I problemi quotidiani dei russi mentre si avvicina il duro inverno di Alberto Ronchey

I problemi quotidiani dei russi mentre si avvicina il duro inverno 1 ssx»esess£ non verranno ridotti finché non aumenterà Mai merce I problemi quotidiani dei russi mentre si avvicina il duro inverno La situazione alimentare non è cattiva, anche se il raccolto granario non ha raggiunto le quote dell'anno passato - Scarseggiano sempre gli alloggi ed i beni di consumo l (Dal nostro corrispondente) Mosca, 22 ottobre, Da qualche giorno, a Mosca, si vive in un nuovo clima, che potremmo definire < di attesa ». Si aspetta il « plenum » del comitato centrale del Pcus, che alla fine di novembre dovrebbe adottare importanti decisioni per l'ulteriore sviluppo dell'agricoltura. Si è in attesa dei risultati complessivi del raccolto granario. Si è in attesa, infine, dell'inverno russo, con i suoi 25 o 30 gradi sotto zero (per ora siamo a zero gradi). Fermiamoci qui. In quali condizioni il popolo sovietico si accinge ad affrontare questo inverno, dopo i sensazionali sucI cessi interplanetari e dopo le speranze suscitate dal dialogo di Kruscev con gli americani? La situazione alimentare, oggi, non è cattiva. Sono stati compiuti progressi apprezzabili. Il bestiame è in aumento, e questo significa più carne, più burro e più latte; fermi restando, tuttavia, gli inconvenienti del sistema di distribuzione, che lo stesso Kruscev ha de- ìnunciato negli ultimi suoi di\scorsi. Adesso, con l'inverno, si ! dovrà porre al riparo il bestia e n e l e ù e l a o i f i e n a me, provvederlo di acqua (i fiumi gelano) e adeguare alle maggiori necessità i rifornimenti di foraggio. , Il ruccolto granario, secondo le ultime notizie, sarà discreto, ma inferiore a quello dell'anno scorso, che fu di 141 milioni di tonnellate, e che andò per circa un terzo agli ammassi. Kruscev lo ha ammesso nel discorso pronunciato a Bratsk l'8 ottobre: « Purtroppo è vero che quest'anno il raccolto sarà inferiore a quello dell'anno passato, a causa della siccità in alcune zone del paese ». Nell'Altai, per esempio il '« vento secco » ha distrutto molte colture. Fino al 5 ottobre, secondo la Pravda, erano stati consegnati complessivamente agli ammassi due mi liardi e 112 milioni di « pud » (1 pud equivale a 16,38 kg.) I salari minimi mensili, con il nuovo anno, dovrebbero es sere elevati da 270-350 rubli a 500-600 rubli (1 rublo equivale secondo il cambio sovietico, a 62 lire). Gli altri salari non verranno per ora aumentati. Verrà parzialmente estesa, invece, la giornata lavorativa di sette ore. I prezzi dei beni di consumo (alcuni generi alimentari e soprattutto gli articoli di abbigliamento) sono ancora elevati. Scarseggiano gli alloggi e si protesta contro le coabitazioni forzate. Kruscev ha chiaramente espresso il punto di vista del governo su tutti questi problemi. < Durante il mio viaggio nell'estremo Est — egli ha detto a Krasnoiarsk — ho ricevuto numerose lettere. Molte di esse sollevano la questione degli alloggi. La gente vuole viuere meglio e se io potessi farei be ne, oggi, ad assegnare un appartamento a ciascuno dei richiedenti. Ma voi capite che nessuno può personalmente risolvere questo problema*. Sembra, peraltro, che verranno riveduti i criteri degli investi menfi per l'edilizia. Quanto alla piaga dei prezzi (in questa stagione, fra l'altro, chi non lo ha deve comperare il cappotto), Kruscev ha detto a Bratsk che « i prezzi si pos sono ridurre solo quando ci so no più merci e quando si pròduce a minor costo ». A Krasnoiarsk ha aggiunto che se prezzi fossero ridotti, ogni merce in circolazione scomparireb be e rinascerebbe la speculazio ne e il mercato nero. A tal pun to, dunque, è diffusa la sete di beni di consumo. Quanto alla efficienza del commercio statale, Kruscev ha potuto consta tare nei giorni scorsi che a Vladivostok, sulle rive del Mar del Giappone, si trova soltanto pe sce in scatola e che il latte, le -'scarpe e i tessuti spesso scarseggiano e o i , n e e o o r come le patate e gli ortaggi, nonostante che in occasione del suo arrivo fosse stata esibita, con sapiente regia, una provvisoria abbondanza. Sempre a proposito di produzione e distribuzione dei beni di consumo, Kruscev ha lasciato capire che i proprietari privati di automobili non diverranno numerosi nell'Urss Nel suo discorso di Vladivostok ha accennato, infatti, alle prospettive di una maggior produzione automobilistica, sostenendo tuttavia che, per esonerare la gente dalle difficoltà della manutenzione e degli stazionamenti, la vendita ai privati non verrà incoraggiata. In questo campo — egli ha detto — i sovietici non intendono competere con gli americani. (Negli Stati Uniti circolano 56 milioni di automobili su 50 milioni di famiglie). Verrebbero potenziati nell'Urss, invece, i parchi dì tassì. Per ora, tuttavia, anche i tassì scarseggiano. La prospettiva di un contat- crmfcnto fra la società sovietica e il modo di vivere americano, in cui si era sperato quest'estate, è ancora vaga. Kruscev, nell'ultimo suo discorso, ha ripetuto la richiesta di forniture e di crediti (<. Concedeteci crediti, noi vi restituiremo onestamente il denaro ■>). Gli americani non rispondono. Kruscev, per.parte sua, risponde negativamente ad alcune proposte in cui, al di là dell'oceano, si riponevano molte speranze, «in America — ha detto — hanno cercato di convincermi a diffondere nel nostro paese libri, film e programmi radiotelevisivi scelti con speciali criteii da loro. Possiamo essere d'accordo t No. Il nostro popolo non deve ingerire il cattivo Cibo avvelenato delle idee borghesi ». Kruscev, invece, continua ad esprimere concetti spregiudicati, dal punto di vista ideologico, in materia di rapporti fra l'economia occidentale e il problema della pace. A Krasnoiarsk, corno già in America, ha detto che le grosse industrie e l'alta finanza non devono temere il disarmo e la distensione, perché queste cose non provocheranno crisi economiche. Gli occidentali possono tranquillamente riconvertire le loro industrie e commerciare anche con il blocco sovietico. Bisogna riconoscere che, al confronto con certe tesi tradizionali sull'c inevitabilità» della guerra o delle | crisi economiche, queste idee risultano nuove. In materia di smobilitazione militare, peraltro, e soprattutto mentre si discute sulla conferenza al vertice, resta da chiarire se davvero i sovietici non siano disposti a correggere la loro tesi (prima il disarmo — « sulla parola » — e poi i controlli). Un articolo di Arkadiev, pubblicato di recente dalla Pravda, non presenta ancora novità a questo proposito. Né si sa che cosa volle dire precisamente Kruscev, nel suo discorso di Vladivostok, allorché dichiarò che i sovietici non sono disposti ad ammettere gli ispettori incaricati di controllare l'applicazione degli eventuali accordi sul disarmo,- « là dove nessuna padrona di casa lascia entrare la gente troppo curiosa». Alberto Ronchey

Luoghi citati: America, Giappone, Krasnoiarsk, Mosca, Stati Uniti, Urss