I monarchici discutono i rapporti con la d.c.

I monarchici discutono i rapporti con la d.c. I monarchici discutono i rapporti con la d.c. I deputati ed i dirigenti del p.d.i. convocati domani a Roma - Le voci sulla possibilità di tornare all'opposizione e un commento del vice-segretario, ori Patrissi - / missini deplorano l'atteggiamento dei monarchici a Palermo (Dal nostro corrispondente) Roma, 18 agosto. Il pcrtito democratico italiano, risultante dalla fusione dei due partiti monarchici, è in questi giorni fortemente tentato di passare all'opposizione, riprendendo così la linea politica costantemente seguita da Lauro e da Covelli fino al giorno della costituzione del governo Segni. Il tema di questo possibile ritorno alle origini sarà all'ordine del giorno della riunione che i parlamentari del pdi terranno giovedì prossimo congiuntamente ai membri della direzione del partito. E' questo il senso delle dichiarazioni fatte stamane a Montecitorio dal vice segretario del pdi, on. Emilio Patrissi, che è tornato a Roma dalla Sicilia, dove era stato inviato per seguire gii sviluppi dell'operazione Milazzo. La sua missione era stata presentata come diretta allo scopo di richiamare alla disciplina i deputati regionali del pdi, Marullo e Pivetti, inducendoli a votare a favore della coalizione composta di democristiani, liberali e missini. Partito per convertire i reprobi, l'on. Patrissi h ritornato, inv°ce, a propria volta convertito. « -Io avuto l'impressione — ha dichiarato — che la de abbia tirato troppo la corda. Tutte le volte che questo partito si comporterà come si è comportato in Sicilia, meriterà la stesti sorte che ha già avuto. Troppo rigido nelle sue impostazioni, non si vuole adeguare ai mutamenti che si susseguono nel'e situazioni politiche. Se questo vale sul piano locale siciliano, a mio giudizio può valere anche sul piano nazionale, e personalmente sarei favorevole ad aprire a Roma lo stesso discorso che si fa a Palermo. Ritengo anche che il mio partito sia convinto, nelle aua maggioranza, che perseverare nelle attuali posizioni, e negli attuali errori, sarebbe diabolico 3. T stato obbiettato all'on. Patrissi che il pdi < farebbe il gioco dei comunisti » se trasponesse sul piano nazionale la situazione siciliana, ed egli ha ammesso che appunto questa è la sola remora che può trat¬ tenere il suo partito dal passare decisamente all'opposizione: < Giovedì studieremo il problema, e in ogni caso non prenderemo deliberazioni affrettate, anche perché siamo ancora in periodo di vacanze, e potrebbe essere preferibile attendere le conclusioni del congresso democristiano di Firenze ». Anche se non immediato, il passaggio all'opposizione del pdi è da considerare fra gli avvenimenti probabili, come stanno ad indicare alcuni gesti già compiuti in Sicilia. L'on. Patrissi non ha, ad esempio, partecipato alla riunione palermitana fra gli esponenti della de, del pli e del msi che si concluse con la redazione di una specie, di manifesto dell'opposizione, alla giunta Milazzo; egli è, infatti, contrario allo scioglimento dell'assemblea regionale (siciliana che la de ha in programma, e, avendo manifestato questo punto di vista, non venne neppure invitato alla seduta. E' stato interrogato poi l'on. Almirante, missino, anch'egli reduce dalla Sicilie. In polemica indiretta con Patrissi, egli ha anzitutto deplorato che gli ex-monarchici abbiano mancato di tener fede alla vecchia alleanza con la d.c. schierandosi a favore di Milazzo, e quindi ha escluso che l'eventuale passaggio del p.u.i. all'opposizione anche sul piano nazionale possa automaticamente decidere il m.s.i. a seguirne l'esempio. Non è neppure prevista una prossima riunione degli organi direttivi, e il segretario del partito, on. Michelini, continuerà a godersi le vacanze ad Ischia. Negli ambienti missini è stato precisato che non si ha nessun motivo di rivedere l'atteggiamento politico: « Quello che abbiamo preso non è frutto di accordi specifici con altri gruppi, ma effetto di nostra libera determinazione. Esso non può venire, quindi, condizionato da eventuali de- cisioni dei monarchici, o di|chiunque altri si voglia, nei confronti del governo Segni ». Per quanto forte sia, dunque, la tentazione degli exmonarchici dì ritornare all'opposizione, si tratta, di un'even- tualità che non è prossima, e che, comunque, non comporterebbe automaticamente la disgregazione dell'attuale maggioranza. Negli ambienti governativi si ostenta perciò indifferenza per la fronda del p.d.i. e si continua a considerare che solo il congresso democristiano potrà segnare una. svolta decisiva nella situazione politica. Segni torna a Roma domani con il proposito di rimettersi intensamente al lavoro e di esortare anche i suoi colléghi di Gabinetto a riprendere l'attività. Egli intende anzitutto sollecitarli a redigere un accurato promemoria sulle esigenze dei rispettivi dicasteri per l'opportuno coordinamento dell'azione di governo nei prossimi mesi. Ne aveva fatto invito durante l'ultima riunione del Consiglio dei mini^r! Prima delle ferie' ma dei diciotto promemoria allora richiesti, uno per ministero, ne sono arrivati sinora meno della metà, e taluno mancante di qualche dato essenziale. y# g.

Persone citate: Almirante, Covelli, Emilio Patrissi, Michelini, Patrissi, Pivetti