L'Estinto commemorato al Congresso forense di Guido Guidi

L'Estinto commemorato al Congresso forense L'Estinto commemorato al Congresso forense ali più avvocato fra tutti gli avvocati» - Commosse parole di cordoglio pronunciate da Zoli (Dal nostro inviato speciale) Palermo, 1 ottobre. Enrico De Nicola non ha mai tradito la sua origine. Avvocato per sessant'anni circa, non ha mai dimenticato di esserlo neanche quando, per gli alti incarichi nella vita pubblica, è stato costretto a separarsi, sia pur temporaneamente, dalla toga. Il destino ha voluto che 1 primi ad essere posti in condizione di commemorare solennemente la sua scomparsa siano stati gli avvocati riuniti a discutere fra loro quei problemi della classe forense alla cui soluzione egli non aveva lesinato mai il proprio interessamento. « Non so se egli fosse, come dicevano, il primo degli avvocati italiani — ha detto di lui stamane l'ex-presidente del Consiglio dei ministri e attualmente presidente del Consiglio nazionale forense onorevole Adone Zoli, prendendo la parola di fronte ai colleghi riuniti in assemblea straordinaria non appena s'è diffusa la triste notizia —:. Posso dire con sicurezza però che egli era certamente 11 più avvocato fra tutti gli avvocati italiani». Fra i tanti probabilmente rimarrà questo il migliore fra gli elogi funebri di Enrico De Nicola. «Ciascuno di noi — ha voluto sottolineare Adone Zoli — gli deve qualcosa: per la fermezza con cui egli ha saputo difendere certi princìpi, per la tenacia con cui egli si è battuto nell'interesse di tutti, per l'insegnamento che egli ha saputo dare a ognuno improntando alla più assoluta modestia tutta la sua vita. Non bisogna dimenticare che i problemi della class" forense sono stati sempre in cima ai suoi pensieri, anche quando era oppresso da preoccupazioni maggiori legate agli alti incarichi affidatigli. Io domani andrò a visitare la sua salma a Napoli. Vi dirò che quando talvolta andando a Napoli vedevo i colleghi in atto di omaggio baciargli la mano, per noi, non abituati, sembrava che il gesto fosse eccessivo. Domani, ebbene, bacerò anche io la mano di Enrico De Nicola, non solo per me ma per tutti voi, con la promessa di essere sempre degni di lui, se lo potremo». « Quando vi sarà la possibilità di inquadrare la sua figura di avvocato — ha aggiunto poi l'aw. Ettore Botti di Napoli — si potrà dire di lui che, ancora giovanetto, ha avuto il merito di introdurre un nuovo stile oratorio, un nuovo costume dialettico, un nuovo vigore espressivo e una nuova felice sintesi giuridica. In questo momento, sul grande feretro si inchinano tutte le bandiere d'Italia. Ma quella che più soavemente coprirà la sua salma e l'accompagnerà al suo riposo eterno, sarà la nostra toga, la divisa che egli predilesse. Oggi intorno alla sua bara si raccolgono i sentimenti riconoscenti di tutti gli avvocati d'Italia». Esaurita così la mesta cerimonia, inviati tre telegrammi di condoglianze al sindaco di Torre del Greco, al commissario prefettizio di Napoli e a Giovanni Porzio quale presidente del Consiglio dell'Ordine forense napoletano, il congresso ha proseguito, per concluderli, 1 suoi lavori, o meglio le sue discussioni perché la giornata di domani verrà dedicata esclusivamente all'esame, e quindi alla votazione, delle mozioni. Due argomenti oggi all'ordine del giorno: l'ordinamento delle Corti d'Assise e i rapporti fra fisco e giustizia. Suggestivo il primo, perché ripropone un antico problema e solleva vivaci polemiche (i reati più gravi debbono essere giudicati da una giuria popolare come prevedeva il Codice Zanardelli, o da una Corte costituita di magistrati togati, o da un Tribunale misto di magistrati togati e cittadini come è attualmente?); decisamente importante il secondo perché diretto ad eliminare quegli ostacoli che, attraverso norme tributarie aberranti o per lo meno paradossali, si frappongono al regolare corso della giustizia. Semplice ha finito per essere la discussione su quest'ultimo tema. Tutti, infatti, si sono trovati d'accordo nel ritenere la giustizia italiana eccassivamente onerosa dal punto di vista fiscale. Più complessa e naturalmente più vivace la discussione sull'altro tema, quello relativo all'ordinamento della Corte di Assise. Tutti si sono trovati d'accordo nel criticare il sistema attuale, per cui i reati più gravi vengono giudicati in primo e secondo grado da una Corte costituita da due magistrati togati e da sei cittadini. E quali Jono state le maggiori lamentele? Che l'ordinamento vigente consente in pratica ai magistrati togati di far valere sempre la loro opinione sui sei cittadini, spesso inesperti o comunque succubi dell'influenza esercitata in buona fede dal presidente. Guido Guidi

Persone citate: Adone Zoli, Enrico De Nicola, Ettore Botti, Giovanni Porzio, Zanardelli, Zoli

Luoghi citati: Italia, Napoli, Palermo, Torre Del Greco