Anche nel gran mondo inglese è di moda vestirsi e parlare come i bulli di periferia

Anche nel gran mondo inglese è di moda vestirsi e parlare come i bulli di periferia DIETRO UNA FACCIATA IMMOBILE I COSTUMI SI TRASFORMANO CON RAPIDITÀ' Anche nel gran mondo inglese è di moda vestirsi e parlare come i bulli di periferia Gli impiegati della City appena a casa buttano i pantaloni a righe ed il tubino per indossare maglioni e blue-jeans - L'avvocato cerca di parlare con l accento sguaiato d'un venditore ambulante - Le ragazze ricche si vestono come le compagne povere e disprezzano le "modelle,, troppo leziose - Aggressiva volgarità degli spettacoli (Dal nostro corrispondente) Londra, 29 settembre. / turisti che arrivano con gli occhi candidi e un bagaglio di nozioni culturali e tradizionali sulla Gran Bretagna che ancora versìstono nel Continente (e rendono possibile l'ingenuo successo del « Maggiore Thompson >) se ne escono ogni tanto con delle domande ingenue che servono, come candele dì fuochi di artificio, a illuminare interi panorami di costume nuovo. Uno di essi, ad esempio, domandava l'altra sera: < .afa questi inglesi si mettono ancora sempre lo smoking la sera per la cenai ». Restò leggermente imbarazzato quando notò lo stupore con cui veniva accolta la sua domanda, e rimase ancor più sbalordito quando gli fu spiegato che probabilmente qualcuno che lo faccia si treva ancora ma che la vera novità — assai più frequente — è oggi il caso contrario. € Quale caso contrario t*. Quello di un uomo che durante le ore di lavoro nella City o in qualsiasi altro ufficio continua a rispettare le antiche usanze e a indossare gli abiti convenzionali del 11111 ) llli 111111 III J11111 IMCi 111111II111111 illIJ IE i 11 IM gentiluomo inglese; ohe al lavoro non porta altro che la giacca nera e pantaloni a righe oppure un doppio petto grigio scuro estremamente sobrio e che poi, appena ritornato alla libertà della sua vita privata, si affretta a cambiarsi e ad adottare il moderno stile sciatto e trasandato. Ve ne sono parecchi che, dopo aver rispettato per tutto il giorno o tutta la settimana lavorativa quello stile convenzionale, si affrettano a mettersi per la cena, per gli amici o per il week-end, un camiciotto sportivo, un maglione esageratamente spesso e un paio di pantalonacci di fustagno, di cotone, oppure i veri e propri blue-jeans. E non è a credere che questo sia la continuazione legli aristocratici dei roi ai di Woodehouse. Q- iti avevano la raffinatezza di por*are vecchi abiti eleganti coinè per affermare un'antica abitudine alle stoffe di gran pregio e al taglio dei grandi sarti. Questa nuova moda comporta invece l'uso di indumenti a buon prezzò, volutamente sciatti. E' caduto cioè il castello nel quale Lord Brummell e il piccolo Lord Fauntlcroy facevano da ca- I 111111II!111M ì llll 1111 f MIIJ11111 llli 11111 IMI II 111 ^1 iii» riatidi a un immenso camino dinanzi al quale si muovevano come angeli preraffaelliti delle lunghe e magre ladies drappeggiate in stoffe cascanti di tinta pastello. Esistono forse ancora alcuni di questi esempi di eleganza tradizionale, ma fanno parte dell'ampio museo di costume antico che qui continua a sopravvivere accanto al dilagare del costume moderno. In realtà, la raffinata Inghilterra da qualche anno in qua, come del resto buona parte del mondo, è spazzata da una ventata di immensa volgarità. Questa volgarità consiste precisamente — e letteralmente — nel copiare le fogge, gli atteggiamenti, 1 modi e il linguaggio del volgo, così come in passato il <la> sociale era dato dall'aristocrazia. Le ragioni di questo prevalere della volgarità rispetto alla raffinatezza nei tempi nostri sono infinite — e almeno alcune sono eccellenti. In questa volgarità di abito si riflette, ad esempio, il crescente senso di eguaglianza, elemento vitale in un regime monarchico dove la società era fatta inesorabilmente a piramide; si riflette anche lo scomparire dei miserandi complessi di inferiorità verso il danaro o il concetto opprimente di « bella figura ». Non soltanto non s'usa qui far sfoggio del denaro, ma è piuttosto di moda nascondere il più accuratamente possibile quel poco di ricchezza che uno può eventualmente possedere-(e che non riuscirà a trasmettere). Le ragazze ricche, ad esempio, anziché indossare i « modellini » che papà e mamma vorrebbero comprar loro, preferiscono vestirsi da « orf anello », con le