Meneghini: "Ho il mio carattere, ho preso la decisione, tutto è finito,, di Gino Nebiolo

Meneghini: "Ho il mio carattere, ho preso la decisione, tutto è finito,, Meneghini: "Ho il mio carattere, ho preso la decisione, tutto è finito,, Ha parlato con tono spento, in cui l'amarezza soverchiava l'ira - Si è congedato presto: «Scusate, devo andare dai miei avvocati, abbiamo una montagna di lavoro» (Dal nostro inviato speciale) Sirmlone, 8 settembre. Il comm. Giovanbattista Meneghini ha confermato oggi le voci che il suo matrimonio con la Callas è naufragato. Ha detto: c Con Maria Callas è iinito tutto. Non ritornerò sui miei passi, io ho il mìo carattere e la decisione l'ho presa ». Parlava con un tono spento, in cui l'amarezza soverchiava l'ira. Si portava di frequente una mano sugli occhi. Aveva il volto tirato e bianco. Gli è stato chiesto se la separazione trova consenzienti eia lui che la moglie. « E' ancora presto per parlare di queste cose. Noi stiamo tentando di arrivare ad una soluzione amichevole. Se gli sforzi falliranno, credo che finiremo ai ferri corti. Ripeto che io ho il mio carattere ». Improvvisamente la voce gli si è fatta più acuta, ed è stato quando un giornalista ha pronunciato il nome di Onassis: < Basta con Onassis! Onassis vuol dare lustro alle sue navi col nome di una cantante famosa. Lui ha i suoi miliardi... e adesso, per favore, lasciatemi andare dagli avvocati. Abbiarro una montagna di lavoro... ». Ha salutato gentilmente, ricomponendosi, ed è ritornato nella villa. Più tardi i legali del Meneghini, avvocati Bisinelli di Verona e Vescovini di Padova, sono partiti con un'automobile veloce, una « Mercedes » di color grigio, alla volta di Milano per incontrarsi insieme all'avv. CalviScavini di Torino, al quale la signora Callas ha affidato l'incarico di condurre le trattative. Giovanni Battista Meneghini 6 rimasto fino a sera nel grande edificio di Sirmione, con il fratello Giannino, un ex-colonnello che dirige la fabbrica veronese di laterizi di cui un tempo il commendatore era comproprietario; il giardiniere ha respinto i fotografi che tentavano di varcare i cancelli; dall'interno della villa si udiva un telefono che squillava senza che nessuno si curasse di sollevare il microfono. Ormai tutto era nelle mani dei lesali: se non riusciranno a I trovare una formula di compromesso per l'accordo, ai avranno nuove e forse più cocenti dichiarazioni, la curiosità del pubblico sarà esaurita fino in fondo. Il pubblico, infatti, si domanda: « Su che cosa verte la frettolosa manovra degli avvocati? E perché Meneghini ha rotto i ponti con la moglie?» (Pare sia stato lui a compiere la prima mossa). Per ora non si conoscono 1 fatti nelle loro reali dimensioni, né ci è nota in proposito l'opinione « ufficiale » delle due parti. Ma ci sono le indiscrezioni degli amici, di coloro che a Verona hanno seguito da vicino le ultime vicende del fallimento matrimoniale, e dicono di non igno¬ rarne le cause immediate e remote. Prendiamole con largo beneficio di inventario. Essi sono concordi nell'escludere che all'origine della rottura vi sia il preteso flirt della Callas con l'armatore Onassis. Anzi, escludono che tale flirt sia mai esistito. Pongono l'accento sull'amicizia innocua del soprano con il connazionale, amicizia che non avrebbe mai varcato i confini del lecito. Invece, secondo loro, sarebbero in gioco interessi di natura finanziaria. Affermano che la Callas e Onassis, da un mese, durante la famosa crociera nel Mediterraneo, avevano deciso di fondare una società, con capitali misti, alla quale però il comm. Meneghini sarebbe stato estraneo. Dì qui la brusca presa di posizione dell'ex industria'e veronese. Queste voci non mancherebbero di una certa verosimiglianza. Come ormai tutti sanno, egli e la moglie erano legati non solo da vincoli affettivi, ma da solidi lega-mi patrimoniali. Il Meneghini era l'impresario e l'amministratore del soprano — a Verona dicono che sia un amministratore dal fiuto sottile — sin dai tempi delle nozze, cioè dal 1949. Rinunciò all'attività di fabbricante di laterizi e con la somma ottenuta dai fratelli, ai quali cedette i diritti sugli stabilimenti, si dedicò alla carriera artistica della consorte. Ebbe fortuna: Maria diven- tò una delle più acclamate cantanti liriche del mondo. Il Meneghini investiva i ricchi cachets della consorte in proprietà immobiliari e in beni mobili (si è spesso parlato dei veri tesori d'arte, quadri e gioielli, conservati nelle case di Milano, Verona, e nella stupenda villa di Sirmione). Parte degli immobili fu intestata a società di cui marito e moglie erano gli unici soci. In tale intrico patrimoniale la vertenza assume aspetti complessi. Ora, sempre secon do gli amici, il commendatore vuole sciogliere, insieme a quello sentimentale, anche il sodalizio finanziario. Corrono voci di vario genere: una parla persino della somma che Meneghini avrebbe chiesto a Maria per comporre la questione; e si dice, non si sa con quanto fondamento, che il soprano non abbia offerto che la metà di quanto il marito vorrebbe. « Sono troppo amareggiato, non voglio esprimere nessun apprezzamento. Non sarei sereno, e preferisco evitare un inasprimento della situazione già molto dolorosa ». Giovanni Battista Meneghini aveva rifiutato di parlare della sua crisi coniugale esprimendosi ieri con queste frasi. Oggi è uscito dal riserbo ed ha fatto tramontare definitivamente la possibilità di una riconciliazione con la giovane moglie. Gino Nebiolo

Luoghi citati: Milano, Padova, Sirmione, Torino, Verona