Recuperate sul Gran Combin tre salme fra i rettami dell'apparecchia precipitato

Recuperate sul Gran Combin tre salme fra i rettami dell'apparecchia precipitato Dopo ta segnalazione di un turista in cerea di camosci Recuperate sul Gran Combin tre salme fra i rettami dell'apparecchia precipitato Sono tedeschi: nn meccanico, an impiegato di banca e un architetto che pilotava il velivolo - Erano scomparsi dal 25 luglio mentre da Francoforte si dirigevano verso Nizza - Ignote le cause della sciagura (Dal nostro inviato speciale) Ollomont, 31 agosto. Chiusi in sacchi, i resti di due dei tre aviatori tedeschi ritrovati ieri su un contrafforte del Gran Combin, sono stati oggi trasportati a Ollomont, dove in serata è stata allestita una camera ardente. Il trasporto dei resti della terza salma verrà eseguito domattina. Si è dunque concluso in un dramma con tre vittime, come già da tempo si riteneva, il mistero dell'aereo tedesco scomparso sulle Alpi nell'ultima, settimana di luglio. La scoperta è stata fatta ieri, casualmente, da un alpinista. Il geometra Cesare Bai di Aosta si trovava al pomeriggio sul versante opposto alla Testa di Balme, un contrafforte del Gran Combin, e frugava, col binocolo la montagna sperando di seguire il passaggio d'un branco di camosci. Gli oculari inquadrarono a un certo punto una grossa macchia scura che dapprima scambiò per una tenda. Guardando meglio si avvide però che si trattava dei rottami d'un aereo. Insieme col portatore del Cai Giovita Diemoz, pure di Aosta, decise di recarsi sul luogo della sciagura. Vi giunsero dopo alcune ore di marcia, e si trovarono di fronte ad uno spettacolo impressionante. Sulla neve erano sparpagliati i frantumi d'un aereo. Tre corpi umani, orribilmente maciullati, e in uno stato di cosi avanzata decomposizione da renderli irriconoscibili, erano sparsi fra i rottami. Uno dentro la carlinga, uno sotto di essa, il terzo a una ventina di metri. A tarda sera il geom. Bai e il portatore Diemoz giunsero a Valpellinc e avvertirono i carabinieri, che a loro volta informarono il comando di compagnia di Aosta. Il capitano Francesco Brovida segnalò la scoperta al Centro di soccorso alpino del Cai di Aosta, che mise a disposizione le guide Franco Garda, Sergio Giometto e Beniamino Henry, col portatore Italo Vastarini Il capitano Brovida si mise alla testa d'una pattuglia di dieci carabinieri con tre sottufficiali, e nella stessa notte la spedizione partì per Testa di Balme. I due scopritori dei resti dell'aereo ne arevano rilevato la \s'gla di riconoscimento: « D 'EEGK ». Comunicata al centro dì soccorso aereo di Linate fu accertato che essa corrispondeva a un apparecchio da turismo di marca Beech Bonanza, fabbricato in America e immatricolato in Germania, che era partito da Francoforte il 25 luglio diretto a Nizza. L'aereo, che trasportava due passeggeri oltre il pilota, non era arrivato a Nizza secondo il piano di volo fornito all'aeroporto di partenza. Dopo due giorni di ricerche eseguite sui versanti svizzero e italiano delle Alpi, e anche ralle montagne del Pinerolese e del Cuneese, l'aereo era stato dichiarato disperso. Questa mattina, dopo sette ore di marcia da Ollomont, la spedizione di guide e carabinieri, ai quali si era aggiunta una pattuglia di guardie di finanza e sottufficiali, è giunta sul luogo della sciagura. I corpi, come si è detto, erano a brandelli e difficili da riconoscere anche a causa della decomposizione. Dai documenti ritrovati presso le salme risul ta che le vittime sono Helmut Gustato Haak, di 43 anni, architetto, residente a Giebclstadt, pilota dell'apparecchio; Berhnard Schwengler, impiegato dì banca (l'età è risultata illeggibile), dì Francoforte, e Ludwig minger, di 38 anni, meccanico, pure di Francoforte. L'apparecchio è precipitato a uiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitfiiiiiiiiiiiiii quota 3300 metri, a un centi naia di metri entro il territorio italiano venendo dal con fine svizzero. Ha urtato in piena velocità contro le rocce della Testa di Balme, a meno d'una trentina di metri dalla vetta. Sarebbe bastato un colpetto di timone per fargli compiere il lieve balzo di quelle poche decine di metri, sufficiente a fargli sorvolare l'ostacolo. Se questo non è stato fatto si deve supporre che la visibilità al momento dell'urto era nulla o quasi, oppure ohe l'aereo per una causa impre cisata non abbia risposto ai comandi, o v "ne che il pilota abbia avu'o un malore. Fatto è che picchiò in pieno contro la montagna disinte grandosi quasi, e scivolando giù con un balzo d'una cinquantina di metri. Nel tre mendo urto apparecchio, pilo ta e passeggeri si schianta rono simultaneamente e irri mediabilmente. Con cura pietosa carabinie ri e guardie di finanza hanno raccolto i resti delle salme, li hanno composti in tre sacchi Alternandosi nella dura e rischiosa fatica, i corpi sono stati trasportati in tre ore di marcia alle prime baite, a quota 2000. Qui un mulo era in attesa. Vi sono state cari cate due salme, mentre la terza è stata sistemata in una baita. Dopo altre quattro ore di marcia il pietoso carico giunto a Ollomont. Domani la spedizione recupererà la terza salma. Verranno eseguiti funerali provvisori in attesa di precise disposizioni che potranno giungere dalla Germa nia. dalle rispettive famiglie, Giuseppe Faraci I rottami dell'apparecchio a 3300 metri sul versante italiano del Gran Combin. FRANCOFORT* GIBERNA 7\ 5/ r a l 1 '£ q torino genova iS cuneo La crocetta indica il punto dove la rotta dell'aereo è stata troncata dalla caduta.