Quattro milioni di lavoratori in sciopero per 48 ore in Argentina
Quattro milioni di lavoratori in sciopero per 48 ore in Argentina Tutte le attività del Paese bloccate da stanotte Quattro milioni di lavoratori in sciopero per 48 ore in Argentina All'agitazione partecipa buona parte ielle categorie operaie - E' stata ordinata in solidarietà con i metallurgici che non lavorano da agosto - Il governo teme che i sindacati comunisti e peronisti sfruttino lo sciopero a fini politici (Nosti Servizio pa.'àciìatci Buenos Aires, 22 settembre. Quattro milioni di lavoratori argentini entreranno in sciopero stasera a mezzanotte, per 48 ore, in segno di solidarietà coi metallurgici che, a loro volta, sono in sciopero dallo scorso agosto. L'agitazione, senza precedenti nella storia dell'Argentina, potrebbe paralizzare completamente il Paese. L'ordine di sospensione del lavoro diramato dai sindacati interessa ferrovieri, addetti alla navigazione aerea, personale postelegrafonico, bancari, commessi di negozio e addetti agli alberghi. Il via alla manifestazione lo hanno dato i sessantadue sindacati peronisti ed i diciannove comunisti; tuttavia, altre unioni sindacali vi hanno poi aderito. E' da ritenere che peronisti e comunisti intendano sfruttare lo sciopero a scopo politico. Ma, ufficialmente, esso ha carattere strettamente economico. Per questo il governo non ha cercato di ostacolarlo, e a quanto si è appreso anche le forze armate manterranno un atteggiamento di non intervento, limitandosi a tenersi pronte, all'rzione in caso di seri disordini. I ferrovieri sospenderanno domani il lavoro. Lo riprenderanno giovedì. I telefoni taceranno, eccezion fatta per quelli in collegamento automatico. Il personale degli aeroporti sarà in sciopero; solo qualcuna delle grandi compagnie potrà servirsi di personale volontario per l'atterraggio e il decollo dei suoi apparecchi. Gli uffici governativi saranno probabilmente aperti, ma solo i funzionari di rango più elevato si presenteranno al lavoro. In seguito alla adesione allo sciopero del sindacato commessi tutti i negozi di Buenos Aires saranno chiusi, e lo stesso vale per le banche. I giornalai hanno già deciso di non vendere giornali né ri viste per quarantotto ore. In serata si attende la decisione dei tipografi, che d'altra parte ha importanza relativa, dato che i giornali non saranno in ogni caso venduti e che anche il sindacato argentino della stampa (ckH U^lhpfknae il personale amministrativo e quello delle agenzie) ha deciso di scioperare. Ristoranti, bar, cabaret, caffè e bottiglierie resteranno pure chiusi per due giorni. Il sindacato musicisti ha stabilito di non partecipare a concerti — nemmeno alla radio — e allo sciopero di due giorni hanno aderito anche le unioni di moltissime altre categorie: tessili, metallurgici, mugnai, dipendenti delle industrie del petrolio, del vetro, del tabacco, della gomma, delle bibite gassate, delle cartiere, dei pastifici, del vino, e ancora i lavoratori delle industrie alimentari, delle fabbriche di dolciumi, dei calzaturifici. Sospenderanno l'attività anche i dipendenti delle centrali elettriche di Stato; non così quelli delle industrie elettriche private, che provvederanno all'erogazione di corrente pur asteìicndosi dalle riparazioni in caso di guasti. Si attende entro stanotte la decisione di tranvieri, dipendenti della metropolitana, anmmciatorl radio, lavoratori del gas, dipendenti dei servizi sanitari, tassisti, marinai, vigili del fuoco, insegnanti di scuole private, conciatori di pellami ed altri. Gli insegnanti delle scuole statali hanno già aderito. Il presidente Frondizi ha intanto annunciato- di avere < perdonato > cinque generali e dodici ufficiali di grado meno elevato che presero parte alla rivolta dello scorso giugno. Era stata predisposta una azione disciplinare nei confronti di diciassette ufficiali, ma un decreto presidenziale li proscioglie ora da ogni addebito, allo scopo di realizzare l'armonia nelle file dell'esercito e con l'augurio che l'armata < si adoperi per il bene del paeso. Fra i dissidenti perdonati è il tenente generale Arturo Ossorio Arana, che capeggiò la rivolta di giugno. Il ministro dell'Economia Alvaro Alsogaray, che ha anche le funzioni di ministro del Lavoro, addossa la responsabilità dello sciopero ai comunisti. Un suo comunicato afferma che i comunisti hanno esercitato forti pressioni in quasi tutte le assemblee con- r^trlTsSèVl ctpressioni e ingerenze di ogni genere continuano tuttora. (Il dottor Rodolfo Araoz Alfaro, rappresentante legale del partito comunista argentino, è stato arrestato domenica sera mentre prendeva l'aereo per l'Urss. Non è stato pubblicamente motivato l'arresto). Circola a Buenos Aires la voce che il governo intenda mettere al bando il partito facendo approvare dal Congresso una legge con il procedimento di urgenza. Già tempo fa è stata vietata al partito qualsiasi attività per tutta la durata dello stato (t'assedio in forza da novembre. Ma i trentadue sindacati del gruppo cosiddetto dell'Unione democratica, che si sono rifiu tati di aderire allo sciopero, danno la colpa soprattutto ai peronisti, pur non escludendo la responsabilità dei comunisti e di certe personalità, di go verno. u> p>
Persone citate: Arturo Ossorio Arana, Rodolfo Araoz Alfaro
Luoghi citati: Argentina, Buenos Aires, Urss
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