Il dignitoso benessere degli austriaci è assicurato dal lavoro delle mogli di Enzo Bettiza

Il dignitoso benessere degli austriaci è assicurato dal lavoro delle mogli A Vienna il tenore di vita non conosce lusso, ma neanche miseria Il dignitoso benessere degli austriaci è assicurato dal lavoro delle mogli I salari e gli stipendi medi si aggirano tra le 50 e le 75 mila lire - Ma un vestito costa 85 mila lire, il fitto di un alloggetto 50 mila, una cravatta quattromila - I guadagni non basterebbero se non lavorassero anche. le donne (Dal nostro corrispondente) Vienna, 14 settembre. Ritornati gli ultimi turisti italiani a casa (e ce ne sono stati molti, in Austria, quest'anno), possiamo ora dire che la reazione più spontanea di quasi tutti i connazionali che ci confidavano le impressioni sul loro soggiorno austriaco, si è riassunta sempre in un'esclamazione di amareggiato stupore: ma la vita costa troppo in Austria! Questi turisti si dividevano in due categorie: taluni erano ritornati qui dopo sei o sette anni di assenza, altri invece vi erano giunti per la prima volta, sulla scia dei ricordi felici di qualche amico, fermo, con la memoria, a quel periodo d'oro per il forestiero in Austria che, grosso modo, ab¬ EIIII IIIMEIIIlllIlllllllItlllilIlllItLlllilttllllElilì braccia il quinquennio fra l'apparizione sullo schermo del « Terzo uomo y e la firma apposta dal cancelliere Figi sul trattato di pace con la Russia e le Potenze occidentali. Era il tempo caratterizzato da una Vienna avventurosa e provvisoria, spaccata, come Berlino, in quattro zone militari : la miseria, il contrabbando dei medicinali, le aggressioni e i rapimenti politici nel cuore della città costituivano lo sfondo cupo ed eccitante sii cui il turista beveva, nel più lussuoso locale notturno, una fiasca di spumante per pochi scellini. L'Austria di allora fu, insomma, il vero < eldorado > per i gaudenti e per i risparmiatori stranieri. La situazione è radicalmente mutata. Nel giro di poctiis- l.illlìll lllillirilllll tlIilIllllllEliMIIlCIIll simi anni, l'Austria è divenuta un paese ordinato, piccoloborghese, modestamente agiato e non ricco come la Germania, e caro, se non proprio carissimo, come la Svizzera. Il tempo favoloso in cui con 500 scellini, 12 mila lire circa, si poteva trascorrere una giornata intensa di piaceri, mangiando nei migliori ristoranti, correndo a destra e a manca in taxi, sostando nei bar, concludendo infine la serata in un locale notturno con consumazioni dal prezzo irrisorio, appartiene ormai alla preistoria della Seconda Repubblica. Oggi una sola bottiglia di spumante, in un mediocre locale notturno, costa 500 scellini. Ciò che ancora confonde i calcoli del turista, è il fatto che il riassestamento economico di questo paese non fu graduale, come in altre nazioni sconvolte dalla guerra, ma stranamente improvviso: un processo degli ultimi quattro anni. Mentre la grande cugina, la Germania, compiva già da tempo il suo miracolo, qui Lazzaro non risuscitava ancora. Fino al termine dell'occupazione militare, cioè fino al 1956, tutto in Austria soggiacque a una legge di compressione: gli austriaci mangiavano poco, guadagnavano male, vestivano malissimo, ricostruivano lentamente, spendevano con estrema moderazione (era quello l'ambiente d'ecctz'.cr.c in cui il turista, per contrasto, ancora nel 1955 e '56, si sentiva ricco con poco). Ma, cessata l'occupazione militare, cessato specialmente l'incubo dell'occupazione sovietica, la risurrezione del paese si compì d'un colpo. 