Parlano a Mosca i costruttori del razzo di Alberto Ronchey

Parlano a Mosca i costruttori del razzo Parlano a Mosca i costruttori del razzo (Dal nostro corrispondente) Mosca, 14 settembre. < Dopo questo laboratorio scientifico deve arrivare sulla Luna l'uomo. E' un compito difficile, ma la soluzione del problema non è molto lontana anche se non dei prossimi mesi ». L'Accademia delle Scienze dell'Urss, tempio dei successi sovietici degli ultimi due anni, ha risuonato stasera di molte dichiarazioni del genere, durante una serrata conferenza-stampa in cui gli scienziati hanno detto soltanto quello che volevano, cioè pochissimo, sul razzo che ha raggiunto la superficie lunare. Hanno parlato i celebrati professori Kukarkin, Sedov, Kalinin, Viernov e Feodorov, pronunciando molte volte il nome di Kruscev, in procinto di partire per l'America, ma non avventurandosi mai oltre quello che i comunicati ufficiali avevano già sobriamente chiarito a proposito degli scopi, della struttura e dei risultati informativi del Lunik II. Ci è stato precisato che la t capsula» fu in contatto con la Terra per ponte radio fino a pochi secondi prima dell'urto. La traiettoria raggiunse un altissimo grado di precisione rispetto ai calcoli preventivi. Ciò fu possibile gra¬ zie a un'automazione perfetta degli strumenti fino a una distanza imprecisata, ma comunque minima, dall'obiettivo. Sarebbe stato sufficiente un errore di un metro su 11.200 al secondo nella velocità di partenza, di un grado nel calcolo degli angoli, di pochi secondi nel tempo di lancio, perché l'esperimento fallisse. La « capsula » è caduta fra il Mare della Serenità e il Mare dei Vapori, in una zona della superficie binare che è stata individuata con un'approssimazione di 200-800 chilometri. I calcoli supplementari daranno notizie ancora più precise. Gli scienziati non sanno, invece, che cosa è accaduto nell'ultimo stadio del razzo. Ci sono state mostrate quattro fotografie della cometa artificiale (nuvola di vapori di sodio) sprigionatasi dal razzo sabato sera. Centinaia di altre fotografie continuano a pervenire a Mosca da tutti gli osservatori dell'Asia Centrale, del Caucaso, della Crimea e dell'Ucraina. Sono al vaglio della scienza sovietica le indicazioni trasmesse dal razzo nell'ultima fase del suo percorso, che sveleranno definitivamente il mi- o o a a o o i 0 stero del magnetismo terrestre. Le particelle micro-meteoritiche, non maggiori di un miliardesimo di grammo, hanno colpito ogni secondo un metro quadrato del razzo. Queste notizie sarebbero preziose per valutare il grado di deterio\rnmento della superficie delle future navi cosmiche. Le informazioni rese dalle apparecchiature scientifiche del razzo saranno pubblicale e accessibili a tutti gli scienziati del mondo. La loro decifrazione e i relativi calcoli sono in corso. Gli scienziati hanno risposto evasivamente a numerose domande, hanno smentito che il successo del razzo sia stato preceduto da altri esperimenti falliti e rimasti segreti, non hanno voluto rivelare di quanti stadi si componesse il Lunik II, né quanto tempo sarà necessario per il « trattamento dei risultati ottenuti ». Hanno dichiarato, invece, che subito dopo il lancio furono certi del raggiungimento dell'obiettivo. La conferenza-stampa ha aggiunto ben poco a quanto si sapeva, ma è jtata utile almeno per conoscere personalmente i maghi del primo volo interplanetario. I sei professori hanno par'nto con estrema scioltezza, ■V.fendendo la loro reticenza con doti notevoli di humour, nonostante il crepitare dei flashes fotografici, ed hanno fatti concluso augurando a Kruspev buon viaggio per l'America. Una giornalista americana ha domandato, sorridendo, se l'Unione Sovietica avanzerà pretese territoriali sulla Luna. Il -prof. Topichev ha risposto con tra secco « no ». Un suo collega ha aggiunto che In Luna è di tutti. Si era appreso in quel momento che Kruscev recherà in dono a Eisenhower un facsimile dell'emblema sovietico (con bandierine) sepolto ormai nella Luna con il contenuto scientifico della capsula spaziale. « Gli scienziati dell'Unione Sovietica — ha detto testualmente Kruscev — che hanno progettato il razzo e lo hanno inviato sulla Luna mi hanno fatto dono di una riproduzione del vessillo che è stato portato dal razzo sovietico. Sono felice di porgere in dono la riproduzione di tale vessillo al presidente degli Stati Uniti signor Eisenhower ». Circa il dono del vessillo al Presidente americano, Kruscev ha ancora detto: « Facciamo in modo che questo emblema divenga un simbolo che unisca gli sforzi degli liscien^i'nfi sovietici ed americani, progettisti e lavoratori, ed unisca gli sforzi dei nostri popoli nell'attività creativa, nella lotta per migliorare i rapporti tra i nostri due Paesi, per la pace sulla terra tra tutti i Paesi*. ^Vorremmo — ha detto — collaborare con tutto il mondo per il bene dell'umanità. Non ho mai dubitato delle buone intenzioni del Presidente degli Stati Uniti che, invitandomi, ha manifestato il suo desiderio di trovare il mezzo per migliorare la situazione internazionale. Abbiamo dimostrato che il popolo sovietico è ben deciso ad utilizzare l'energia atomica per scopi pacifici. Speriamo che il nostro appello venga raccolto da tutti oli Stati ». « L'umanità vive oggi in tempi meravigliosi — ha concluso Kruscev — E' il tempo della fioritura della scienza e della tecnica, dell'economia e della cultura, un tempo in cui ■ i racconti delle fate stanno diventando realtà. La nostra visita agli Stati Uniti coincide con due avvenimenti di enorme importanza: per la prima volta nella storia, un razzo spaziale, lanciato dal popolo sovietico, ha raggiunto la Lu¬ na, il primo rompighiaccio atomico "Lenin" è partito per il suo viaggio inaugurale. « Quanti romanzi di fantascienza, quanti racconti di fantasia e quanti poemi sono stati scritti intorno al sogno di un volo verso la Luna! Per intere ere gli uomini ax-evano sognato di viaggiare nello spazio ed ora noi siamo sulla soglia di questo sogno audace. Per decenni gli scienziati hanno lavorato duro alla realizzazione di una nave capace di recarsi direttamente al Polo Nord ed ora una nave simile è stata costruita ed attrezzata ». L'Accademia delle Scienze, naturalmente, e in festa. Gli ospiti stranieri sono stati accolti con*vigorose strette di mano e molta euforia. Alberto Ronchey