L'ospite tra le attrici americane

L'ospite tra le attrici americaneL'ospite tra le attrici americane prendendo precauzioni che le autorità governative della California hanno orgogliosamente dichiarato superiori a quelle adottate sinora a Washington ed a New York. La folla dei curiosi era cortese al passaggio più che a Washington, e certo meno ostile che a New York. Nel primo tratto del percorso, lungo la distesa di casette color pastello, famiglie intere stavano a guardare dalla soglia degli usci, ed i bambini salutavano quasi tutti e di quando in quando si sentiva perfino qualche applauso. La vallata delle casette si chiama in genere « la camera da letto di Los Angeles » come antico quartiere residenziale, ed a Kruscev è apparsa nell'ora migliore, piena di animazione festiva. Giovanotti e ragazze in costume da bagno e in prendisole lo guardavano ridendo, e Kruscev ricambiava lunghe occhiate, un poco anche per distogliere l'atten1 zione da vari altri piccoli gruppi di persone più serie e più fosche d'aspetto che ostentavano al braccio una fascia nera in segno di lutto per l'Ungheria ed ostinatamente tenevano le mani affondate nelle tasche dei pantaloni. All'ingresso degli studi del¬ lppnpussoccnn la «Fox», dove Kruscev era atteso a colazione, cinquemila persone si erano ammassate per vederlo arrivare. Sostavano da ore ed hanno avuto in premio la visione di uno degli uomini più potenti e più temuti del mondo, più detestati e più obbediti, in preda ad una eccitazione che era quasi fanciullesca. Tanto la gioia di Nikita era comunicativa che sorrisi di meraviglia e di allegria si diffondevano come contagio tutto intorno. Gli applausi sono stati meno rari del solito, e Kruscev per rispondere si sporgeva dalla macchina gridando a. tutta voce la sola parola di inglese che sembra abbia imparato durante il suo soggiorno americano: « Okay, okay ». Trasudava giovialità. Dopo il Kruscev polemico verso i giornalisti del Press Club di Washington, dopo il politico sconcertante apparso ieri alla tribuna delle Nazioni Unite; il Kruscev di California è un Kruscev tutto turistico, pazzamente curioso delle meraviglie della capitale del cinema. Sedendosi a tavola per la colazione ha fatto tradurre dal suo interprete Oleg Troyanovsky parole e concetti che non si conoscevano nel suo re¬ pertorio: «Questa vostra cittàicon la sua meravigliosa luce solare mi ricorda molto la Crimea, o forse anche Baku ». Spyros Skouras, presidente della «Twentieth Century Fox» ha avuto un soprassalto: «Avete detto Baku?» ha domandato. « Sì, perché anche noi abbiamo petrolio attorno a Baku » ha risposto Kruscev. Attori e attrici lo guardavano con attenzione scrupolosa, come usa la gente di teatro che si trovi al cospetto di un imprevedibile concorrente, sbucato fuori da dove meno lo si aspetterebbe. Non seguivano la sua conversazione da lontano, e forse ne avrebbero avuto motivo di sorpresa anche maggiore. Più planamento, Nina Petrovna parlava con Frank Sinatra che le sedeva a lato, ma la pungente curiosità di tutti (c'erano Marilyn Monroe, Gary Cooper, Tony Curtis, Kirk Douglas, Bob Hope, Jack Benny, Danny Kaye, David Niven, Deborah Kerr, Kim Novak, Ginger Rogers, June Allyson, Judy Gaiiand, Zsa Zsa Gabor che facevano corona) era indiscutibilmente rivolta a Kruscev. Finalmente Nikita ha preso la parola per raccontare la sua vita: «Io ho cominciato a la- ivorare quando ho imparato a camminare. Fino a quindici anni sono stato pastore, mi occupavo dei vitellini di un capitalista. Poi ho lavorato In una fabbrica per un tedesco. Poi in una miniera di proprietà francese e in una industria chimica di un belga. Adesso sono il primo ministro del grande Stato sovietico e non mi vergogno del mio passato. Perché ogni lavoro merita rispetto. Credo comunque che avrei fatto meglio a tentare la carriera dell'attore anch'io ». Salutato da applausi e da risate, Kruscev ha voluto dare prova di altre risorse del suo repertorio. Facendosi improvvisamente serio e quasi drammatico nel ricordare i titoli di gratitudine che la Russia deve all'America per l'aiuto che ha ricevuto al momento della necessità di sviluppare le sue industrie: «In quella cinematografica abbiamo ancora molta strada da fare per raggiungervi, ma vi raggiungeremo, state certi, e vi supereremo. A voi resterà sempre la soddisfazione di avere avuto dei buoni allievi e di essere stati dei buoni maestri. Capitalisti, attenzione: il nostro treno sta andando avanti, cercate di salirvi, se vi riesce ». Vittorio Gorresìo ruscev accolto nei teatri di posa di Hollywood dalla bionda attrice Anita Louise (a sinistra) e dalla signora kouras, moglie del presidente della «Fox». Cinquemila persone erano ad attenderlo agli ingressi (Telefoto)