Il medico ha ucciso ossessionato dalla gelosia

Il medico ha ucciso ossessionato dalla gelosia II dramma nell'alloggio di Milano Il medico ha ucciso ossessionato dalla gelosia La donna voleva troncare la relazione, che durava da 13 anni - Freddata l'amante dopo un aspro litigio, avvertì per telefono un amico • La confessione ai carabinieri: "Potete scrivere che ho premeditato il delitto,, Dal nostro corrispondente etlMilano, lunedì mattina. Il dott. Pietro Vitali, l'uomo che sabato sera uccise con sette colpi di pistola l'amante nel proprio appartamento di corso Magenta 81, è stato tradotto dalla caserma dei carabinieri di via Moscova alle carceri di San Vittore. Era stravolto: le lunghe ore di interrogatorio lo avevano completamente prostrato e il suo nervosismo si rivelava nelle secche strane risate che nascevano sulle sue labbra, mentre i militi lo ac compagnavano in carcere. Il fascicolo relativo alla ri-1 costruzione dell'omicidio è sta-"fto trasmesso alla Procura del la Repubblica. La tragedia è stata chiarita in tutti 1 suoi particolari: dall'incontro fra gli amanti al momento in cui, nell'appartamento di corso Magenta, risuonarono i sette colpi di rivoltella. La tempesta familiare Alle 16,50 di sabato la vittima, Alice Cazzani De Valle, è uscita dalla sua abitazione per recarsi all'appuntamento col medico. Alice Cazzani è descritta come una donna non molto bella, bruna, fine e eie- gante. Aveva 40 anni e aveva sposato vent'anni addietro il dott. Giacinto De Valle, un bel'uomo intelligente e comprensivo, noto chimico e consigliere dell'Istituto Sieroterapico Milanese. Dal matrimonio erano nate due figlie, Elena, che ha ora 18 anni, e Paola, che ne conta 16. I coniugi vivevano in via Anelli al numero 8, in un lussuoso appartamento di sette locali. La tranquillità familiare era durata fino a due anni fa, quan. do il dott. De Valle seppe che la moglie era legata da rapporti amorosi, con un medico-chirurgo, Pietro Vitali. Questi, di 37 anni, è molto conosciuto da una vasta e scelta clientela. Suo padre, Santino, di 85 anni, è stato il fondatore della Croce Verde di Monza, e fu uno dei medici più apprezzati della Lombardia. Il figlio era 11 prediletto dal padre, e subito dopo la laurea mostrò di avere tutte le doti per riuscire nella carriera, sia come medico della mutua di Mandello Lario che come libero professionista. La notorietà raggiunta nella professione gli permetteva di tenere un elevato livello di vita, frequentava 1 locali notturni, aveva relazioni amorose, conduceva una esistenza brillante. Pietro Vitali conobbe Alice Cazzani tredici anni fa, nel *46, durante un periodo di vacanze trascorso a Varenna. Il giovane non si era ancora laureato. La relazione amorosa incominciò subito e durò Ano al 1957 senza ohe il marito avesse alcun sospetto. La tempesta familiare si scatenò allorché un errore dei due amanti fece comprendere al De Valle 11 loro .legame. Furono mesi drammatici, durante i quali la donna abbandonò per tre- volte la casa, recandosi a vivere con 11 chirurgo. Ogni volta che la moglie pentita, tornava a casa, il chimico, per amore delle figlie, la perdonava e l'accoglieva nuovamente. Pare che in questi ultimi tempi ella fosse stanca del vincolo che la univa al Vitali, e cercasse in ogni modo di troncare la relazione. Nella settimana che è preceduta al delitto, essa è stata vista salire quasi ogni giorno nell'appartamento di corso Magenta: con l'amante aveva lunghi litigi, causati dalla gelosia di lui e dal suo timore di essere abbandonato. Un'angoscia folle Alle 16,50 di sabato la donna, che aveva un appuntamento con il Vitali, è uscita di casa. Il marito si era recato in Val di Flemme a prendere la minore delle figlie, Paola, dopo un periodo di vacanza. All'altra figlia. Elena, Alice Cazznni aveva detto: «Ora devo uscire; ci vedremo in centro alle venti, ceneremo Insieme e andremo a vedere una commedia >. La donna ha chiamato un tassì e- si è recata al tragico appuntamento. Ha varcato la