Si illude di vivere attendato ed ha cinema e bar sotto mano

Si illude di vivere attendato ed ha cinema e bar sotto mano —=s= il falso campeggiatore =—— Si illude di vivere attendato ed ha cinema e bar sotto mano La libertà della natura è uno scherzo quando si campeggia alle porte di una città, a pochi passi dal telefono, dalla "boutique,, mondana, dal negozio del salumiere - Per assaporare veramente il gusto della tenda è necessario che per gran tratto, nella zona dove il caso o il capriccio ci hanno portati, non sia possibile trovare nessun "aiuto,, - 'Soltanto così la buona fede del turista è salva (Nostro servizio particolare) Milano, 29 agosto. L'altro ieri a Torri del Benaco cinque * campeggi * sono stati chiusi per ordine del sindaco. Gli ospiti, tutti stranieri con tedeschi e danesi in testa, erano nei momenti di maggior afflusso più di duemila; e l'altro ieri quelli ancora presenti sono stati costretti a smontare la tenda, a ripiegare il lettino, a racimolare in fretta l'armamentario indispensabile al campeggiatore e partire. Mi spiace che li abbiano disturbati. Forse bastava proibire che altri nuovi sopraggiungessero ed aspettare che quelli già sul posto se ne andassero a poco a poco, col finire delle vacanze. Ma tale rincrescimento ?ion cambia il mio giudizio su questa popolazione cosmopolita raccolta sotto le tende estive. Questi nordici, che vengono tra di noi in cerca di chi sa che cosa e che ad ogni modo pensano di trovare qualche cosa di quel che lllllllllllllllltllllllllllllflllllllllllllllllllfutllllll cercano raggruppandosi a migliaia nei campeggi, mi sembrano molto ingenui. Vivere al sole, anzi noi sole ed a contatto con la natura, nella libertà della natura sono moriui giusti, ma anche ingenui se invocati fuori luogo. E invocarli quando si campeggia alle porte di una città o, peggio, di un centro turistico è proprio fuori luogo. Si può rispondere: è gente che ha poco danaro. Ma non è vero, anzi non è mai vero. Una tenda rosta, le cose necessarie per vivere sotto una tenda costano e la permanenza nei «campeggi » bisoana pagarla. Si può rispondere: si tratta di persone costrette a vivere in climi grigi e freddi, così si prendono una rivincita. Questa è un'altra storiella perché la rivincita è possibile anche vivendo in un alberghetto, in una piccola pensione. Si può rispondere: è gente che desidera almeno una volta all'anno vivere semplicemente, in li- llllllllllllllllllllllllllltllllllllllllllltlllllllllllllll berta, quasi in un modo primitivo. Altra stupidaggine. I luoghi destinati al campeggio sono organizzati: essi offrono acqua, luce, servizio postale e mense comuni, ballo e cinema. Offrono persino altre cose, che al vero campeggiatore non interessano. Quelli nei dintorni di Torri del Benaco sono stati disturbati e dispersi. Mi spiace, ma ripeto che campeggiatori del loro tipo li ho sempre guardati co", occhio diffidente ed ironico. Campeggiare alle porte di una grande città od a mille metri da un centro turistico, imbrancati a centinaia, con alle spalle l'organizzazione dei servizi, chiusi in un recinto è un compromesso che manda all'aria ogni vero piacere o ragione di vivere sotto una tenda. * * A me verrebbe da sorridere se dovessi attendarmi in luoghi come quelli ricordati pili sopra. Mi sembrerebbe di giuocare a me stesso uno scherzo, di prendermi in giro, ma senza intelligenza e senza fantasia; e mi sembrerebbe di tramutare la mia tenda nel provvisorio rifugio d'un sinistrato. Quale controsenso voler simulare la vita libera e semplice, la vita piacevolmente avventurosa di chi vive sotto la tenda e poi avere il cinema, il bar, il ballo o il telefono, la bottega del salumiere o la boutique mondana a portata di mano. Si capisce subito che è cosa stonata. E' una cosa adatta soltanto per falsi campeggiatori o per quelli snobistici