Le meravigliose conquiste della chirurgia cardiovascolare

Le meravigliose conquiste della chirurgia cardiovascolare Seicento specialisti di tutto il mondo al Congresso di Monaco di Baviera Le meravigliose conquiste della chirurgia cardiovascolare Nuovi emodotti per il corpo umano - La vita assicurata da minuscoli elettrodi nel cuore - Il sangue sostituito da un liquido artificiale - Interventi operatori ad iperpressione creano il rischio di embolia, come per i sommozzatori H Congresso della Società internazionale di chirurgia cardiovascolare si è concluso ieri in Monaco di Baviera dopo tre giorni di ininterrotti e, possiamo ben dire, fecondi lavori. I seicento chirurghi che vi hanno preso parte costituiscono una specie di avanguardia della chirurgia mondiale in quanto ad essi spetta il merito di avere sviluppato, nel volgere di quindici anni, il formidabile tema che, al termine dell'ultima guerra, fu posto da alcuni uomini quali Blalock, Gross, Crafoord, leggendari pionieri di una avventura considerata irrealizzabile : penetrare cioè, senza ucciderlo, nel cuore dell'uomo vivente per portargli l'opera ccrrettrice della nostra ma no armata. Chi scrive si è trovato partecipe di questa avveri tura nei suoi difficili, spesso angosciosi, a volte tragici inizi. Ascoltando durante l'attuale Congresso la ere scente valanga di contributi portati da collegb di ogni razza e favella ho avuto una nuova prova del mirabile meccanismo che la civiltà moderna ha creato per rendere rapidamente accessibile ai più lontani centri di studio quanto un tempo avrebbe richiesto la vita di una generazione. Di anno in anno posizioni che parevano luminose mete raggiunte vengono travolte e superate. Quelli che sono stati i nostri maestri appaiono pallidi personaggi della preistoria e noi che fummo i capi di altrettante pattuglie di giovani volonterosi, cominciamo a sentire la fatica di un troppo veloce cammino. I giovanissimi incalzano spingendosi sempre più in singoli settori lungo vie nuove ed inesplorate, verso l'infinito. Mantenere i collegamenti diviene compito di una estrema difficoltà: in pochi decenni gli uomini di punta arriveranno a limiti talmente lontani che si imporrà una revisione della nostra organizzazione per non cadere nel caos. Per intanto noi cerchia mo di seguire dai posti di comando e di guida i progressi che questi giovani, meravigliosi per fede e per entusiasmo, fanno compiere al nostro sapere. Quali siano stati questi progressi cercherò di riassumere da gli appunti di queste tre giornate, piene di idee e di avvenimenti. Un primo gruppo di rela zioni ha illustrato quanto si è fatto per riparare e sostituire gli organi periferici della circolazione del sangue. I chirurghi vascolari, tiuali pazienti e sapienti artigiani, si sono affinati nelle, loro arte. Hanno scoperto e plasmato nuovi materiali sempre meglio tollerati calla materia vivente, dimostrandoci casi in cui furono inserite decine di cenmetri di tubi elastici di dacron e di teflon nei quali il sangue scorre liberamente. Nel solo centro specializzato di Huston, millecinquecento pazienti hanno salvato le gambe, i reni, il cervello, la vita, grazie ad operazioni con le quali interi sistemi arteriosi come l'aorta-iliaca-femorali e loro rami, oppure arterie vertebrali e carotidi, appaiono sostituiti e corretti. Un nuovo impianto di irrigazione viene a fornire dopo l'intervento sangue al cervello, ai visceri, agli arti cui l'arteriosclerosi, aneurismi, lesioni arteritiche o venose di vario genere, impedivano l'indispensabile rifornimento. Anche dal più importante centro italiano di chirurgia vascolare, quello di Genova, un valoroso allievo della nostra Scuola, il prof. Malan, ha qui portato contributi originali e di conferma seguendo uh eguale indirizzo. Questi esempi saranno largamente seguiti ed in breve, accanto alle operazioni funzionali sul simpatico secondo Leriche, che mantengono un posto d'elezione nelle forme lievi, pren. deranno posto definitivo interventi sostitutivi dei vasi irreparabilmente obliterati. Un nuovo periodico in lingua inglese è stato fon dato ieri a Monaco quale or gano ufficiale della Società internazionale cardiovasco lare e, con voto unanime, affidato per la parte edito rdvqnnnpcpglltcagacsDPmfmntqcead riale alla «Minerva Medica» di Torino, per raccogliere, vagliare e diffondere ovunque queste vitali e rivoluzionarie conquiste. E' un riconoscimento che fa onore al nostro Paese e del quale, coi professori Malan ed Oliaro che ne sono stati i principali artefici, ci sentiamo orgogliosi. Un secondo gruppo di relazioni ha fatto il punto sulla chirurgia del cuore, punto che dimostra