Kruscev sarà a Washington il 15 settembre e visiterà l'America per due settimane di Antonio Barolini

Kruscev sarà a Washington il 15 settembre e visiterà l'America per due settimaneStabilita l'itineraria ufficiale del eapa del gaverna sovietica Kruscev sarà a Washington il 15 settembre e visiterà l'America per due settimane Si fermerà nella capitale tre giorni, ospite della «Blair House», a due passi dalla Casa Bianca • Previste soste a New York, Chicago, San Francisco, nel Texas ed in California - Herter, giunto da Ginevra, considera allontanato il pericolo di un'azione di forza da parte dell'Urss L'interesse COIMine ! Rapporto di Nixon al Presidente La conferenza di Ginevra si è spenta tranquillamente, dopo una lenta ma indolore agonia; si può dire anzi che era già sostanzialmente finita prima ancora della chiusura formale, che si è quindi ridotta ad un atto di ordinaria amministrazione. A togliere ogni residuo interesse alla conferenza è sopravvenuto all'ultimo giorno l'annuncio del prossimo scambio di visite fra Kruscev ed Eisenhower. L'incontro diretto russo-americano deve, anzi, la sua origine immediata proprio alla conferenza di Ginevra, non fosse altro perché questa ha dimostrato, con la sua stessa inconcludenza, che l'unica via per uscire dall'impasse era quella di un contatto diretto fra i due « grandissimi ». Si tratta certamente di un successo per i sovietici, che da anni miravano a questo scopo; ma anche per gli americani l'incontro a due rappresenta un felice com promesso per sfuggire alla strettoia in cui si trovavano, presi fra la flessibilità inglese e la rigidità francotedesca. Fra l'incontro al vertice a quattro, richiesto comunque dagli inglesi, e il fallimento totale di Ginevra, ••••si--è--f&tt?.-.»tc84a.J»l..»Hftya soluzione dell'incontro Kruscev-Eisenhower: il fallimento è evitato, il vertice a quattro seguirà quasi certamente a quello a due, ma intanto russi e americani affermano chiaramente la loro posizione di leadership nella condotta degli affari internazionali. E' una affermazione per un verso positiva, perché corrisponde alla realtà di fatto; solo gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica detengono le chiavi della pace e della guerra, come dimostra il precedente di Suez, allorché l'azione convergente di Washington e di Mosca fece cessare in poche ore le operazioni belliche. Per altro verso, tuttavia, il duetto russo-americano non può non destare qualche apprensione in Europa, che teme di essere scavalcata dai due colossi; almeno nell'Europa continentale, dato che gli inglesi hanno già effettuato il loro incontro al vertice con il viaggio di Macmillan a Mosca e sono del resto, come si è detto, tenaci fautori del dialogo diretto con Kruscev. A parte questo, vo. lendo restare alla situazione di fatto, essa vede sempre la Gran Bretagna nel rango di grande potenza mondiale, per i legami imperiali in tutto il globo, per il posses so dell'arma termonuclea re e non da ultimo per gli intimi legami della « allean za non scritta » tra Londra e Washington. Comunque, se l'Europa teme di scapitare dal colloquio russo-americano, la col' ■ps. non è certo di Kruscev 0 di EiF.enhower; come è stato detto ieri su queste colonne, « è giunta l'ora che 1 governi d'Europa si ren dano conto che essi di nuo vo torneranno ad avere voce in capitolo nella grande politica quando saranno con cordi e uniti ». Il vero problema per l'Europa non è che una potenza continen tale possegga la sua ato mica, o che un'altra vo glia man;enere inalterato uno status quo precario, ma che l'Europa tutta quanta, possa armoniosamente in. serirsi negli sforzi delle mass me potenze mondiali verso la distensione. Detto questo, rimane sempre che l'Europa non può essere ridotta ad una pedi na del t;iuco russo-america' no, ma deve al contrario partecipare attivamente al dialogo; si cadrebbe altrimenti in un errore opposto ma egualmente funesto, nella presunzione cioè che un direttorio