIIlMIIIItllllIllllllllllilIIIIIIMIlllllIMllItlllllllllllllllllIllriltIMIIIlIllllllIllllllIlB