legati ad una moda o al desiderio d'una stranezza. Per vivere sotto una tenda e godere la vita dell'uomo semplice, libero, sensibile alla natura, che ama la solitudine, che si diverte ad essere per qualche giorno autosufficiente è necessario un fattore preciso e reale: per gran tratto, nella zona dove il caso o il desiderio lo ha portato, non deve essere possibile trovare nessun «aiuto». Allora la tenda diventa necessaria. Altrimenti, se non è così, rimane un pretesto e sui pretesti possiamo sorridere. Il fianco di un'alta montagna, il pianoro in fondo ad una valle, un bosco fuori mano, l'ansa nascosta lungo un fiume, un pezzo di spiaggia deserta sono ottimi scenari per le esperienze di veri campeggiatori. Esse, se ritorno ai ricordi personali, sono spesso stupende, riportano davvero indietro nel tempo mostrandoci che cosa sarebbe la nostra vita se fossimo costretti in quelle condizioni non per capriccio o svago, ma per necessità, infine disintossicano l'animo, liberano dai pensieri fastidiosi impegnandovi in tante piccole faccende, che provano la vostra ingegnosità, che comprovano il vostro spirito d'iniziativa- Ho vissuto sotto la tenda in Africa e nell'estremo nord della Finlandia, oltre il Circolo Polare Artico. Alla fine d'una giornata di viaggio c'era il piacere di prepararsi il rifugio per la notte, c'era la soddisfazione di veder sorgere l'angolo del riposo. E rimanere attendati per parecchi giorni sempre nello stesso punto vuol dire penetrare nello spirito d'un paesaggio, ritrovare un ritmo di vita veramente semplice ed allegro. Dover provvedere all'acqua, al fuoco, al cibo, alle varie pulizie sono operazioni che fanno fuggire il tempo. Si diventa, infaticabili, ci si tramuta in formiche molto operose e senza capricci. Un cielo visto stando seduti all'ingresso della propria tenda, nella notte, pare proprio sempre più splendente e più misterioso. La vita sotto la tenda mi è sempre piaciuta, anche perché mi seduceva l'immaginarmi provvisto di un rifugio in mezzo al deserto vicino ad un pozzo o nel profondo d'una foresta sulla riva d'un fiume. Il lettino da campo, il tavolo e la seggiola pieghevole, il lavabo di tela sul treppiede, le poche altre scarabattole diventavano oggetti preziosi. E tra questi oggetti, come sa chi ha fatto uguali esperienze, c'era in primo luogo il Petromax. E' la lampada a gas di petrolio, con una retina o < calza » che diventa incandescente, la pompetta per la pressione, un getto, che bisogna tenere sempre pulito, e una manopola regolatrice. iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Per chi conosce la vita sotto la tenda il Petromax rimane aggeggio indimenticabile: fa ottima luce, spande calore (le notti in Africa sono sempre fredde) e, per di più, funziona con un leggero brusio, amichevole, piacevole, confortante nel silenzio del deserto o della foresta. Ogni giorno almeno una mezz'ora era dedicata alla pulizia, al controllo, al rifornimento, ai preparativi per farlo funzionare bene e quando lo si vedeva funzionare bene ognuno di noi era orgoglioso. Ma i campeggiatori per burla, alle porte d'una grande città o d'»n centro turistico, ignorano tutte queste cose. Non sanno come si prepari un fuoco, non sanno quanti sistemi ci siano per far bollire l'acqua del caffè col pentolino appeso ad un ramo conficcato nel terreno: loro vanno al bar del « campeggio >. Fingono d'essere campeggiatori per quel vezzo che hanno molti di voler sembrare quel che non sono. Se fanno quel che fanno in buona fede, credendo così di vivere sotto una tenda, con le delizie della vita al riparo di una tenda, bisogna dire che sono degli illusi. Enrico Emaniteli! iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiHiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiim

Luoghi citati: Africa, Finlandia, Milano, Torri Del Benaco