Un carabiniere spara contro sette banditi ne uccide uno ed è freddato a colpi di lupara

Un carabiniere spara contro sette banditi ne uccide uno ed è freddato a colpi di lupara Tragica, imboscata in una strada in provincia di Palermo Un carabiniere spara contro sette banditi ne uccide uno ed è freddato a colpi di lupara / rapinatori avevano già fermato e depredato undici persone in auto • Sopraggiunge una 1100 con a bordo il milite in borghese - Egli spalanca la portiera, si getta nella scarpata e scarica la pistola sul gruppo - Trapassato da una decina di pallottole - Un altro bandito ferito - Vasta battuta con cani poliziotti ed elicotteri (Dal nostro corrispondente) Palermo, 8 settembre. Un nuovo gravissimo episodio di banditismo è avvenuto nelle prime ore del mattino a qualche chilometro da Corleone in provincia di Palermo: un gruppo di banditi, dopo avere rapinato undici automobilisti, ha fermato una macchina, sulla quale si trovva anche un carabiniere; questi, con coraggio incredibile, si è gettata fuori dall'udita, iis scaricato la pistola contro i delinquenti, uccidendone uno e ferendone un altro, ed è quindi caduto morto, trapassato da una decina di pallottole. La sanguinosa aggressione è avvenuta poco dopo le 2 del {mattino. Numerosi individui\arenati, sembra non meno di ' sette, avevano bloccato la stravda con grosse pietre, in un I punto in curva e in ripida sa-\lita. Quattro automobili, pro-\venienti da Palermo e dirette [ad Agrigento, venivano ferma- : te a breve distanza l'una dall'altra dai banditi, che, il viso coperto da fazzoletti scuri, sotto la minaccia di fucili e pistole, costringevano i passeggeri a consegnare loro tutto quanto possedevano. Undici persone erano così depredate di orologi, denaro e oggetti preziosi, per un valore complessivo di mezzo milione di lire. Quando già pareva che i malviventi stessero per dare la via libera alle quattro macchine, sopraggiungeva un'altra automobile. I banditi si disponevano ai lati della strada, in modo da avere la macchina sotto il fuoco del fucili caricati a lupara, e intimavano l'alt. Dalla vettura discendevano alcune persone, fra le quali un carabiniere in borghese, Clemente Bovi, di 32 anni, il quale stava tornando a Caltabellotta per riprendere servizio. Il milite era in permesso e tornava dal suo paese Ciminna, dove aveva trascorso la giornata con la moglie e la sua bimba di un anno, in occasione della festa patronale. All'intimazione di gettarsi a terra e consegnare tutto quanto possedeva, il carabiniere non seguiva l'esempio dei suoi amici e agiva di sorpresa, con sprezzo assoluto del pericolo. Egli usciva dalh'oitiO'-crS'ir&cvwla■••pistola^ordinanza e, gettatosi nella breve scarpata sul lato destro della strada, apriva il fuoco contro i banditi, scaricando tutto il caricatore. Due banditi, raggiunti dalle pallottole, si accasciarono. Ila nel frattempo anche il corag gl'oso carabiniere, sul quale si era diretto il fuoco incrociato degli assassini, era stato col' pito. Prima che rotolasse al suolo uno dei malviventi gli puntava aurora il fucile a un fianco e lasciava partire una scarica. Poi i brinditi arretrarono continuando a sparare in direzione dell'auto dalla quale era disceso il carabiniere. Due o tre si diressero verso la contrada Drago, mentre altri prendevano la direzione opposta. Entrambi i gruppetti trascinavano con sé un ferito. Sul posto giungevano poco dopo i carabinieri della stazioiie piii vicina e alle prime luci dp'.i'alba da Palermo il. comadante deVu Legione e II questore che assumevano la direzione delle indagini. Veniva subito effettuato un vasto rastrellamento nel corso del quale, molte ore dopo, verso le 14,80, alcuni carabinieri, seguendo tracce di sangue per circa due chilometri fra i campi di stoppia, rinvenivano il cadavere di un giovane sui k'i anni, privo di documenti. Prima di abbandonarlo, gli altri banditi gli avevano sottratto il portafoglio e ogni cosa. Il corpo giaceva in un terreno arato di fresco, accanto al torrente Belice; un ceTifi-i )ioio di metri prima i carabinieri avevano notato una larga macchia di sangue E' presumibile che il ferito sia stato trascinato dai compagni, i quali però, accortisi che le sue condizioni erano gravissime, abbiano giudicato pericoloso proseguire la fuga con lui. Lo lasciarono così morire in quel luogo. Il giovane, pure stanco e stremato, aveva probabilmente tentato di con- vcMe tinuare la marcia, ma era perito per dissanguamento. Un'altra pattuglia di carabinieri notava sulla parte sinistra della strada una lunga striscia di sangue che ad un certo punto finiva; si trattava del sangue lasciato dall'altro malvivente ferito. Non è escluso che anch'egli sia stato abbandonato morente dai complici. Le ricerche continuano con l'impiegò di cani poliziòtti e di alcuni elicotteri. Tutta la zona, campagne, casolari, villaggi, paesi, è stata battuta a palmo a palmo dalle forze di polizia. La saima del giovane carabiniere è stata oomposta nella stazione di Corleone. I funerali si svolgeranno domani mattina. . . f. a. Carabinieri e agenti di polizia armati sul luogo dove è stato trovato il cadavere del bandito (Teleluto) fiiiiiiiiiii>iiiiiiiiitii[iiitittiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiliiifliliiiiiiiiriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiitiiiiiiiitiiiliiiii Il carabiniere ucciso, Ole» mente Bovi (Telefoto)

Persone citate: Clemente Bovi

Luoghi citati: Agrigento, Caltabellotta, Ciminna, Corleone, Palermo