mondiale, a due o a tre, possa imporre la propria volontà all'insieme dnlcrsrvcrèvapmmtcddlepmiprpdèltipmcchPmt dei paesi dell'Europa continentale. Questa non è certo l'intenzione di Eisenhower, che appunto per rassicurare gli alleati dell'America e sentire le loro opinioni verrà in Europa prima di ricevere Kruscev; ed anche il capo sovietico, nella conferenza-stampa dell'altro ieri è sembrato dimostrare una[ visione simile. \L'alleanza atlantica è una !alleanza di liberi ed eguali; perciò le decisioni di un membro, anche del massimo, vanno concordate fra tutti gli alleati. Questo è il concetto che sta alla base dell'atteggiamento preso dai dirigenti della politica italiana, concetto in sé giusto ed inoppugnabile, appunto perché nello spirito informatore dell'alleanza. Non è il caso di vane questioni di prestigio, che non sarebbero ammesse né dal nostro peso in seno all'alleanza, né dalla serietà del momento; è comprensibile però che l'Italia desideri essere ascoltata, perché sono in gioco interessi vitali del nostro paese. Poco importa la for ma che sarà scelta per la consultazione; anche un incontro di Segni con Eisenhower, forse a Londra o a Parigi, può servire benissimo, allo scopo, che è, ripetiamolo, uno ed inscindibile: la pace nella sicurezza, per la Russia come per l'America come per l'Italia. Ferdinando Vegas (Dal nostro corrispondente) New York, 6 agosto. Il Segretario di Stato, Herter, è rientrato oggi in Washington da Ginevra, dopo aver viaggiato su di un reattore del le forze armate. Giunto alle SBJ5 (ora italiana), egli, ad un'ora dall'arrivo, era già alla Casa Bianca, subito ricevuto dal Presidente. Per quanto la conferenza dei ministri degli Esteri di Gin-jvra (una delle più lunghe con- /cre"~c intemazionali ad alto livello tenute in questo secolo) sia finita senza raggiungere nessun accordo, il Segretario di Stato è tuttavia rientrato in patria convinto che, per il momento, si dovrebbe considerare scongiurato il pericolo dì un'azione sovietica di forza. Gli infimi di Herter riferiscono che egli confida raggiunto l'atteso allentamento di tensione fra Est ed Ovest. La convinzione del Segretario di Stato poggerebbe su due elementi, sviluppatisi attraverso gli eventi degli ultimi tempi: 1) accordo per uno scambio di. risile e di conversazioni informali, tra Eisenhower e Kruscev; Z) confermata dichiarazione di Gromyko, secondo la quale la Russia ha riaffermato di preferire accordi negoziati, anche per Berlino, anziché azioni di forza determira'e da decisioni unilaterali. E' evidente che la Russia ha accettato questa tesi, non solo in funzione dello scambio di visite progettate tra i Capi di Stato delle due massime potenze antagoniste, ma anche per il senso di unità e di compattezza dimostrato- -dalEO.ccir dente, nella sua determinazione di difendere a qualsiasi costo la Berlino libera. Il Dipartimento di Stato ha confermato oggi che Kruscev arriverà a Washington il 15 settembre e vi si tratterrà tre giorni; che, con tutta probabilità, alloggerà alla « Blair House» (la residenza ufficiale dei capi di governo, a due passi dalla Casa Bianca), visiterà, sNpuBpin dieci giorni circa, Nac\ dYork, Chicago, San Francisco,] pPittsburgh oDctroit.il Texas, de la California, si interesserai\mmolto di problemi agricoli e esoprattutto del granoturco; vi I iproposito si dà per possibile\sanche una sua vìsita nello Io-\ Wwa, dove dovrebbe essere osvi-\vte di Roswcll Garst, un agri- ; cettore con il quale — seiyipre per via delle culture di granturco, particolarmente amate dal leader russo, Kruscev ha già avuto diretti rapporti. Organizzatore della visita di Kruscev sarà Foy D. Kohler, segretario del Dipartimento per gli Affari europei, esperto di problemi russi, assistente politico di Nixon anche durante il suo recente viaggio in Russia e in Polonia. Si dà ancora per sicuro — sempre a proposito della visita di Kruscev — che i membri del Congresso, per palese desiderio dei