In imbarazzo le Botteghe Oscure

In imbarazzo le Botteghe Oscure In vista dei colloqui di Segni e Fella a Parigi In imbarazzo le Botteghe Oscure Lo rivela una circolare riservata trasmessa ai dirigenti del Pei - Un commento del «Popolo» sulle prospettive della poli, tica internazionale - Discorsi polemici di Taviani e Andreotti Roma, lunedì mattina. I colloqui che Segni e Pella avranno a Parigi, il 3 e il 4 settembre, con Eisenhower e con De Gaulle, sono al centro della pubblica attenzione. Domani pomeriggio essi riferiranno al Consiglio dei ministri sulla < linea > che intendono seguire negli imminenti incontri. Il ritorno di Segni e Pella è previsto per venerdì sera o, al massimo, per sabato mattina. La svolta nella politica internazionale ha colto di sorpresa e ha messo in un grosso imbarazzo la tradizionale propaganda dei comunisti italiani che avevano sempre puntato le loro carte sull'impossibilità di una collaborazione fra il mondo occidentale e capitalistico e niello orientale e marxista. In un documento riser- il grfapachresmtacodocituaspemeulapsizipceveUvato ai dirigenti del pei (e che'a il Popolo ha pubblicato con grande evidenza), si legge infatti: «Per quanto riguarda : partiti operai, come il nostro, che lavorano nei Paesi ancora retti dalle forze del capitalismo, mentre dobbiamo accettare senza esitazione la politica condotta dall'Unione Sovietica, dobbiamo tener conto che essa ci pone di fronte a una situazione nuova e, sotto certi aspetti, più difficile, almeno per quanto riguarda l'orientamento ideologico dei comunisti europei ». E più oltre la circolare delle Botteghe Oscure così prosegue: «Già in questi giorni si avvertono i segni di posizioni sbagliate, come, ad esempio, quella che vuole che, accettando l'Unione Sovietica di venire a patti con gli Stati Uniti d'America, significa dare a quest'ultima una patente di buona volontà e di pace, risolvendo in tal modo le preoccupazioni, che per anni abbiamo tenute vive nella coscienza della classe operaia e del movimento popolare, di una classe capitalistica sempre più incline a sfociare in atti di guerra in conseguenza della natura stessa del capitalismo ». Nel presentare questa posizione del pei, il giornale di Piazza del Gesù sottolinea tuttavia alcuni aspetti positivi dell'attuale situazione internazionale che mette conto di rilevare. « Con la pace in cui sperano tutti gli uomini di buona volontà — si legge infatti nel Popolo — sarà possi bile e utile il confronto dei di versi sistemi di concepire e di organizzare la vita individuale e collettiva ». E a questo prò posito rileva che, mentre il mondo occidentale si è già da tempo accorto < di certi aspetti positivi dell'organizzazione economica e sociale dell'Unto ne Sovietica», i giornali comu nisti si sono ben guardati da un riconoscimento obiettivo e spassionato degli innumerevoli aspetti positivi dell'organizza zione economica e sociale dei paesi occidentali. In altri termini, si vuole fa re una distinzione fra la posi zione dell'Unione Sovietica e quella dei comunisti italiani, ancorati ancora a formule e a posizioni che il nuovo corso dovrebbe ora superare. Anche i discorsi degli uomini politici, mentre hanno sottolineato l'importanza dei prossimi incontri, hanno messo in guardia sulle vere intenzioni del partito comunista. Il ministro Taviani ha infatti detto, parlando a un'assemblea di democristiani dell'alta valle Scrivia: « La nostra recisa opposizione al socialismo di Nenni è dovuta al suo dichiarato neutralismo verso i comunisti, a cui corrisponde, in pratica, un effettivo filo-comunismo Conosciamo assai bene i comunisti, e sappiamo anche riconoscerne il carattere e la tenacia; essi rappresentano, però, l'antitesi assoluta delle nostre concezioni sulla convivenza umana, e dei nostri metodi di libertà e di democrazia. Con loro non si può essere neutrali; o si combatte o si soccombe. Questo è il dilemma da cui Nenni cerca di sfuggire, e in cui finirà fatalmente per dissolversi la sua forza politica». Sulle prospettive politiche che si apriranno dopo il congresso di Firenze, l'on. Taviani ha ribadito la sua tesi secondo cui « la grande maggioranza degli elettori d.c, è per una politica di centro, dinamica e protesa verso il progresso scoiale ». E analoga posizione centrista ha sostenuto l'on. Bonomi nel suo discorso di Novara Da parte sua, l'on. Andreotti ha insistito a Velletri sulla necessità di allargare l'area democratica, a cominciare dall'interno stesso della d.c. Egli ha infatti chiesto una direzione larga e rappresentativa 'che chiuda democraticamente | il periodo critico delle divisioni in « correnti ». « Sarebbe ridicolo — ha concluso polemicamente il leader della corrente "Primavera" — pretendere di allargare la sfera democratica del Paese, mentre la si restringe nel partito. Il discorso deve valere per tutti: si devono evitare tutte le dittature, compresa la propria». Dove il riferimento a Fanfani, che a Napoli e a Trento non volle una direzione unitaria, è fin troppo evidente. Pelleochia