Kruscev con passione di vecchio contadino visita lo lowa immenso granaio dell'America di Antonio Barolini

Kruscev con passione di vecchio contadino visita lo lowa immenso granaio dell'America a Vogliamo combatterò con voi la pacifica battaglia dell9 agricoltura ii Kruscev con passione di vecchio contadino visita lo lowa immenso granaio dell'America La regione è coltivata secondo i metodi più moderni - Festose accoglienze delia popolazione - li capo sovietico ammira da competente i fertili campi - E' felice perché ora viaggia in automobile scoperta e può parlare con tutti quelli che incontra Oggi è ospite di Garst, proprietario di una delle più ricche fattorie di granoturco - «Non ho diritto di riposare» (Dal nostro inviato speciale) Des Moines, 22 settembre. Il -.Jet* giallo argenteo che ha portato Kruscev da San Francisco a Des Moines, la capitale dello lowa, è atterrato all'aeroporto municipale, nei pressi della città, alle 13,47 ora locale, corrispondente in Italia alle S0,47. All'aeroporto, ci saranno state, al massimo, una ventina di macchine, col muso allinealo davanti a un campo di grano. Avevano trasportato lì il governatore democratico dello lowa, Herschel Loveless, il sindaco e il gruppo dei notabili locali. Kruscev, benché all'arrivo il tempo promettesse pioggia e tirasse vento caldo, foriero di alta umidità e di classica nebbiosità verso sera, in queste pianure, appariva allegro. Teneva, ora in mano, ora in testa, la sua vistosa lobbia, non eccedeva nei gesti e nell'allegria o nel fragore; ma nemmeno era freddo. Aveva insomma assunto il tono giusto del saggio contadino che va in mezzo ai contadini. La fragorosità verrà semmai più tardi al banchetto, non ora; , nt pud P'acerc perciò stava come uno che, arrivando in mezzo a distese di terra, a ricchezze fatte di terra, dove tutto è soprattutto terra coltivata, si sentiva nel suo ambiente naturale. Il suo vigore, insomma, si è qui ritrovato subito nell'equilibrio e nel contatto di un altro vigore palese: la terra. Il verde, il giallo caldo, il biondo: l'aridità della pista, la campagna tagliata da grandi strade asfaltate, ma da rui trasuda ugualmente la polvere dei recenti estenuanti lunghi soli estivi e continentali: lo Jowa, una vera America, la vera grande immane provincia agricola americana. <A nome del popolo dello lowa — gli ha detto il governatore — i"i dò il mio benvenuto. Volando, siete passato sopra il grande cerchio di fiumi che segnano i confini del nostro Stato (il Missouri e il Mississippi). Ora, eccovi nel cuore dell'America. Dio ci ha dato la benedizione di poter contare su di una terra fertile e su di un popolo industrioso e ci ha fatto diventare una delle regioni più produttive di cibo che esistano al mondo. Noi infatti siamo conosciuti come lo Stato del mondo che riesce a produrre altissime piante di grano. Però, vi assicuro, anche l'industria, in questo Stato, ha avuto un alto sviluppo, permettendoci di avere un notevole equilibrio di forze produttive. < Sappiamo che voi avete un grande interesse nei metodi delle nostre progredite culture agricole. Noi ci auguriamo che, oltre a queste, possiate avere il tempo di rendervi conto anche di come viviamo, delle nostre imprese, delle nostre scuole, delle case dei nostri operai... ». Il discorsetto è piaciuto a Kruscev. E' infatti incredibile l'abilità con citi quest'uomo afferra immediatamente i sentimenti di un ambiente, il temperamento, il carattere dei suoi interlocutori. Conosceva Mr. Garst, (l'agricoltore, che, oggi, all'arrivo, non c'era, perché aspetta Kruscev domani, nella sua fattoria di Coon Rapids) e, vedendo il governatore, il sindaco, gli altri esponenti intorno a lui — questa è proprio gente solida — si dev'esser detto. Perciò eccolo, più che mai solido anche lui, sollecito solo di ciò che ai contadi- < Sono felice — ha risposto — di essere qui. Io so bene che, almeno per quel che riguarda | la coltivazione del granoturco, voi siete il primo Stato di questa federazione. Noi, russi, ci proponiamo di competere con voi in questa pacifica battaglia ». Man mano che parlava, si faceva allegro. Parlava di « battaglia del grano» anche lui, un dittatore anche lui. Ma non ci ricordava Mussolini. Abbiamo avuto l'impressione che Kruscev, nella sua forza, a differenza di Mussolini, avesse e abbia il senso dell'umiltà verso la terra. Si animò ancor più quando vide che la macchina che lo avrebbe portato in città era scoperta. Che tutta la polizia palese era rappresentata da una scorta di dodici motociclisti. Che, di là dalle reti dell'aeroporto la folla era discreta e che, nei pressi della città e nella città, s'infittiva. Alme no venticinquemila persone, si è calcolato. Des Moines, come si sa, ne 'conta 180 mila circa. Insignificanti i cartelli di protesta. Numerosi invece quelli di benvenuto. L'atteggiamento generale cordiale, festoso; notevoli manifestazioni di simpatia hanno riscosso anche la signora Kruscev e la famiglia. Durante la strada, Kruscev, pur salutando, si vedeva che era curioso di tutto. Guardava la campagna, poi le case, fermf- l'attenzione in particolare su di un gruppo di abitazioni di media classe operaia. Giunto all'albergo dove pernotterà, il « Fort Des Moines Hotel », si fermò stilla porta e, parlando spontaneamente alla folla, in risposta a qualcuno che gli aveva premurosamente domandato se era stanco: « Non ho diritto di esserlo!» ha risposto. Avevamo li davanti, sulla soglia del < Fort Des Moines Hotel » il Kruscev vitale di sempre, con la sua gioia dentro e con il suo patetico bisogno di strafare, di imporre se stesso per far presto, per creare un'opera grande; il risultato, per lui, è quel che conta. Le vite che costa, i dolori individuali son particolari trascurabili per la morale di questo pastore di armenti portati, d'un balzo, alla civiltà dell'era atomica, dalla barbarie delle loro steppe. Fu letteralmente felice quando vide il riso negli occhi di sua moglie per il mazzo di rose rosse che le fu offerto. Stasera ha fatto un primo giro nei dintorni ed ha visitato una grande fabbrica di trattori agricoli. Antonio Barolini Kruscev mangia un panino con salsicce che gli è stato offerto durante la visita a una fabbrica di carni in scatola a Des Moines, nella regione dello lowa (Telef.)