Oggi la risposta degli algerini a De Gaulle

Oggi la risposta degli algerini a De Gaulle ti generale è rientrato a Parigi Oggi la risposta degli algerini a De Gaulle Moderato ottimismo nella capitale francese, effervescenza e recrudescenza del terrorismo ad Algeri - Qualche dissenso tra i ribelli? Mastro servizio particolare Parigi, lunedi mattina. Al termine della visita al dipartimenti del nord della Francia, il generale De Gaulle è rientrato ieri sera a Parigi accompagnato dall'eco delle calorose manifestazioni di simpatia popolare tributategli durante le quattro giornate del viaggio. < Abbiamo fiducia in voi, signor presidente, e nutriamo inoltre la speranza di un ritorno alla pace di cui vi saremo debitori. Perché ci sembra impossibile che la vostra offerta, cosi generosa, così bella, così grande, resti senza risposta, senza risposta favorevole », gli aveva detto ieri a Roubaix il sindaco socialista della città, < Quando si è incaricati dalla nazione di una grande missione, di un difficile compito, nulla pud aiutarvi quanto il sapere che si è sostenuti, appoggiati dai propri concittadini », aveva risposto il generale. Ed a Lilla, come già a Calais, ad Arras, a Lcns e altrove, Vi Gaulle doveva evocare ancora una volta la grande speranza dei francesi. « C'è un problema che i immediato, sanguinoso e complesso. Per risolverlo abbiamo scelto una strada degna della Francia. E' tramite la libera determinazione degli interessati, ovvero innanzitutto degli algerini, che un giorno o l'altro lo risolveremo », aveva detto. Ricordando quindi la necessità di instaurare la pace nel mondo, il generale aveva precisato: « Un inizio di intese e di accordi ò in corso. I due presidenti, quello degli Stati Uniti e quello della Russia, riuniti in questo momento, ne stanno parlando. Ad entrambi indirizzo il mio saluto ed aggiungo che senza dubbio verrà il momento in cui i contatti si allargheranno e si potrà parlare a fondo delle responsabilità che gravano sulle nostre spalle >. Per una coincidenza del tutto fortuita, il rientro nella capitale del generale De Gaulle ha preceduto di poche ore l'attesissima risposta del governo dell'Fln al piano algerino enunciato dal presidente francese nella sua dichiarazione del 16 settembre. I dirigenti nazionalisti riuniti a Tunisi hanno infatti convocato per le ore 11 di oggi una conferenzastampa nel corso della quale una personalità algerina, forse lo stesso Ferhat Abbas, presidente del governo provvisorio in esilio, leggerà e T'obabilmente commenterà la replica dell'Fln. Quanto al contenuto della risposta, esso è ancora circondato dal più, assoluto segreto. Negli ambienti vicini al governo algerino si ritiene tuttavia di poter precisare che « la risposta del governo provvisorio algerino lascerà la porta aperta, ma non costituirà però una resa senza condizioni». Un esponente algerino ha inoltre aggiunto: < Ciò che vi è di nuovo nella dichiarazione del generale De Gaulle è la parola autodeterminazione. E' su questa autodeterminazione che insisterà la nostra dichiarazione ». Secondo fonti solitamente bene informate sembra però che il < fronte magrebino » •„jn sia addivenuto ad un accordo totale sui termini della risposta dell'Fln. Il dissenso concernerebbe molto più la forma che la sostanza, ma un dissenso, sia pure lieve, esisterebbe. Ciò spiegherebbe il motivo per il quale il testo del comunicato non sarà pubblicato contemporaneamente a Tunisi e a Rabat. A tale -proposito si fa osservare inoltre che Maometto V ha ricevuto nuovamente ieri sera il ministro delle comunicazioni algerino, Abedhamid Boussouf, in missione a Rabat, col quale si era già intrattenuto venerdì e, segretamente, ieri mattina. Sembra certo, d'altra parte, che, pur non essendosi pronunciati tanto apertamente quanto i tunisini, anche i dirigenti marocchini considerino il piano De Gaulle alla stregua di < una apertura politica ». L'incognita sarà comunque tolta fra poche ore. Frattanto, al moderato ottimismo di Parigi fa riscontro ad Algeri una effervescenza naturalmente accentuata dall'ondata di attentati terroristici registrata nel corso degli ultimi due giorni e che viene interpretata come una « prova di forza» destinata ad appoggiare « le pretese di cui sarà costellata la dichiarazione dell'Fln ». Generalmente anche i francesi di Algeri sono Ine/ini a pensare che la risposta dei « ribelli» noti respingerà puramente e semplicemente il programma di De Gaulle, ma costituirà un tentativo di avviare una discussione. Anche gli « attivisti», comunque, si riservano di conoscere i termini esatti della dichiarazione di Tunisi » prima di decidere il da farsi o, meglio, di corcare di porre in pratica i piani di agitazione già messi a punto. Al contrario, il comitato Unr della regione nord del dipartimento delle Foci del Rodano non ha ritenuto di dover attendere per aderire in blocco al Raf (il nuovo movimento, che appoggia gli oltranzisti francesi dell'Algeria), ed inulta € tutti i membri dell'Unr della federazione delle Foci del Rodano a seguire questo esempio ». Il comitato, la cui decisione è in contrasto con quella presa dal comitato centrale del partito di vietare l'adesione dei membri dell'Unr al Raf, ha inoltre adottato un ordine del giorno sollecitante la riunione del consiglio nazionale « al fine di determinare la sua linea d'azione e le raccomandazioni che esso conta fare ai deputati e ai ministri usciti dai suoi ranghi ». Infine, l'ultima netta presa di postetene contro il piano De Gaulle per l'Algeria la si deve alla penna del segretario nazionale del Centro degli indipendenti, Roger Duchet, il quale scrive su France Indépendente: « E' nel momento stesso in cui la comunità è sconvolta che viene proposta una nuova scommessa per l'Algeria. I francesi di Algeria, di origine europea o musulmana, avevano fatto una scelta solenne ratificata dal capo dello Stato e dalla maggioranza parlamentare. Non pertanto saranno chiamati a votare per la secessione, per l'autonomia interna o per la francesizzazione ». v. m.