Due giovani turisti trovati morti netta oartinga d'un aereo fracassato

Due giovani turisti trovati morti netta oartinga d'un aereo fracassato Tra i boschi delle alture che sovrastano la camionale ili Genova Due giovani turisti trovati morti netta oartinga d'un aereo fracassato Sono un francese e un suo amico di Reggio Emilia - L'italiano aveva tra le mani una matita a sfera e sulle ginocchia un foglio bianco: forse nell'agonia cercò di scrivere i suoi ultimi sentimenti • Recuperate le due salme (Dal nostro inviato speciale) Genova, 1 settembre. Un aereo da turismo francese si è fracassato contro una montagna nei pressi del Passo dei Giovi, a pochi chilometri dalla camionale Serravalle-Oenova. Due uomini erano a bordo, il pilota Jean Marie Rous, 35 anni, nato a Tolosa e residente a Ferray- rols e Lerio Melloni, SI anni, nato a Cavriago (Reggio Emilia) ed abitante a Montauban, nel dipartimento Tarnet-Garonne. Tutt'e due sono morti. Sembra che la loro fine non sia stata immediata, ma rinchiusi nella carlinga abbiano agonizzato per qualche tempo. Se i contadini che abitano nelle sparse case del- i, o a, a e l- i ro, o : aop cna e. a n e a di A osie di ai nne o oago riro, u il io o, a ha la ce po di la zona e che avevano udito lo schianto dell'apparecchio, fossero subito riusciti ad individuare il luogo dove era caduto, forse avrebbero trovato gli aviatori ancora in vita. La disgrazia è avvenuta ieri mattina verso le "S e l'aereo è stato raggiunto solo stamane. Ieri tutta la catena dei monti preappenninici era avvolta da una nebbia che in certi tratti riduceva la visibilità a pochi metri. Un gruppo di ragazzini giocava in un prato di Pincineto, piccola frazione di l paese di Isola del Cantone, quando sentì il rombo di un motore. Qualcuno di essi ebbe paura e scappò via. Gli altri rimasero in ascolto. L'aereo doveva essersi disperso, andava e veniva senza allontanarsi dalla verticale del villaggio. Probabilmente il pi-*Iota, accecato dalla nebbia, tentava di orientarsi abbassandosi imprudentemente: non sapeva che sotto di lui vi erano montagne e boschi. Sebastiano Repetto, un contadino di cinquant'anni, lavorava ai margini di una boscaglia, ed anch'egli stava a sentire il rumore che diventava sempre più forte. All'improvviso scorse, nel chiarore opaco, un'ombra alta non più di cento metri dal posto dov'egli si trovava. Poco dopo lo fece sobbalzare un tonfo molto forte. Temette che il velivolo lo investisse e si aggrappò ai rami di un albero. Dopo il tonfo ritornò il silenzio. Il Repetto avverti gli altri del paese; alcuni come lui avevano seguito nella nebbia la tragedia dell'aereo. Si formarono comitive di gente, le montagne furono percorse un po' a tentoni fino al tramonto. Nessuno potè scorgere i rottami. Questa mattina uìia vecchia del borgo, Emilia Piccolla, girava ceni la nipotina Elda in cerca di funghi. Non sapeva nulla dell'aeroplano di ieri. Provò spavento quandi, alzati gli occhi da terra, li posò su una sagoma gialla, contor ta e spezzata. La nipotina si avvicino e /aneto un grido: dentro la carlinga, ancora legati con le cinture, vi erano due uomini immobili, con il volto rigato di sangue. Uno di essi aveva in mano una matita a sfera, sulle ginocchia un foglio di carta bianco: forse nell'agonia l'infelice aveva ten tato di scrivere qualche parola, un estremo messaggio. La località dove giaceva l'apparecchio, una stretta radura in mezzo ad alberi fitti, si chiama « La Ratta » e disfa un'ora di cammino per mulattiera dalla strada che porta in basso verso la camionale per Genova. Dopo che la Piccona ebbe lanciato l'allarme, arrivarono da Isola del Cantone pattuylie di carabinieri, da Pontedecimo il pretore, da Novi Ligure il magg. Maffi comandante ìa zona aerea. Kit, medico constatò la morte dei due francesi: il Rous aveva avuto il torace sfondato dal cruscotto, il suo compagno una ferita al capo ed una gamba squarciata. Non si poteva escludere che fossero morti lentamente, e l'ipotesi sembra più vaUda per H Melloni, che dev'essersi spento per dissanguamento. In poche ore veniva ricostruito il viaggio del minuscolo velivolo, un monomotore € Piel » con la sigla BI-SL. Era partito all'alba di ieri dall'aeroporto di Reggio Emilia, diretto verso il campo di Villanova di Albenga, ove gli aviatori avrebbero dovuto sottopor. si alle formalità doganali per tornare in Francia. I due giovani si trovavano in Italia dalla fine del mese di maggio: erano arrivati con il c Piel » preso in affitto dall'aeroclub € Les Ailes Nuthnoises » ed avevano trascorso a Reggio, città d'origine del Melloni (italiano naturalizzato francese), le loro lunghe vacanze. Il velivolo aveva seguito con regolarità la rotta Reggio Emilia-Parma-Tortona, e quando s'è perduto nella nebbia volava in direzione di Genova. Sui monti la visibilità si era ancor più ridotta. Il Rous, che teneva i comandi, ha virato alcune volte in cerca di orientamento. Il motore era a punto, il serbatoio conteneva ancora una sessantina di litri di carburante. Con un'ala, che non è stata ancora trovata, il <Piel> deve avere urtato un albero: il pilota, visto l'ostacolo vicino, ha disperatamente cercato di riprendere quota (la cloche è furia rivolta all'indietro ) ma non è riuscito ad evitare il disastro. Il *punto in cui è precipitato l'ae- reo si trova ad una quaran fina di metri dalla vetta del monte: se la manovra del Rous fosse avvenuta pochi attimi prima, l'aeroplano avrebbe superato la fase critica. I corpi delle due vittime sono stati portati a valle con un'autolettiga e raccolti nella cappella del cimitero di Isola del Cantone. Il pretore ha rilasciato il nulla-osta per i funerali; le autorità di polizia hanno avvisato in serata i familiari del Melloni — l'unico di cui si conosca l'indirizzo esatto — che risiedono nella Francia meridionale. Gino Nebìolo dell'aereo sulle pendici pressi di Isola del Cantone (Tel.) Le vittime (in alto) Jean Marie Rous e Lerio Melloni