Un grosso furto di gioielli nella villa di Irene d'Aosta

Un grosso furto di gioielli nella villa di Irene d'Aosta Mobilitati a Firenze carabinieri e agenti di polizia Un grosso furto di gioielli nella villa di Irene d'Aosta Secondo un inventario fatto dalla stessa,duchessa, vedova di Ajmone d'Aosta, il danno si aggirerebbe sui venti milioni-Trafugato tra l'altro un prezioso nodo Savoia in brillanti - Massimo riserbo stille indagini in corso - Fermate alcune persone so spette - E' questo il secondo turto perpetrato nel palazzo di San Domenico a Fiesole Dal nostro corrispondcritc_ Firenze, lunedi mattina. Un ingente furto di gioielli, uno fra i più grossi che si siano verificati in questi ultimi anni in abitazioni private a Firenze, è stato compiuto ai danni della duchessa d'Aosta madre, Irene, vedova del duca Ajmone d'Aosta, sorella di re Paolo di Grecia e dell'ex-regina Elena di Romania. Il furto è avvenuto nell'interno della villa San Domenico, a Fiesole, dove la duchessa risiede da molti anni con il figlio, duca Amedeo. Le prime voci sono trapelate soltanto a tarda sera di ieri attraverso alcune indiscrezioni, ma sembra che la scoperta del « colpo » sia avvenuta sabato mattina. I ladri avrebbero asportato buona parte dei gioielli della duchessa, e cioè: un giglio di brillanti; due perle a goccia; una spilla ad < esse > con due smeraldi; un brillante grande e vari piccoli; una clips a forma di ventaglio con zaffiri e brillanti; una spilla con smeraldo, rubini e brillanti; un nodo Savoia piccolo in brillanti: un braccialetto in perle e brillanti; due prolungamenti di perle per aggiungere alle collane delle perle stesse; un portasigarette d'oro finemente cesellato. Il valore dei preziosi si aggirerebbe sui £0 milioni di lire La notizia, come abbiamo detto, è stata tenuta segretissima. I Comandi dei carabinieri, interpellati in proposito, non hanno voluto neppure darne conferma. Sta di fatto però che le persone abitanti a S. Domenico, nelle vicinanze della villa, hanno potuto notare per tutta la giornata di sabato un insolito andirivieni di automobili, a bordo delle quali si trovavano ufficiali dei carabinieri e, altre persone in abiti borghesi, appartenenti sicuramente ai servizi investigativi dell'Arma, con macchine fotografiche e altre attrezza*nre destinate ai rilievi della Polizia scientifica. Le indagini sono proseguite anche ieri intensissime sotto la direzione del maggiore Alessi, comandante il nucleo di polizia giudiziaria dei carabinieri, del cap. Sforza, comandante la compagnia interna, e del tenente Lo Sacco. La caserma dei carabinieri di Fiesole è stata trasformata in vero e proprio quartier generale degli investigatori che hanno interrogato ripetutamente il personale della villa, ammontante a una decina di persone, ed anche elementi estranei al servizio. A tarda sera alcune persone risultavano ancora trattenute. Nelle indagini, come s'è detto, è intervenuta pure la Questura di Firenze che ha provveduto a fare eseguire controlli alla partenza dei convogli dalla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella, ed ha inviato radiogrammi ■ a tutte le Questure e ai Comandi carabinieri d'Italia, chiedendo che venga intensificata la vigilanza nei confronti dei più noti ricettatori di oggetti preziosi. ■ Il riserbo delle autorità continua a essere ermetico nonostante le numerose, pressanti richieste di particolari sul come il furto sia stato compiuto. Si è soltanto potuto avere conferma che il danno risentito dalla duchessa d'Aosta, ammonta effettivamente a venti milioni. Secondo alcune indiscrezioni trapelate i gioielli asportati non erano custoditi tutti in un solo scrigno ed in una sola stanza, come in principio si era pensato, ma si trovavano invece sparsi in vari cassetti di varie stanze dell'appartamento abitato dalla duchessa. Inizialmente fu constatata soltanto la scomparsa di un portasigarette in oro, finemente cesellato, e di venfi-miia lire in contanti. Effettuato un sommario controllo, si accertò la sparizione anche di altri og¬ getti di valore. Allarmata, la duchessa Irene avvertì il figlio, Amedeo, che si trovava in villeggiatura a Forte dei Marmi, di quanto era accaduto. Il giovane fece immediatamente ritorno a S. Domenico e, insieme alla madre, eseguì un minuzioso inventario al termine del quale risultò che erano stati sottratti dieci o undici oggetti di grande valore, per il complessivo importo di venti jniiioni. Su- come il colpo 6 stato portato a termine, si naviga, almeno per ora, nel buio. Non pare infatti che gli investigatori abbiano potuto accertare con sicurezza se i ladri siano penetrati nella villa dall'esterno, attraverso cioè qualche finestra, oppure se chi ha compiuto l'impresa sia persona che aveva libero accesso alla villa stessa. Questa incertezza deriva soprattutto dal fatto che gli specialisti della Scientifica non avrebbero rilevato tracce di effrazione né su porte né su finestre. Non A questa la prima volta che la Villa S. Domenico viene presa di mira dai ladri. Già nel marzo del 1053 la duchessa Irene subì un altro furto, meno clamoroso ma di non trascurabile entità. In quell'occasione i malviventi dopo aver forzato una finestra del piano terreno, chiusa da una griglia di ferro, salirono al piano superiore, e si appropriarono di un pregevole vassoio d'argento sul quale erano incisi la corona reale britannica e le armi della Regina Vittoria con la data del 1859, nonché di £7 piatti d'argento con la corona ducale, di 51 pezzi di posateria e di una piccola radio. Dopo lunghe indagini i carabinieri denunciarono quale autore del « colpo > un cameriere che prestava servizio nella villa, ma nei suoi confronti fu successivamente applicata l'amnistia. La refurtiva non fu più ritrovata. Giulio Cicci L'ingresso della villa della duchessa d'Aosta a Fiesole col piccolo portico. I ladri sarebbero entrati nell'appartamento da una delle finestre. Di spalle, il duca Amedeo (Telefoto)

Persone citate: Ajmone, Alessi, Lo Sacco, Savoia, Vittoria