soglia della bella casa di corso Magenta che erano da poco passate le 17. La portinaia l'ha vista salire, suonare alla porta dell'appartamento da scapolo al secondo piano in cui Pietro Vitali qualche volta riceveva i clienti. Ea allora non è sceso più nessuno. Alle 20,5 il dott. Vitali è stato visto uscire dall'ascensore: era pallidissimo e barcollante. Il chirurgo è un uomo dall'aspetto distinto, stempiato, non bello, che dimostra più della sua età. In quel momento 11 suo atteggiamento era impressionante. La portinaia non gli ha visto la giacca insanguinata, ma ha notato il suo estremo pallore. — Sta poco bene? — gli chiese premurosa. — No, non ho niente. — Non può uscire in questo stato. — Vado a prendere un caffè. La portinaia ha continuato a obiettare che 11 dottore non poteva uscire in quelle condifzioni. — Se proprio non vuole che ci vada da solo, mi accompagni — accondiscese il dottore. E soggiunse con un sorriso un po' forzato: — Le offrirò un caffè. Sorretto dalla donna, 11 medico scese 1 sei gradini di marmo dell'uscita e raggiunse il più vicino bar, situato all'angolo di pln zzale Baracca. La portinaia ha notato che egli cercava di mascherare una agitazione febbrile, un'angoscia folle che lo attanagliava. Era molto nervoso e cercava di parlare per distrarsi. Un attimo dopo sono rientrati In portineria. Il medico pareva fosse sempre più Inquieto. Alle 20,20 sono giunti 1 carabinieri. Erano accorsi sul posto il capitano PetrinI, comandante la Compagnia Interna, alcuni sottufficiali e il dott. Jovine, della Squadra Mobile. — Bene, siete già qui. Volevo appunto venire a costituirmi — ha detto il dott. Vitali. « Ho UCCISO Alice » Subito dopo il delitto egli aveva chiamato un amico: « Ho ucciso Alice » gli aveva detto semplicemente. E l'altro aveva avvertito i carabinieri. Il dottore è risalito con i suoi accompagnatori nell'appartamentino insanguinato. La donna giaceva sul divano del salotto, in una pozza di sangue, colpita da quattro colpi al torace. Dopo le constatazioni di legge il sostituto Procuratore della Repubblica ha dato l'autorizzazione per la rimozione della salma, che è stata portata all'obitorio. L'uccisore è stato condotto alla caserma di via Moscova, dove il capitano Scelfo ha iniziato gli interrogatori. «Potete scrivere subito che ho ucciso con premeditazione » ha detto Pietro Vitali all'inizio dell'interrogatorio. Poi ha incominciato a parlare con frasi sconnesse, quasi fosse colto da una crisi di follia. Quando si è calmato, ha offerto un racconto lucido e preciso del delitto. Pietro Vitali era molto innamorato della donna, che aveva conosciuto quand era studente e aveva vissuto per vari periodi con lui. Sapevp che ella era decisa a troncare ogni rapporto con lui e questo lo esasperava. Temeva che ella volesse rappacificarsi col marito. Temeva che vi fosse addirittura un altro uomo. La gelosia lo ossessionava, si era impadronita di lui, e rendeva penoso e drammatico ogni loro incontro. Egli sentiva sempre più che la donna gli sì allontanava, e un giorno o l'altro avrebbe finito col perderla. Perciò sabato si era recato da un armatolo e aveva acquistato una pistola calibro 7,65. Quando Alice Cazzani suonò alla sua porta, forse aveva già meditato il delitto. Ne è seguito un litigio tempestoso, poi il Vitali ha impugnato l'arma e ha scaricato sulla donna atterrita sette colpi: quattro sono andati a segno. Terminato il drammatico racconto, il medico è stato condotto a San Vittore. Alle 5,30 di ieri mattina è giunto a Milano il marito dell'uccisa, di ritorno dalla Val di Flemme. Con lui era la figlia minore. Il chimico, avvertito della sciagura piombata sulla sua famiglia, si è subito recato in questura dov'era già l'altra figlia, che aveva atteso invano la sera prima la madre per la cena e il teatro. Le due ragazze hanno avuto una crisi di pianto. Il dott. De Valle è apparso molto abbattuto. Camillo Brambilla n dott. Pietro Vitali (Tel.)

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