Il Laos chiede truppe all'Onu per respingere l'invasione comunista

Il Laos chiede truppe all'Onu per respingere l'invasione comunista Appello urgente del governo al Segretario delle Nazioni VnMe Il Laos chiede truppe all'Onu per respingere l'invasione comunista La nota afferma che i ribelli sono appoggiati da reparti del Vietnam del Nord - Hammarskjoeld interrompe le vacanze per esaminare la situazione - L'Onu non dispone di forze armate pronte all'impiego Washington, 4 settembre. II governo del Laos ha chiesto oggi, in un messaggio al segretario dell'Orni, Hammarskjoeld, l'intervento di truppe delle Nazioni Unite per respingere l'invasione dei ribelli comunisti del Pathet Lao appoggiati dal governo del Nord Vietnam. La nota afferma che < truppe straniere > hanno varcato i confini del Laos il 16 luglio, attaccando alcune guarnigioni dell'esercito laotiano, e che il 30 agosto un nuovo scontro, più violento dei precedenti, si è svolto a Moung e Xieng Go, con la partecipazione di elementi dell'esercito vietnamese e con l'appoggio del fuoco di artiglieria proveniente d'oltre confine. Il governo laotiano, conclude la nota, chiede < l'immediato invio di forze d'emergenza da parte delle Nazioni Unite per fermare l'aggressione ed impedire che essa si allarghi ». L'appello, come si è detto, è diretto personalmente al segretario dell'Onu e non fa menzione del Consiglio di Sicurezza, l'unico organismo delle Nazioni Unite che abbia i poteri di inviare truppe in qualsiasi parte del mondo per respingere un'aggressione. L'Onu non dispone tuttavia di forze armate perché le grandì nazioni non si sono messe d'accordo sulla costituzione di un organico di polizia internazionale. Le uniche truppe delle Nazioni Unite attuai mente impiegate si trovano nel Medio Oriente, dove con frollano il confine tra Kgitto e Israele. Furono raccolte in fretta e furia al tempo della grave crisi seguita alla campagna per Suez. Hammarskjoeld, che si trova in vacanza a Rio de Janeiro, ha fatto sapere al suo ufficio che tornerà domani a New York in aereo. La crisi del Laos e la richiesta di aiuti all'Orni da parte del governo di Vientiane ripropongono il tema dei rapporti tra Mosca e Pechino. Negli ambienti diplomatici americani si ritiene che l'iniziativa di accentuare la pressione sul Laos — e di disturbare indirettamente i prossimi colloqui tra Eisenhower e Kruscev — siano un segno dell'indipendenza con cui la Cina comunista intende condurre la sua azione nell'Estremo Oriente. A Washington si osserva che la notizia della visita di Kruscev a Pechino, data per imminente, è legata alla necessità di un chiarimento nei rapporti tra Urss e Cina. Lo stesso capo sovietico ha dichiarato, nel corso di un ricevimento offerto dall'Ambasciata polacca a Mosca, di volersi recare a Pechino al più presto possibile, probabilmente, il 28 settembre, subito dopo la conclusione della visita negli Stati Uniti. La convinzione che tra Mosca e Pechino esistano notevoli divergenze nel giudicare l'attuale situazione politica è uno degli elementi che hanno indotto gli Stati Uniti ad accogliere con prudenza la richiesta avanzata oggi dal Laos. Il portavoce del Dipartimento di Stato ha dichiarato infatti che per ora non esiste alcuna conferma delle notizie contenute nel messaggio del governo laotiano secondo cui ci irillilLIIIllltllLlllIIJlilllEllliMllllllllltllMIIIItlLI sarebbe stato un diretto intervento dell'esercito vietnamese nella guerriglia condotta dai comunisti. Gli scontri, stando alle notizie da Vientiane, si sarebbero riaccesi con violenza nella giungla, dove le forze comuniste minaccerebbero di accerchiare la roccaforte di Sam Neua. Il governo afferma che una quindicina di ribelli sono stati uccisi, mentre cinque soldati regolari risultano dispersi. Scaramucce vengono segnalate da Huong Khona e Muong Ngoi, al confine settentrionale. Vientiane insiste che i ribelli sono appoggiati da reparti del Vietnam del Nord.

Persone citate: Eisenhower, Hammarskjoeld, Kruscev