suoi capi, faranno di tutto per far trovare il Parlamento in vacanza, al momento dell'arrivo a Wàshington del capo russo. Questo li solleverà dal dover ricevere ufficialmente — si dice — il capo di quel comunismo contro il quale essi hanno tanta volte aspramente polemizzato Il Congresso pertanto, anch'per non dare l'impressione di fare una deliberata scortesia all'atteso ospite del Presidente, aggiornerebbe i suoi lavori il 5 settembre, dieci giorni pri-, ma dell'arrivo dì 'Kruscev.] Tutto sommato, si ritiene che questa sia la soluzione migliore, anche per evitare possibili ulteriori cause, in quei giorni delicati, di pubbliche manife- ssfssz stazioni contrarie all'ospite Non per niente, del resto, proprio stamattina Hagerty, capo ufficio - stampa della « Casa Bianca», ha tenuto a far sapere ohe il^ Presidente, ieri, dopo aver conferito con Nixon per settantacinque minuti e dopo aver da lui ricevuto i messaggi inviatigli da Kruscev e da y0roscilov, lo ha partiilarmente elogiato per il discorso fatto all'aeroporto di Washington al momento delvarrivo, soprattutto per aver raCcomandato al popolo di ri¬ taadvservare a Kruscev un'acoonlienza cortese, atta a non di sturbare le conversazioni informali fra il Presidente e l'ospite. Stamane, per quanto non vi sia ancora niente di ufficiale (non si prevede, per ora, nessun rapporto di Nixon alla nazione; si ta invece che egli ripeterà al Gabinetto dei ministri convocato per domani, quel che ha già riferito al Presidente), circolano molte indiscrezioni sul rapporto segreto di Nixon (lungo più di venti pagine) e sulle sue personali impressioni e conclusioni, dopo il viaggio russo. Secondo Nixon, malgrado la palese distensione raggiunta, sarebbe diffìcile prevedere un reale definitivo sblocco delle guerra fredda tra Russia c America prima di alcuni anni. Lo scambio di visite tra i due « grandissimi » va dunque considerato come un drammatico sforzo per tener aperte, in un momento di particolare esasperazione della r/vaUtà in atto, le porte verso ulteriori trattativ.v-t?a .est.e-or*sjraoprattutto per trovare un'adeguata soluzione al problema di Berlino, che è il più imbellente. Ogni maggiore ottimismo (che cioè il capo russo, qui, in America, possa fare offerte clamorose) è irreale. Secondo Nixon, Kruscev è un uomo abilissimo, che sa dove vuole arrivare, che ha impeto e pazienza, che dimostra di •jvere ottima salute e piena resistenza fisica, oltre che morale. Illudersi che egli, per il sem plice fatto di incontrare il Presidente degli Stati Uniti, abbia a cambiar tattiche metodi c obbiettivi, è assurdo. Piuttosto, può sperare che la sua visi- l'tdGsnècsl'dcSpstdzla|°i ta in America gli dia vera- \ te modo di cò'rreagere cer. \H suoi punti di vista di mc. \nlio adequarli a una situazio 1 ha sempre e indubbiamente ampia possibilità di. percesione. Quindi, le cose viste, gli potranno apparire in una forma più precisa di quelle riferite. Raggiungere questo sco¬ po sarà già stato un grande passo. Nixnv ancora avrebbe trovato «:» Kru cev che, nelle discussioni private, è molto più positiv i, meno bellicoso, di quel ohe non vonlia apparire in pubblico. Infine, i comunisti, almeno in apparenza, sono ! \"embrr't' ° *teo" Profonda mente convinti e fanatici nelle loro idee. Anche questo è un elemento che consiglia di affidare al tempo e all'esperienza del futuro, all'evoluzione delle fedi e dei fanatismi, la risolti- \zione dei veri conflitti basilari icfce sono alla radice delle due concezioni di vita. Per il momento gli sforzi debbono essere rivolti ad evitare frizioni irreparabili, a individuare le possibili zone di accordo, di comprensione e di cooperazione, nel comune interesse, a proseguire, giorno per giorno, su, questi nuoti scoperti sentieri. Essi, un po' alla volta, pa¬ tranno diventare, non solo le arterie della coesistenza, ma anche le grandi vie di scambio di quell'attiva e operosa convivenza che i popoli auspicano. Antonio Barolini