II pieno successo degli atleti italiani ha concluso i Giuochi mondiali universitari

II pieno successo degli atleti italiani ha concluso i Giuochi mondiali universitari Il festival dello sport goliardico sui campi e neèàa piscina torinese II pieno successo degli atleti italiani ha concluso i Giuochi mondiali universitari Torino ha ospitato 1700 atleti di ogni nazione - Complessivamente circa 150 mila spettatori hanno seguito con entusiasmo lo svolgimento delle gare - Dal primato mondiale di Kuznetsov a quello italiano della Leone - Berruti si è confermato campione di valore europeo I millesettecento atleti clic si erano radunati a Torino hanno lasciato la città, l'Universiade è finita. Domenica, sulle piste c sitile pedane dello Stadio comunale, si sono disputate le ultime pare, riservate all'atletica leggera, poi i goliardi han partecipato a ranghi compatti, campioni e non campioni, ad un festoso ballo d'addio. Qualche fotografia ricordo, il russo insieme con l'inglese, la giapponesina lapidatrice di giavellotto con il negro i:elocista della Nigeria, Kuznetsov e la Balas, primatisti mondiali, insieme con la Leone primatista italiana. La adunata della gioventù di cinque continenti quindi s'è sciolta, nell'atmosfera sempre un po' triste degli addii. Tempo di bilanci. E' riuscita, l'Universiade di Torino, sulla, quale, alla vigilia, erano in tanti a nutrire dubbi, sotto sotto alimentati dal desiderio dì assistere ad un clamoroso fallimento? L'Universiade è riuscita, il suo successo è stato soprattutto un successo di pubblico, le sette discipline sportive dei Giochi universitari, dal nuoto all'atletica, dalla scherma al tennis, dalla pallanuoto alla pallacanestro, alla pallavolo, hanno esercitato un notevole richiamo sul pubblico torinese: molte riunioni serali di basket e di waterpolo han fatto registrare il « tutto esaurito », tanto da richiedere l'intervento della polizia per frenare lo slancia di chi era rimasto fuori senza posto e l'ultima giornata ha richiamato al « Comunale» non meno di ventimila spettatori, in un clima d'entusiasmo paragonabile all'ambiente infuocato del più schietto tifo per il calcio o per il ciclismo. La manifestazione, anche sotto l'aspetto puramente sportivo, è stata, nel complesso, degna dell'attesa e dell'interesse che l'hanno circondata. Sono mancati alcuni grossi nomi, ma la lotta si è mantenuta sempre viva ed accesa, si da offrire un nuovo limite mondiale ed un nuovo primato italiaìio. Il limite mondiale nel pentathlon, il primato italiano l'ha raggiunto la Leone, nei 200 metri piani. In molte prove gli atleti si son battuti su tempi e misure di valore europeo, a cominciare proprio AMfftSt.Mobilita..do.Ku.mstl>PV. dal nuoto che ha aperto il ciclo di competizioni. Pucci, Dennerlein ed il sovietico Luzkovskji sono stati i personaggi meglio in vista, sia per i successi ottenuti sia per i tempi realizzati. L'episodio-chiave, almeno per il nuoto, l'episodio che resterà a lungo nel ricordo di chi vi ha assistito è la finale dei 100 stile libero. Pucci ha staccato Luzkovskij, Pucci vola verso il trionfo. Manca una bracciata al bordo della vasca, Pucci è in vantaggio di pochi centimetri, che dovrebbero essergli però sufficienti a garantirgli la vittoria. Pucci si ferma d'improvviso, vince il russo. La folla ammutolisce. Pucci esce dall'acqua e spiega di essersi sbagliato, d'aver fatto male il conto delle bracciate. Una < svista» destinata a rimanere memorabile, nella storia del nuoto. Nonostante l'imprevedibile sconfitta di Pucci, nuotatori e nuotatrici azzurri hanno largamente dominato la scena: sette medaglie d'oro, su quindici che erano a disposizione. Un terzo posto nella pallanuoto, dietro i fortissimi jugoslavi e gli ungheresi, un quar¬ to posto nilla pallavolo, specialità, riservata alle nazioni dell'est europeo, che hanno piazzato nell'ordine, davanti all'Italia, Cecoslovacchia, Romania e Polonia. Scherma, tennis e pallacanestro. La nostra scherma attraversa un periodo delicato; dopo le batoste subite ai campionati mondiali di Budapest sono venute le polemiche ad arroventare gli animi. Gli schermitori goliardi a Torino hanno incominciato male. Poi si sono ripresi, hanno conquistato due franchi successi, con Calarese nella sciabola individuale