1 negozi si riempirono, le strade rigurgitarono di automobili, salari e prezzi si attestarono su una spirale europea. Lo scellino, dal giorno alla notte, s'inserì fra le più stabili monete europee, con una copertura aurea equilibratissima. Cominciarono ad affluire, soprattutto dalla Germania occidentale e dall'Italia settentrionale, notevoli investimenti di capitali. Vienna, in questo clima di ripresa fulminea, diuenne presto, a detta di tutti gli stranieri, una delle capitali più care d'Europa, mentre il benessere medio della popolazione si allargava, i prezzi si facevano sempre più sostenuti, i fitti sbloccati salivano: oggi tre locali vuoti con servizi si aggirano intorno alle 50 mila lire mensili; lo stesso appartamento ammobiliato sale dalle 70 mila alle 75 mila lire. Ancor più indicativo è il costo di altre spese, sia spicciole, sia voluttuarie o di primissima necessità. La media sul tram, che qui si paga secondo le diverse distanze, è di 50 lire; un bicchiere di vi no può costare anche cento lire in un qualsiasi bar; una cravatta di qualità, in un negozio della Kurnterstrasse può superare le 4 mila lire: un vestito tagliato da un sarto che si distacchi appena dalla mediocrità, sale subito, com presa la stoffa, alle 85 mila lire. Calze di nylon, scarpe da donna, confezioni per bambi ni, hanno in genere prezzi che, rispetto a quelli italiani, sono esorbitanti. Nella stessa Vienna salari e stipendi, la cui media si aggira fra le 50 mila e le 75 mila lire mensili, sono decorosi, ma come si vede niente affatto eccezionali: anzi, nella capitale almeno, il potere di acquisto di una paga normale non è dei più brillanti. Fanno da contrappeso, si capisce, a questa situazione generale che tende alla mediocrità eco¬ nvgcsmsmscgaccnnfs nomica, il pieno impiego, il lavoro frequentissimo delle mogli, le solide assicurazioni sociali. Cosi il tono dominante della vita austriaca attuale è quello, più che di un benessere alla tedesca, di un agio medio, un po' grigio, senza sperperi di lusso, né vuoti di miseria. In questo clima di sazietà equilibrata, esente da capricci, gli elettrodomestici, la televisione, che costano troppo, rappresentano ancora per la grande maggioranza un traguardo da raggiungere. I prezzi, intanto, specie degli alimenti, hanno accennato a prendere una rincorsa preoccupante proprio negli ultimissimi tempi. E poiché dal rincaro improvviso sono stati colpiti proprio aie generi, la carne e le patate, che qui sono ella base dell'alimentazione, c'è stata, quattro giorni fa, una massiccia levata di scudi della stampa e della segreteria generale dei sindacati, i quali, senza chiedere ancora un allineamento dei salari ai nuovi rialzi del mercato alimentare, hanno minacciato però di farlo se il governo non interverrà prontamente a frenare la situazione. Nel Parlamento, riapertosi da poco, alcuni deputati socialisti hanno già fatto sentire la loro voce. Lo stato d'animo, tuttavia, dell'uomo della strada è ben lungi dal pessimismo, e da un recente sondaggio Gallup è risultato che la maggioranza degli austrìaci, nelle campagne e nelle città, considera oggi la stabilità economica della Seconda Repubblica molto più solida e prometten te di quella dell'agitata Repubblica prima dell'Anschluss UgmpnrncnfzvcfVilpsrVdcssos lllllUllllllillillllllllllll minimi ili Una certa insoddisfazione re gna invece nei circoli econo micamente e politicamente più responsabili: essi ritengono che l'Austria, tagliata fuori com'è dal Mercato Comune, non potrà mettersi al passo con i grandi Paesi europei fino a quando non entrerà in funzione concreta la famosa zona di piccolo scambio, favorita dall'Inghilterra, ma cui progetti sono ancora in fase di gestazione. Enzo Bettiza

Persone citate: Gallup