l'immenso cammino percorso nei due anni passati dall'ultimo congresso di Atlantic City. La chirurgia a cuore aperto in ipotermia o con circolazione extra-corporea si è imposta largamente. Dal lontano 1951 quando a Parigi annunciammo al mondo incredulo la prima felice applicazione sull'uomo del nostro cuore-polmone artificiale, in otto anni tutti i reparti operatori più qualificati si sono attrezzati con apparecchi perfezionati e complessi che giungono all'automatismo elettronico di quello della Majo Clinic, del costo di oltre cento milioni. In migliaia di casi il cuore è stato aperto e fermato, dopo avere deviato temporaneamente il circolo sanguigno e le più stupefacenti operazioni di plastica riparatrice sono state felicemente compiute. Mentre per alcune lesioni particolarmente gravi, quali le stenosi infundibolari congenite e certe insufficienze valvolari, la mortalità operatoria è ancora molto elevata, superando in alcune statistiche il 50 per cento, per altre, pure di vitale importanza, quali le stenosi valvolari e numerosi vizi congeniti, si è arrivati a guarigioni operatorie che sfiorano il cento per cento. Non è qui possibile entrare in dettaglio, ma su due strabilianti novità desidero richiamare l'attenzione. La prima coesiste nella introduzione, nello spessore del muscolo cardiaco, di un finissimo elettrode filiforme che può essere lasciato in posto anche per settimane, UIIIIlllllllllllllllHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIllllllt attraverso il quale vengono trasmessi impulsi elettrici ritmici da piccoli generatori di corrente a transistor, non più grandi di una scatola di sigarette, che l'individuo tiene accanto a sé o si porta in tasca. E' un metodo che ha del soprannaturale e che ha permesso di ottenere risul coveortocesosori., chtati preziosr e promettenti:vanell'immediato decorso post-1operatorio, dopo interventi fortemente traumatizzanti sul cuore, nonché in certi pazienti colpiti da sintomi minacciosi di rallentamento od arresto della funzione cardiaca. i « rai nechE' certo cosa che lascia per lo meno perplessi il pensare che la vita di un uomo possa essere affidata ad uno stimolo elettrico fornito dal- pila7izi19pe~.suimla rete stradale o da un qualsiasi altro generatore di corrente. Ognuno vede l'importanza che riveste in questi casi il controllo dei fili stpamcae conduttori e dei loro attac-!11 chi, nonché della sorgente j udi energia! Una seconda novità è data dagli studi del chirurgo olandese Boerema il quale, per ora in campo sperimentale sul cane, ha dimostrato che si può operare su organismi praticamente privi di sangue, sostituendo ai globuli rossi un liquido artificiale simile al plasma umano. Operando in camera ad iperpressione (occorrono almeno tre atmosfere) si aumenta in tale misura il coefficiente di solubilità dell'ossigeno in questo liquido da assicurare una sufficiente ossigenazione ai visceri più esigenti quali il cervello ed il cuore. Non sarebbe in tal modo più necessario ricorrere al sangue di donatori per i nostri cuori artificiali: però chirurgo e paziente, dopo l'intervento, dovranno sotto' porsi ad una lenta, gradua' le decompressione, della durata di almeno 40 minuti, per evitare il pericolo della embolia gasosa I lavoratori dei cassoni ed i pescatori subacquei a granie profondità avrebbe ro così nelle équvpcs chirurgiche del futuro nuovi Diiis(pè tovhvpvdalel'cpmcslatolIIIIIIllllllllllItlllIlllllllilllinillllllllllllllItlllIIIIIlI compagni di rischio e di avventura. Ma si tratta, per ora, di una prospettiva piuttosto lontana e di assai incerta realizzazione... Molti italiani hanno preso parte a questo Congres-1 so e tra tutti il gruppo to-jrinese del Centro di cardio chirurgia, fondazione « Gio- vannj Agnelli» è stato jll r !□ , i^ j manifestazioni dell„ , . „. „ . |« Centenario» e nostra aspi-] razione poter dimostrare che nella città dei « motori » an che il cuore ha trovato mae- più numeroso ed attivo nel- la discussione e nella dire-] 7innp HpI Pnnp-rpqin Por il,zione aei congresso, rer 11, 1961 si sono poste le basi1 per una riunione a Torino i~.. „i 4.„„: aì su alcuni temi di grande ! importanza. In quell'anno | stranze ben preparate, e capaci di contribuire validamente al progresso in un campo ove al sapere tecnico e scientifico si accompagna 11 divino. sentimento della umana pietà. Prof. A. M. Dogliotti Direttore della Clinica chirurgica dell'Università di Torino iiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiHiiii uuiiimiiii

Persone citate: Agnelli, Blalock, Dogliotti, Gross, Huston, Leriche, Majo, Malan, Oliaro

Luoghi citati: Genova, Monaco, Monaco Di Baviera, Parigi, Torino