Anna Maria Caglio dichiara di rinunciare all'amnistia

Anna Maria Caglio dichiara di rinunciare all'amnistia Anna Maria Caglio dichiara di rinunciare all'amnistia Sarà quindi processata per calunnia e falsa testimonianza - Accetta l'indulto solo per la diffamazione Roma, 25 settembre. Anna Maria Caglio ha deciso di affrontare la battaglia alla quale, sia pure parzialmente, poteva sottrarsi. Ha rinunciato infatti a beneficiare dell'amnistia che l'avrebbe liberata immediatamente dalla imputazione di falsa testimonianza. Ha accettato soltanto il beneficio per quanto riguarda sei accuse di diffamazione che l'avrebbero costretta a difendersi insieme ad alcuni giornalisti responsabili d'avere pubblicato qualcuna delle sue dicharazioni rese durante il processo a Silvano Muto o nel corso dell'istruttoria condotta dal dott. Sepe. La « grande rinuncia > ha, in un certo senso, imposto al giudice istruttore, dott. Achilie Gallucci, di approfondire l'indagine che, dopo una sosta durante il periodo estivo, è stata ripresa in questi giórni ed in maniera anche notevolmente intensa. Anna Maria Caglio, su iniziativa dei suoi avversari, i cui maggiori esponenti, ovviamente, sono Ugo Montagna, Piero Piccioni e il parrucchiere per signora Bruno Pescatori, deve difendersi essenzialmente su tre fronti. Il primo è quello della calunnia. Le viene attribuito di avere accusato, pur sapendolo innocente, Ugo Montagna di averla sequestrata in casa, di avere tentato di ucciderla, di averla minacciata, di avere compiuto traffico di stupefacenti, di avere corrotto un pubblico ufficiale, quale l'allora capo della polizia dr. Tommaso Pavone, donandogli un appartamento, e di avere aiutato Piero Piccioni ad eludere le indagini della polizia; le viene attribuito dì avere accusato, pur sapendolo innocente, Piero Piccioni di umicidio e di avere calunniato, infine, Ugo Montagna e Bruno Pescatori sostenendo che entrambi avevano cercato di indurla, con un'offerta di denaro, a testimoniare il falso allorché ven ne interrogata a Venezia dal Tribunale. Il secondo fronte è quello della falsa testimonian¬ za che si articola in ventuno episodi. Il terzo è quello della diffamazione. Beneficiando della amnistia soltanto per il terzo genere di reati, che però è quello più lieve rispetto agli altri, le rimangono i due precedenti, che costituiscono un peso non indifferente. Ma, nonostante gli intuibili consigli di prudenza, Anna Maria Caglio ha deciso di sostenere l'urto degli avversari anche sul secondo fronte, quello della falsa testimonianza, che finisce per essere, data la sua vastità, il più pericoloso. Anna Maria Caglio dichiara di rinunciare all'amnistia Anna Maria Caglio dichiara di rinunciare all'amnistia Sarà quindi processata per calunnia e falsa testimonianza - Accetta l'indulto solo per la diffamazione Roma, 25 settembre. Anna Maria Caglio ha deciso di affrontare la battaglia alla quale, sia pure parzialmente, poteva sottrarsi. Ha rinunciato infatti a beneficiare dell'amnistia che l'avrebbe liberata immediatamente dalla imputazione di falsa testimonianza. Ha accettato soltanto il beneficio per quanto riguarda sei accuse di diffamazione che l'avrebbero costretta a difendersi insieme ad alcuni giornalisti responsabili d'avere pubblicato qualcuna delle sue dicharazioni rese durante il processo a Silvano Muto o nel corso dell'istruttoria condotta dal dott. Sepe. La « grande rinuncia > ha, in un certo senso, imposto al giudice istruttore, dott. Achilie Gallucci, di approfondire l'indagine che, dopo una sosta durante il periodo estivo, è stata ripresa in questi giórni ed in maniera anche notevolmente intensa. Anna Maria Caglio, su iniziativa dei suoi avversari, i cui maggiori esponenti, ovviamente, sono Ugo Montagna, Piero Piccioni e il parrucchiere per signora Bruno Pescatori, deve difendersi essenzialmente su tre fronti. Il primo è quello della calunnia. Le viene attribuito di avere accusato, pur sapendolo innocente, Ugo Montagna di averla sequestrata in casa, di avere tentato di ucciderla, di averla minacciata, di avere compiuto traffico di stupefacenti, di avere corrotto un pubblico ufficiale, quale l'allora capo della polizia dr. Tommaso Pavone, donandogli un appartamento, e di avere aiutato Piero Piccioni ad eludere le indagini della polizia; le viene attribuito dì avere accusato, pur sapendolo innocente, Piero Piccioni di umicidio e di avere calunniato, infine, Ugo Montagna e Bruno Pescatori sostenendo che entrambi avevano cercato di indurla, con un'offerta di denaro, a testimoniare il falso allorché ven ne interrogata a Venezia dal Tribunale. Il secondo fronte è quello della falsa testimonian¬ za che si articola in ventuno episodi. Il terzo è quello della diffamazione. Beneficiando della amnistia soltanto per il terzo genere di reati, che però è quello più lieve rispetto agli altri, le rimangono i due precedenti, che costituiscono un peso non indifferente. Ma, nonostante gli intuibili consigli di prudenza, Anna Maria Caglio ha deciso di sostenere l'urto degli avversari anche sul secondo fronte, quello della falsa testimonianza, che finisce per essere, data la sua vastità, il più pericoloso.

Luoghi citati: Roma, Venezia