Vendemmia e produzione del vino

Vendemmia e produzione del vino = ffOTB ni AGRICOLTURA ==h Vendemmia e produzione del vino Nel corso dell'anno 1959, il settore vitivinicolo è stato oggetto di attenzione da parte degli organi governativi, di Enti, di Associazioni e dell'Accademia della vite e del vino, perché si è riscontrato che tale branca ha urgente bisogno di riordinamento e di chiare diretta e. Lo produzione dello scorso anr.o non solo è stata abbondante (s: ritiene di 05 milioni di ettolitri), ma anche ottima come qualità: i prezzi però realizzati dal produttore sono stati sempre piuttosto bassi ed anche attualmente, quasi a fine campagna, si pagano al produttore 80-88 lire al litro le barbere di 13-14 gradi e senza alcun difetto. Tali prezzi scoraggiano i viticoltori, specie quelli delle zòne di media ed alta collina ove i vini sono più raflìnati ed i costi di produzione sono più elevati per ovvii motivi di ubicazione, giacitura del terreno, accessi, ecc. Si calcola, a seconda delle zone piane o collinari, che il costo di produzione di un quintale di uva oscilli da 3600 a 6000 lire, per cui è evidente che il lavoro del viticultore non può dare margini di guadagno (con 100 chili di uva si hanno circa 75 litri di vino). Come conseguenza si constata la graduale riduzione delle colture nelle zone più adatte alla vite e l'estensione di nuovi piantamenti nelle plaghe di bassa collina e di pianura. Vi è ancora da tenere presente che i terreni coltivati a vite sono maggiormente gravati di imposte e sovraimposte. Dopo questa premessa segnaliamo che lo stato attuale della coltivazione della vite è buono ed ottimo in tutta la regione piemontese, medio nelle zone centro-meridionali. Nel Settentrione l'uva è abbondante, le viti sono rigogliose, le aree tempestate sono ristrette e se nel mese di settembre vi sarà bel tempo, si otterranno vini discreti e buoni, anche se non di alta gradazione e raffinati come lo scorso anno. Nel Monferrato si prevedono barbere di 12-13 gradi. Lo sviluppo delle cantine sociali nella regione piemontese va sempre aumentando e solo nell'Astigiano ne funzionano una quarantina con la possibilità di lavorare circa un terzo del prodotto. Le giacenze dello scorso anr.o sono assai scarse, quasi esaurite presso le cantine e poco rimane ancora da vendere presso alcuni produttori. I negozianti stanno acquistando i residui della campagna 1958 onde accaparrarsi del vino di ottima qualità e superiore a quello che si prevede dì otto ncr» tra un mese. Negli ultimi anni anche in molte aziende private sono state modernizzate le attrezzature necessarie per la buona vinificazione, ma per produrre, conservare e vendere bene il prodotto occorre orientarsi verso un mig'ioramento della qualità. Il consumo pro-capite tende a diminuire non solo perché vi è la concorrenza di altre bevande più propagandate, di più facile e comodo smercio e con maggior utile per il rivenditore, ma anche perché sovente molti vini mancano di genuinità e non sono adatti ai gusti dei consumatori. Bisogna migliorare la tecnica enologica e nei nuovi impianti impiegare vitigni di qualità migliore. La produzione piemontese, a base fondamentale di barbera, un tempo molto richiesta per il consumo regionale e nel Settentrione in genere, deve ora aggiornarsi, ed arrivare a produrre e presentare miscele di vini meno colorati, meno aspri e più aderenti ai desideri del pubblico, cioè tipicizzare la produzione con nuovi criteri e mantenerla poi costante nel tempo. E' vero che in altre regioni (Veneto, Toscana, Emilia) si coltivano altre varietà di uve capaci di produrre vini più chiari, più appetibili, ecc., ma è anche vero che i viticultori hanno saputo da tempo creare organismi cooperativi tali ohe attualmente impongono i proprii prodotti su molte piazze. Carle Rava

Persone citate: Carle, Rava

Luoghi citati: Emilia, Monferrato, Toscana, Veneto