Un oleodotto Genova-Monaco attraverserà tutto il Piemonte di Massimo Conti

Un oleodotto Genova-Monaco attraverserà tutto il Piemonte Sì un progetti di grande importanza per Veeonomia italiana Un oleodotto Genova-Monaco attraverserà tutto il Piemonte 10^* oleodotti ^ raffmerie 7 GERMANIA .-•'*-%„ , sua» i ORIENT..-" "I f FRANCOFORTE "} COslD(,., J Mannheim ,* » . . OCCIDENT.'*"3'1^0"3 'KarlsruhB .^HONACÓ ^affn3usen/X>l<ufsfel" [jnnsbrucK Strass (Dal nostro corrispondente) Bonn, 6 ottobre. Il petrolio del Medio Oriente, dell'Africa Settentrionale e del Sahara potrà affluire tra alcuni anni nell'Europa centrale attraverso la'via diretta delle Alpi, apportando considerevoli vantaggi all'economia dei paesi interessati, a cominciare dall'Italia. La realizzazione di queste prospettive, che qualcuno definisce < rivoluzionarie », è legata alla costruzione di tre grandi pipelines e di raffinerie, cui partecipano l'Italia, la Germania, la Francia, l'Austria e la Svizzera. Secondo i progetti, il primo oleodotto dovrà dipartirsi dal porto di Genova e, attraversando il Piemonte ad ovest di Torino, raggiungere per il futuro traforo del Gran San Bernardo la valle del Rodano, in Svizzera. Qui, nella zona della città di Aigle, terminerà il primo tratto. Il secondo tratto, dipartendosi da Aigle, toccherà Berna, Schaffhausen e Memmingen, per finire nei pressi di Monaco di Baviera. Si tratterà di una pipeline di notevole «portata», lunga complessivamente 1100 chilometri e che comporterà una spesa complessiva di 250 milioni di marchi (oltre 35 miliardi di lire). Sarà pronta per il 1962. Due grandi raffinerie dovranno sorgere sul percorso dell'oleodotto: una ad Aigle, con una capacità massima di tre milioni di tonnellate all'anno (e sarà la prima in tutta la Svizzera); l'altra presso Ratisbona, dove si potranno lavorare dai 4 ai 5 milioni di tonnellate di petrolio all'anno. Con questo programma, cui partecipano società ita'o-svizzere (vi è interessata largamente la «Società Oleodotti Internazionali », praticamente l'Eni), nonché un consorzio di banche tedesche, si pensa di poter trasportare con forti economie il petrolio dell'Iran, dell'Egitto e del Marocco in Svizzera ed in Baviera. Con le concessioni che l'Eni ha ottenuto, e otterrà probabilmente in quei paesi per lo sfruttamenti dei petroli e con lo sviluppo dei progetti estrattivi per la Sicilia, si aprono buone prospettive al nostro paese, che entro un decennio potrà bastare al proprio fabbisogno e forse anche esportare prodotti petrolìferi nell'Europa centrale. In questa maniera l'Italia potrebbe diventare un importante mercato dì transito per il petrolio destinato ai paesi euro*-;'.: dì qui la necessità del '.movo • ii;odotto. L'interesse della Svizzera è da ricercarsi non soltanto nella più economica copertura dei suoi fabbisogn', ma anche nella possibilità di rifornire a sua volta, anche con sottoprodotti, il mercato della Germania meridionale. A sua volta la Baviera, e in genere le regioni meridionali della Repubblica federale, potranno disporre di prodott petroliferi più a. buon mercato. Il carburante che affluisce dai porti della Germa nia settentrionale, per via del lungo trasporto, è assai costoro per la Baviera: la pipeline potrebbe consentire addirittura un'economia di 200 milioni di marchi all'anno Questi sono i dati essenziali del primo progetto di pipeline. Il secondo programma non ci riguarda, almeno direttamente. Esso prevede la costruzione di un altro grande oleodotto che, facendo capo al porto di Marsiglia, dovrebbe far scorrere un nuovo fiume di petrolio nella regione sud-occidentale della Germania. Il tracciato della pipeline passerà per Strasburgo, per finire poi nella zona di Karlsruhe o di Mannheim, con un eventuale prolungamento fino a Francoforte. Avrà una lunghezza di 700-800 chilometri e verrà costruito da un consorzio di diciannove società tedesche e francesi (con interessi americani) guidate, si può dire, dalla v Compagnie Frangaise des Pétroles». E' prevista altresì la costruzione di due grandi raffinerie, l'una a Strasburgo e l'altra a Karlsruhe. Entro tre o quattro anni come massimo, dovrebbe essere pronto il tratto Marsiglia-Strasburgo, che verrà a costare sui 500 milioni di marchi. Questo piano, in concorrenza con la pipeline Genova-Monaco, offre alla Francia e alla Germania motivi di particolare interesse. Con la pipeline, infatti, i francesi si propongono di fare confluire nelle raf flnerie tedesche una considerevole parte del petrolio del Sahara, nonché dell'Inde e del l'Iran, dove essi hanno delle concessioni. Essi contano di fatti che entro il 1965 la prò duzione del Sahara potrà raggiungere i 28 milioni di tonnellate: con questo quantitativo, e con quelli provenienti dal Medio Oriente, la Francia si propone di coprire il proprio fabbisogno nazionale e di esportare largamente nella vicina Germania La teri,a pipeline europea, lniine, dovrebbe portare il petrolio del Medio Oriente da Venezia a Monaco, risparmiando cosi il lungo giro per i porti del Nord. Avrà il vantaggio di essere assai più breve delle altre due, comprendendo un percorso complessivo di circi 100 chilometri. Si pensa di abbinare il progetto alla costruzione della nuova autostrada Venezia-Monaco, che dovrebbe cosi «portare» anche l'oleodotto. La spesa prevista per il progetto, la costruzione dall'oleodotto e di una nuova ^.-ande raffineria nei dintorni di Monaco si aggirerebbe, secondo informazioni dlictaCtcttgrprnpSpfdtmcfncpumCS cizaARprglLs Deve essere costruito entro il 1962, con una spesa di oltre 35 miliardi, portando in Germania anche petrolio italiano - Un'altra grandiosa « pipeline », affiancata da un'autostrada, andrà da Venezia alla Baviera - Capitali svizzeri, austriaci, tedeschi impegnati nel programma tetubindbstcopdsreesmfiszrssrpdszzdSdi fonte tedesca, sui 600-800 milioni di marchi. La spesa verrà coperta con finanziamenti internazionali (sono interessati al progetto, tra gli altri, la Compagnie Internationale Autostrade d'Allemagne, «Ciada», con sede a Venezia, la società tedesca Darco, nonché produttori dell'Arabia Saudita). Anche in questo caso, si è già in fase avanzata di preparativi e già nella primavera prossima dovrebbero cominciare i lavori per il tratto italiano. Da Venezia, l'autostradapipeline dovrà raggiungere Strass, ad est di Innsbruck, per toccare poi Kufstein, e infine Monaco. Inoltre i piani della «Ciada» prevedono la trasformazione e il potenziamento del porto di Venezia, che potrebbe accogliere per il futuro navi fino a 100 mila tonnellate di stazza. Venezia, secondo gli ideatori del progetto, potrebbe diventare così, come un tempo, « il porto della Germania meridionale ». Massimo Conti Convegno delle comunicazioni lv Il tracciato dei tre grandi oleodotti in progetto