e nella spada a squadre. Un bilancio modesto, eppure significativo. Può costituire l'inizio della riscossa, il primo risveglio dopo un lungo momento di annebbiata confusione. Anche nel tennis non ci sono sfuggiti due titoli, conquistati nel doppio femminile dalla Ramorino e dalla Riedl e, nel doppio misto, dalla Ramorino e da Drisaldi. La Ramorino, professoressa di fisica nucleare, e in un periodo di gran forma, i successi ottenuti nel tennis portano in particolare la sua sigla. Le vittorie nei dite singolari son state appan¬ naggio in-cce del francese Jauffret e della so-cietica Riazanova. Il francese è un elemento di mediocri qualità, la sovietica è una giocatrice invece dalle sicure possibilità, in grado di dir una parola anche in un campo meglio agguerrito di quello, piuttosto scadente, presentato alla Universiade. Pallacanestro. Alla vigilia i tecnici avrebbero sottoscritto a piene mani il secondo posto che ha sanzionato il piazzamento degli azzurri in classifica. Adesso che il torneo v terminato, questo secondo posto non convince,. non soddisfa. La Russia, l'Italia e la Cecoslovacchia son finite a pari punti e la decisione è toccata al quoziente canestri. L'Italia ha perso il titolo per aver piegato bandiera di fronte ai russi ed il rammarico si fonda Sìdla convinzione che sia stata l'ansia a paralizzare i nostri cestisti nei confronti con i sovietici, i quali, dal canto loro, han messo in campo una formazione forte sì, ma non fortissima. Della piccola delusione patita nel basket ci siamo rifatti nell'atletica leggera, do¬ ve abbiamo conquistato i maggiori allori. La compagine russa sembrava la piit omogenea e la meglio allenata, ed invece, alla resa dei conti, sono stati gli azzurri ad imporsi, raggiungendo ben sette titoli Quattro concorrenti han do-minato sulla scena. Kuznetsov, il russo tranquillo e simpatico, è riuscito a migliorare il record del mondo di pentathlon, fornendo una prestazione di eccezionale valore, la Leone ha battuto se stessa, scendendo di due decimi di secondo nel record nazionale dei 200 piani, BerrutJ ha conquistato tre vittorie, nei 100, nei 200 e nella staffetta 4x100, cor fermandosi velocista di eccel-se qualità, capace di progre dire ancora sino a battersi a testa a testa contro i più celebri assi dello sprint internazionale, la rumena Yolanda Balas ha offerto al pubblico il brivido di un record eccezionale, saltando 1 metro e 80 e sbagliando di un soffio quelVlfik che avrebbe rappresentato la migliore misura mai stabilita al mondo. Con i quattro primi attori, una fitta schiera di comprimari. Molti italiani, e citiamo i saltatori in lungo Bravi Terenziani, gli ostacolisti Morale e Gimelli, molti stranieri, tra cui fanno spicco il rumeno Porumb nel salto in alto (2 metri ed un centimetro), l'inglese Gilligan, specialista \dei 5000, il magiaro Szekeres vincitore dei ir>00, il tedesco Salomon (m. 75,95 nel giavellotto) l'ungherese Zsivoczkg tm. 63,65 col martello), il giapponese Yasuda nel salto con l'asta. Ogni gara, latte poche eccezioni, ha avuto palpiti di interesse, nella lotta per il primato o nella personalità del dominatore. Il pubblico di Torino s'è appassionato, ha scoperto le emozioni che una fi \nale dei 100, un salto in alto, un salto con l'asta offrono a chi ama lo sport ed i suoi personaggi. Bilancio all'attivo, dicevamo. Per la nazionale italiana che ha conquistato 18 medaglie d'oro, 10 d'argento e 9 di bronzo (seguita dalla Russia con 11, 1 e 4 rispettivamente). Per gli organizzatori, che hanno saputo disciplinare una manifestazione difficile da portare a buon fine. Per lo sport in genere: undici giorni di gare, almeno centocinquantamila spettatori, millesettecento giovani a darsi battaglia in uno spirito di franca rivalità, millesettecento atleti che arrivavano d'ogni parte del mondo, pronti al reciproco abbraccio, pronti all'affettuosa stretta di mano. Una volta tanto, la frase fatta ha perso la sua vuota ed inutile freddezza per animarsi al calore della realtà, una volta tanto % lo sport ha davvero affratellato i popoli >. E' l'etogio più bello che si possa formulare per l'Universiade, adunata dei giovani di ogni paese, di ogni razza, di ogni credo politico. Gigi Boccacini vittorioso arrivo del maratoneta Masante (Telefoto)