Nel I960 si berrà vino meno buono

Nel I960 si berrà vino meno buono Previsioni poco liete per l'imminente raccolto Nel I960 si berrà vino meno buono Le ragioni sono da ricercarsi nel pessimo andamento meteorologico dei mesi di agosto e settembre -1 molti problemi dei viticoltori innn convegno a Settime-Inaugurata la 40* cantina sociale dell'Astigiano OAL NOSTRO INVIATO Asti, lunedi mattina. Con l'inaugurazione della quarantesima cantina sociale dell'Astigiano — quella di Settime, che riunisce trecento soci provenienti anche da Montechiaro, Cossombrato, Chiusano e Villa S. Secondo — si è aperto Ieri un convegno di tecnici dell'uva per esaminare le prospettive offerte dall'attuale vendemmia. In verità esse non sono del tutto liete, né per il Monferrato né per le altre zone vinicole italiane, quali, per esempio, Puglia e Sicilia, dove il raccolto in corso risulta del 20-25 per cento inferiore a quello dello scorso anno. Non solo la quantità è minore, ma si teme, e non a torto, che la qualità del prodotto risulti meno pregiata in confronto al 1958. Quindi il vino che berremo nel 1960 sarà certamente meno buono di quello che stiamo consumando adesso. .Le ragioni della minor fortuna di questa vendemmia rispetto alla precedente (allora in Italia si era battuto un record con 105 milioni di quintali d'uva e 67 milioni e mezzo di ettolitri di vino) derivano dall'andamento del tempo In agosto e nei primi 15 giorni di settembre: giornate per lo più umide.o piovose, specialmente in Piemonte, con nebbie che si alzavano al mattino per dissolversi soltanto dopo mezzogiorno. Gli acini, che avevano bisogno di sole e di caldo, sono gonfiati divenendo ricchi d'acqua ma non di quelle sostanze zuccherine che rappresentano il loro pregio. Per di più sono progrediti assai irregolarmente, in modo che un grappolo oggi è per metà maturo e per metà acerbo. I contadini si mettono le mani nel capelli: bisogna forse vendemmiare a rate, acino per acino, o racimolo per racimolo? La stupenda giornata settembrina di ieri ha però contribuito ad allontanare le ombre del pessimismo. Se il bel tempo continuerà per una de cina di giorni, hanno osserva to 1 più autorevoli enologi, molti pericoli verranno allontanati: le uve Barbera, che in provincia di Asti danno una media di un milione e 400 mila ettolitri di vino, hanno ancora possibilità di maturare bene, ed altrettanto si può dire per i tipi più ricercati, quali Grignolino, Nebiolo, Freisa, ecc. La gradazione, tuttavia, non potrà più arrivare al 13-14 gradi dello scorso anno, fermandosi Invece sul 12 gradi. Sui prezzi che gli enologi prevedono, è difficile fare anticipazioni. Secondo alcuni, i Moscati, che stanno per essere raccolti e posti in vendita, avranno un valore di 750-800 lire il miriagrammo, mentre lo scorso anno salirono a 900 e anche a mille lire. Le altre varietà d'uva rimarranno attaccate alle viti almeno fino alla prima decade di ottobre, sempre nella speranza che il sole conceda 1 suoi raggi. Evidentemente, la situazione dei viticoltori è tutt'altro che felice: anche nelle annate migliori il prezzo è scarsamente remunerativo. Essi, quindi, chiedono al governo la pronta attuazione di quelle misure che tutti i convegni di categoria ritengono indispensabili e urgenti: progressiva abolizione del dazio e lotta più decisa contro i sofisticatoli. In particolare, ad Asti, sì è I insistito sulla necessità di tu- telare le denominazioni di origine dei vini, come con tanto rigore e tanto successo fanno i francesi, e di preparare un catasto nazionale dei vigneti. Per la prima questione, le Cantine Sociali (oltre le 40 dell'Astigiano, ce ne sono 24 nel l'Alessandrino), danno, come ha rilevato l'on. Armosino, un contributo essenziale, ma è necessario che esse lavorino con serietà, impedendo 11 sorgere di qualsiasi sospetto sulla pu rezza del tipo di vino da esse prodotto. Il catasto vinicolo, problema per cui si batte da anni lo specialista prof. Giovanni Dalmasso, dovrebbe essere un censimento delle zone che possono produrre del buon vino, ossia, secondo i tecnici, delle località che hanno,* vocazione vitivinicola >. Soltanto in queste si dovrebbero piantare i filari di viti. Con un serio < catasto >, il sovrabbondante mercato non avrebbe più i prodotti scadenti di terre non adatte, si potrebbe garantire meglio la denominazione di origine e si riuscirebbe a lottare con maggior successo contro le sofisticazioni. c. n.

Persone citate: Armosino, Barbera, Chiusano, Freisa, Giovanni Dalmasso, Nebiolo, Villa S.

Luoghi citati: Asti, Cossombrato, Italia, Montechiaro, Piemonte, Puglia, Settime, Sicilia