Segni e Fella partono nel pomeriggio

Segni e Fella partono nel pomeriggio Segni e Fella partono nel pomeriggio Il Consiglio dei Ministri, dopo un'ampia discussione, riafferma in un comunicato la fedeltà all'alleanza atlantica per il rafforzamento della pace - L'Italia guarda con simpatia ai prossimi colloqui tra Eisenhower e Kruscev (Nostro servizio particolare) Roma, 1 settembre. Il Presidente del Consiglio ed il ministro degli Esteri partiranno domani alle 15,45 dall'aeroporto di Ciampino diretti a Parigi. Nella capitale francese si incontreranno giovedì con Eisenhower e quindi con De Gaulle, Debré e Couve De Murville. Stasera hanno discusso della situazione internazionale, in una seduta del Consiglio dei Ministri durata cinque ore, dalle 17,35 alle 22,35. Al termine è stato diramato il seguente comunicato: </I Ministro degli Esteri ha svolto un'ampia ed esauriente relazione sulla politica estera italiana, illustrando la linea che verrà seguita nei colloqui di informazione e di consultazione che il Presidente del Consiglio e il Ministro degli Esteri avranno a Parigi con il presidente Eisenhower ed il generale De Gaulle. • *Il presidente Segni e il ministro Fella hanno sottolineato che, nel quadro dell'alleanza atlantica e dell'europeismo, i quali costituiscono i cardini fondamentali della nostra politica estera, l'Italia continuerà a dare tutto il suo apporto affinché possano essere compiuti progressi verso un disarmo controllato e bilanciato, sia nel settore atomico che in quello degli armamenti convenzionali. « La relazione del ministro Pella e le indicazioni fornite dal presidente Segni sulle prospettive dei prossimi incontri di Parigi dopo ampia discussione sono state approvate all'unanimità dal Consiglio dei ministri, che ha rilevato come l'atteggiamento di politica estera seguito finora dall'Italia, ed al quale il governo intende attenersi, sia in funzione di un reale e duraturo consolidamento della pace, nella sicurezza e nel progresso del nostro Paese ». Pella ha fatto una cronistoria dei maggiori avvenimenti degli ultimi mesi, ed ha concluso affermando che il punto di vista italiano sui negoziati fra est e ovest rimane ispirato dalla linea di politica estera che poggia sull'attuale maggioranza parlamentare. L'Italia guarda con simpatia ai colloqui tra Eisenhower e Kruscev e spera eh» ne pos=a derivate la possibilità di un dialogo più approfondito tra i Paesi dell'occidente ed il mondo comunista. Le riserve sono note: non riguardano le possibilità di distensione, ma, piuttosto, l'animus con il quale il mondo occidentale deve reagire agli avvenimenti: operare per la pace, ma •" iza abbandonarsi a peric. i samenti. Il Presidente del Consiglio avrebbe voluto che non ci fosse una dettagliata discussione: alla vigilia del viaggio per Parigi, essa appariva sterile. Del resto, la missione di Segni e Pella è puramente informati¬ nlas- va («andremo, sentiremo, e poi vedremo», avrebbe detto Pella). Ma l'ala sinistra della compagine governativa, guidata dal ministro Angelini, ha voluto una serie di chiarimenti che hanno portato poi ad un confronto molto serrato delle rispettive posizioni. Sono emerse due tendenze. La prima, quella guidata da Angelini, che è stato il primo a intervenire, si è espressa per un'azione più decisa, per una specie di intervento attivo in favore dell'incontro al vertice e dell'accordo con 1 rnione Sovietica. Non bisogna limitarsi, per gli amici del ministro Angelini, ad adoperarsi per l'incontro e l'accordo, ma bisogna agire con rapidità perché questo è il momento buono. Angelini con maggior fermezza, Del Bo con qualche sfumatura, hanno, insomma, raccomandato l'accettazione della linea inglese, come risulta dalle impostazioni di Macmillan. La seconda tendenza ha visto uniti Rumor, Colombo, Taviani. Il ragionamento-chiave di questi ministri è il seguente: esiste un'alleanza atlantica, di cui l'America fa parte; restiamo solidali con l'America, in questa fase internazionale, in quanto l'azione diplomatica | americana si inserisce nel quadro della Nato. In sostanza, si condivideva la impostazione Pella. Ma, ad un certo punto, è apparso che il problema ha due dimensioni: una internazionale ed una interna, poiché alla distensione internazionale po¬ trebbe succedere, per mancan-za di fermezza e di vigilanza una crisi all'interno. Tognl ha centrato su questo tema il proprio intervento, trovando l'adesione dell'ala « centrista » del governo e di quella di destra. Avrebbe dovuto riassumere e concludere la discussione il Presidente del Consiglio. Lo ha fatto, invece, Pella con un intervento di un quarto d'ora che ha consentito di constatare, alla fine, un accordo sulla sostanza, almeno sul piano tattico. Ai giornalisti Pella si è dichiarato « soddisfatto » e Colombo ha riassunto le decisioni cui si era pervenuti con questa formula: « atlantismo, europeismo, solidarietà con l'America ». Tavianl e Rumor hanno anche fatto un breve cenno alla questione algerina auspicando una rapida soluzione. m. t.