Oggi i ciclisti azzurri Vallotto e Faggin impegnati nelle prove di inseguimento

Oggi i ciclisti azzurri Vallotto e Faggin impegnati nelle prove di inseguimento Nei campionati mondiali su pista ad Amsterdam Oggi i ciclisti azzurri Vallotto e Faggin impegnati nelle prove di inseguimento II tedesco Altig e il francese Rivière sembrano i due più forti avversari degli italiani • Commenti entusiastici per le maglie iridate conquistate dal professionista Maspes e dal dilettante Gasparella nella velocità (Dal nostro inviato speciale) Amsterdam, 10 agosto. Intermezzo nei campionati mondiali su pista, gli italiani hanno avuto una giornata intera di tempo oggi per assaporare la gioia, dei due titoli conquistati ieri. Nessuno, nemmeno gli ottimisti ad oltranza, che, per partito preso, si ostinano a pronosticare per gli azzurri soltanto vittorie, avevano osato anticipare un triónfo di simili proporzioni: il regno dello < sprint >, che sino a qualche anno fa sembrava vietato ai nostri velocisti, è divenuto adesso un dominio degli italiani, la scuola voluta dai nostri dirigenti e magistralmente condotta e diretta da Costa, si è luminosamente confermata la migliore del mondo. Fra i dilettanti, Gasparella e Gaiardoni non hanno avuto in pratica avversari capaci di impegnarli a fondo. I due so¬ no giunti entrambi in finale, la, battaglia per la maglia iridata ha ripetuto per noi l'entusiasmante conclusione dei campionati dello scorso anno. Ha offerto il medesimo risultato; il titolo è andato a Gasparella, velocista completo, potente e astuto, la cui forza naturale è sorretta da un'intelligenza pronta e sveglia. Gasparella, lungo l'arco dellintera disputa, ha infilato successi a catena, solo nella prima semifinale, forse per eccesso di fiducia, è incappato in un mezzo infortunio contro il belga Sterckjc. I velocisti hanno il sistema nervoso delicato, un infortunio del genere avrebbe potuto causare anche brutte sorprese. Ma la classe di Gasparella ha subito riparato all'errore, la via del trionfo, per il ragazzo veneto, si è spianata in un placido cammino dove soltanto Gaiardoni era in grado di rappresentare un pericoloso ostacolo. Tra i due, nella finale, non c'è stato nessu7i accordo, che, se pur logico, avrebbe un po' oscurato la bellezza della lotta. I due si sono dati battaglia, ha vinto Gasparella, Gaiardoni, sceso di bicicletta, ha vissuto il suo pìccolo, ma intenso dramma di ragazzo sconfitto proprio da un amico. Gasparella ha preso il < rivale » sottobraccio, l'ha consolato come un fratello maggiore. Gasparella diceva parole gentili e affettuose che gli venivano dal cuore. Gaiardoni, con le lacrime agli occhi, borbottava di si, faceva dei cenni con il capo quasi volesse convincere tutti a lasciarlo stare; lui con il suo acerbo dolore. Sulla pista, intanto, erano saliti Maspes e Rousseau. Rousseau si era imposto nel-^la prima < manche >, Maspes laveva ripagato della stessa moneta il francese nella seconda prova. Il titolo della velocità professionisti si giocava nella c bella> e tutto lo stadio fremeva di un'attesa che si era fatta spasmodica. Rousseau era il favorito, pochi, pochissimi avrebbero scommesso sull'azzurro. La corsa decisiva si svolse in un silenzio impressionante, rotto da un urlo forsennato, quando la folla si convinse che, a spuntarla, era l'italiano. Maspes effettuò una gara impeccabile, meravigliosa di tempestività. Tagliò il traguardo per primo e Gflspa, alle e Gaiardoni, che se n'erano rimasti in mezzo al prato, tesi nell'ansia del tifo, si abbracciarono prima di correre a portare in trionfo il milanese. Maspes venne travolto da un'ondata di entusiasmo, il papà, la moglie, il giovanissimo figlio del campione stentarono non poco per abbracciare la nuova maglia iridata, che, con la sua prodezza, veniva a siglare con un'impronta personale il momento di grazia del nostro ciclismo su pista. Il trionfo di Gasparella e di Gaiardoni era la grande impresa di due atleti che rappresentavano la pratica traduzione di un ottimo metodo di insegnamento, il trlnfo di Maspes era qualcosa di piti, era la vittoria di un uomo di S7 anni che, prima ancora di battere gli avversari, era riuscito a piegare il suo carattere estroso e ribelle. Maspes aveva conquistato il massimo alloro nel 'SS e nel '56. Poi aveva cambiato rotta. Anni brutti, anni tristi, sottolineati da critiche giuste, ma aspre. Il milanese sembrava un atleta finito. Ha avuto il coraggio di ricominciare da capo una carriera pesante di sacrifici e di rinunce. Un passo per volta, quasi fosse un principiante, mentre l'ambiente non nascondeva il suo scetticismo nei confronti di chi ormai veniva ritenuto un «eie». Un passo per volta. Il titolo italiano, poi il titolo mondiale. Una prova di carattere. Tanto di cappello, i campionati di Amsterdam non potevano dare agli italiani maggiori soddisfa zioni. Ora, in attesa delle corse su strada, i mondiali della pista hanno in programma l'assegnazione degli altri tre titoli, che verranno disputati nel corso di due riunioni, domani e giovedì sera. Domani si laurea il campione dell'inseguimento dilettanti, specialità nella quale, nelle due semifinali, Altig s'tncontra con Trepp o Vallotto con Dclattre. Le previsioni anticipano una finale tra Altig e Vallotto e il prò nostico pende a favore del te desco, corridore senza tdubbio di notevole classe. Sempre do mani, oltre agli stayers, scenderanno in pista gli insegui tori professionisti. Sedici atleti; gli otto che faranno registrare ai cronometristi i tem pi migliori saranno ammessi ai quarti dUflnale. Un favorito d'obbligo, Roger Rivière. Un outsider, Leandro Faggin. Pochi dubbi sussistono però sul trionfo del fraiiccsc. I pochi dubbi sono alimentati dalla sconfitta patita da Rousseau. « Perché — dice qualcuno — se Maspes ha dominato Rousseau, il colpo non dovrebbe riuscire anche a Faggin nei confronti di RivièreT ». Gigi Boccacini Il ciclista tedesco Altig, uno dei favoriti nell'inseguimento, è un convinto assertore dei sistemi yoga: cosi •gli si è riposato ad Amsterdam prima di una gara. In un villaggio presso Amsterdam gli italiani campioni del mondo di ciclismo, vestiti con i costumi olandesi, festeggiano la vittoria: Maspes ha alla sua destra il padre, il figlio Roberto e la moglie e alla sinistra il dilettante Gasparella (Telcfoto)

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