calze nere, le gonne molto pesanti e maglioni che scendono fino ai fianchi. Q"uesta divisa le soddisfa sotto tutti i punti di vista: indica il ripudio della ricchezza da cui sono afflitte, indica la ribellione ai genitori — essenziale per avere successo fra i coetanei —, l'eguaglianza assoluta con tutte le amiche, che esse scelgono da qualsiasi classe sociale, e persino una punta polemica verso le « modelle », che sono troppo leccate nella loro attenzione alla femminilità convenzionale. Lo stesso avviene fra i maschi: la differenza d'abito fra un giovane avvocato (che non stia per andare in ufficio o che ne torni appena) e il giovanotto che vende le mele sul carretto parcheggiato all'angolo della strada sta soltanto nell'accento con cui parlano l'inglese. Il primo ha l'accento inconfondibile di una delle migliori scuole d'Inghilterra, l'altro ha quello deforme e sgraziato della Londra più misera. Per redimersi dalla sua distinzione il giovane avvocato usa però un linguaggio estremamente volgare, in modo che nessuno abbia dubbi sulla sua lodevole intenzione di purgarsi del peccato di raffinatezza. Questo intenso ed evidente desiderio di volgarità in un Paese dove la borghesia rappresenta la percentuale più grande della popolazione si riflette anche in quasi ogni forma d'arte viva. Teatro, cinema, pittura e musica presentano al pubblico eroi volgari, di una volgarità rabbiosa e fiera. I protagonisti delle opere letterarie e drammatiche dei < tjiòvani arrabbiati > sono essenzialmente dei personaggi volgari nel senso più letterale della parola. Provengono dal volgo e lasciano intendere di voler mantenere le loro caratteristiche. La loro rabbia è fatta precisamente di mstio verso i comodi, verso le norme e verso la dignità della società « distinta » alla quale tuttavia si sono guadagnato l'accesso, o alla quale li ha spinti lo stato assistenziale. Molto spesso gli stessi autori arrabbiati sono dei giovani « volgari » che hanno sposato ragazze « distinte ». Voigarissima è la protagonista della commedia che ha oggi — meritatamente — più successo a Londra, < A taste of honey », ed eminentemente volgare è il tema dei pittori che fanno parte della scuola chiamata del resto « del lavandino di cucina ». Volgarmente sguaiate sono le canzoni e i gesti dei cantanti che hanno più successo alla televisione. E di recente perfino i temi dei film comici inglesi — che si distinguevano invece per il tocco di gusto — hanno mostrato queste stesse caratteristiche. Personaggi e modi « volgari » non sono naturalmente nulla di nuovo né sulle scene né sugli schermi né sui palcoscenici di prosa o di varietà né negli scaffali delle librerie. Ma finora da oltre un secolo essi tendevano ad essere ritratti con una certa compassionevole simpatia, rivelavano una aspirazione verso la educazione, aniiiiiuiiiliiiMiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMniiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiii verso la raffinatezza o magari verso la più sguaiata ricchezza. Questa volgarità ora di moda ha invece la strana caratteristica di sentirsi sicura e fiera di sé, sdegnosa dì qualsiasi cambiamento: rappresenta un rifiuto a riconoscere qualsiasi illusione di ideali diversi. Non si tratta neppure — purtroppo — di quella volgarità grassa, allegra e profondamente umana che da noi ha le radici nel Boccaccio, nell'Aretino e nei lazzi della commedia dell'arte e che qui potrebbe trovare precedenti superbi fra gli scrittori elisabettiani e quelli della Restaurazione. Questa di oggi è una volgarità malinconica, una volgarità di periferia cittadina e non di campagna, di catapecchie e non di fienili. Sembra nascere, più che dal crollo degli ideali del perbenismo vittoriano (che si rivelò molto vuoto e molto falso), dalla pura e semplice constatazione del ventesimo secolo, il secolo dell'uomo della strada: dove stanno le vere maggioranze? Il sottinteso di questa corsa alla volgarità è che la società d'oggi dovrebbe ripulirsi come una lavagna di scuola delle distinzioni recenti e ricominciare tutto daccapo, riconoscendo l'universale uguaglianza degli uomini, esattamente come fa la Costituzione americana. Ma per ora non si tratta di un movimento ideale rivoluzionario: si tratta semplicemente di una moda che sorprende il turista nella terra di Lord Brummell. Riccardo Ara; o

Persone citate: Aretino, Thompson

Luoghi citati: Gran Bretagna, Inghilterra, Londra