Eisenhower tornato a Washington dalla convalescenza in California di Antonio Barolini

Eisenhower tornato a Washington dalla convalescenza in California fi presidente e apparso riposato e gioviale Eisenhower tornato a Washington dalla convalescenza in California Quasi guarito il forte raffreddore che lo tormentava da oltre un mese - II .Presidente studia la situazione creata dagli scioperi dei portuali e dei siderurgici - Si apre all'Orni il dibattito sul disarmo (Dal nostro corrispondente) Washington, 8 ottobre. I/elicottero presidenziale è atterrato, oggi, poco prima delle sedici, sul prato sud dei (jiardini della Casa Bianca. Il Presidente, partito stamane, alle 7, in jet, da Palm Spring in California, era arrivato alle 1~>,20 all'Andreas Airport, nel Maruland, dopo un felice volo senza scalo. Lo accompagnava anche George E. Alien, nella cui casa californiana il Presidente è stato ospite, durantc tutto il periodo di questa breve vacanza in clima secco. «Il viaggio è stato stupendo» ha detto Alien, subito intervistato dai giornalisti che, non avendo potuto bloccare Eisenhower, avevano bloccato lui. Ma essi non hanno potuto saliere da lui niente di più di questo. George E. Alien è un uomo serio, discreto e al tempo stesso è un tipo curioso: «.Egli — dicono di lui scherzosamente i numerosi amici — colleziona i Presidenti, così come altri han l'abitudine di collezionare opere d'arte ». Con ciò, gli amici alludono al fatto che egli, Alien, ha goduto l'intimità, senza abusarne, dei tre ultimi Presidenti: Roosevelt, Truman ed Eisenhower Per sapere qualcosa di preciso sulla salute di Eiscnhotver, i giornalisti, dunque, si son dovuti accontentare della dichiarazione ufficiale di Hogerty: «Il Presidente ha trat¬ to notevoli vantaggi dal suopur breve soggiorno nel clima del deserto californiano. Il raffreddore dt cut soffriva nove giorni fa, non è però ancora del tutto scomparso. Egli è con.unque molto più riposato e gli è passata la raucedine ». Per quanto frettoloso, poi, a vederlo, il Presidente appariva gioviale e abbronzato. Con tutto ciò — si nota — dati gli sforzi cui si è sottoposto negli ultimi tempi, iti vista di un nuovo lungo intenso periodo invernale (con probabilmente anche l'evento di un incontro al vertice) è augurabile che egli possa presto prendersi un'altra sostanziosa vacanza. Questa non è potuta essere più lunga, sia per le decisioni che il Presidente deve prendere per risolvere il troppo lungo sciopero dell'acciaio e per seguire le fasi legali di applicazione della legge Taft-Hartley, da lui invocata contro gli scioperanti dei porti: sia perché, stasera, egli alla Casa Bianca, dovrà ospitare lord Louis Mountbatten, suo vecchio amico, e, domani dovrà ancora ricevere ufficialmente il presidente del Messico, Adol- to Lopez Mateos, che si intratterrà con lui per tutto il fine di settimatia. A parte la delicata situazione interna e l'azione imminente per fermare lo sciopero dell'acciaio (se gli scioperanti e i produttori non si mettono d'accordo entro domani, l'intervento della Casa Bianca è considerato inevitabile. Non solo, esso non può essere che quello stabilito dalla legge, cioè, l'applicazione anche per loro* della Taft-Hartley. < Eisenhower — si assicura stasera — è stanco di far solo raccomandazione), a parte dunque i problemi di politica interna, si sentiva bisogno di aver Eisenhower a Washington, perché anche i problemi internazionali, dopo i giorni di fluidità detcrminati dalla visita di Kruscev in America e dal suo viaggio hi Cina, si stanno rapidamente sviluppando. La prima chiarificazione verrà — spiegava, a Washington, stasera, un commentatore — dall'esito delle elezioni britanniche: «Non che, cambiando il governo, si possano temere radicali cambiamenti nella politica britannica; ma indubbiamente si avrebbero atteggiamenti diversi di tono e forse anche di forma, che implicherebbero immediati ridimensionamenti di molti piani già studiati ». Un'altra chiarificazione deve pur emergere dai prossimi at teggiamenti della Cina, la cui ambiguità non può durare ai¬ U'inflnito, si precisa: «/ recenti discorsi di Nixon, dì Hcrter e ieri sera, di Dillon, che richiamano la Russia alla sua responsabilità di Stato guida del muvdo comunista e quindi anche di quello cinese, vogliono soprattutto essere un monito alla Cina ». Un altro commentatore osserva; « Se appoggia l'attuale fase distensiva, antigucrra fredda, della politica di Kruscev, la Cina deve cominciare a dirlo e, soprattutto, a darne dimostrazione, allentando le pressioni con cui tiene in perenne stato di allarme il settore asiatico. Un telcgram ma amichevole a Nehru non basta a sollevare gli animi ovunque tesi» Da parte occidentale, la dimostrazione di buona volontà non ha incrinature e si conferma dal generale consenso con cui le nazioni facenti parte dell'Onu cercano di sollecitare tutte le iniziative per la pace. E' di ieri il consenso degli Stati Uniti alla convocazione di una conferenza internazionale scientifica, proposta dalla Russia, per lo studio dei problemi spaziali. E' di oggi il dispositivo unanime del comi- tato politico delle Nazioni Unite, con il quale si è deliberato di dare la priorità assoluta alla discussione delle proposte di Kruscev per un totale progressivo piano di disarmo, il cui pieno sviluppo dovrebbe maturare durante i prossimi quattro anni. Vasily V. Kuznetsov, sostituto del ministro degli Esteri sovietico, domani mattina, pertanto, aprirà il dettagliato di battito sul disarmo, davanti al comitato delle 82 nazioni convenute. Tra queste, molte non aderenti al blocco sovietico, hanno caldamente elogiato la proposta di Kruscev, augu rondasi, ohe, da speranza del mondo, abbia a tradursi in concreta realtà. Alle Nazioni Unite, stasera, il fatto che si sia potuta raggiungere senza opposizione la immediata discussione del piano Kruscev, è interpretato come un ottimo segno. Evidentemente, tanto per gli individui, come per i popoli, vale l'adagio della vecchia sapienza popolare: < Chi ben comin- cia è alla metà dell'opera ». E' un adagio che tradisce l'irriducibile ottimismo della razza umana, malgrado e contro tutto. Ma, in fin dei conti, quel poco di buono che si è raggiunto al mondo, è anche vero che lo si è raggiunto in nome di questa fede, di un ottimismo che si affida, come appunto le speranze per un disarmo, al buon senso di una difficile ma pur chiara ragionevolezza. Antonio Barolini