«Giuseppe Montesi imputato di calunnia non è estraneo alla morte di Wilma»

«Giuseppe Montesi imputato di calunnia non è estraneo alla morte di Wilma» Gravi parole del giudice romano nella sentenza di rinvio a giudizio «Giuseppe Montesi imputato di calunnia non è estraneo alla morte di Wilma» Avrebbe denunciato i suoi colleghi, pur sapendoli innocenti, soltanto per evitare di essere indiziato - Egli fu sospettato fin dall'inizio delle indagini - Non può essere incriminato di omicidio perché è risultato impossibile stabilire come sia deceduta la sventurata nipote (Nostro servizio particolare) Roma, 4 agosto. « Se esistesse la prova che la morte di Wilma Montesi è da attribuirsi a un delitto, gli elementi a carico del suo zio paterno Giuseppe costituirebbero un cerchio indiziante così stringente intorno alla sua persona da indicarlo univocamente quale autore di quella ipotetica azione delittuosa ». A queste conclusioni era giunto otto mesi or sono il sostituto procuratore, della Repubblica, dott. Giuseppe Mirabile, allorché aveva tratto il bilancio delle indagini com- fronti di Giuseppe "Montesi, il giovane impiegato del , Ministero del Tesoro, zio della ragazza trovata morta sulla spiaggia di Tor Vajanica. La medesima opinione ha ora espresso il giudice istruttore, dott. Achille Gallucci, nella sua sentenza istruttoria con la quale ha stabilito che Giuseppe Montesi venga rinviato a giudizio del competente Tribunale di Roma per rispondere del reato di calunnia continuata, avendo presentato « il SI agosto 1955 una denuncia ' per falsa testimonianza contro Franco Biagetli, Leo Leonelli, Mario Garzoli e Lia Brusin, che sapeva innocenti, assumendo che costoro, deponendo come testimoni dinnanzi alla sezione istruttoria presso la procura generale di Roma, avevano falsamente affermato che egli, Giuseppe Montesi, nel pomeriggio del 9 aprile 195S, a seguito di una conversazione telefonica, si era allontanato dalla tipografia "Casciani", presso la quale a quell'epoca prestava servizio come contabile, dicendo che doveva recarsi a Ostia e che Lia Brusim aveva affermato il falso anche sulla circostanza che egli, Giuseppe Montesi, teneva conversazioni telefoniche con una do7ina a nome Wi/ma ». « I gravi elementi raccolti a suo carico — ha infatti spiegato il giudice istruttore dott. Gallucci nel concludere la sentenza di rinvio a giudizio — stanno a dimostrare che Giuseppe Montesi nel pome\riggio del 9 aprile 195S rimase indubbiamente coinvolto nei fatti che portarono alla morte la nipote*. Come dire, cioè, che la situazione morale, se non processuale, nella quale Giuseppe Montesi si troverà quando nel prossimo inverno in Tribunale avrà inizio il processo contro di lui, sarà tutt'altro che invidiabile Giuseppe Montesi ostenta molta sicurezza e nello stesso modo si comporta la sua amante, Rossana Spissu, la quale, rinviata a giudizio insieme a lui per falsa testimonianza iha affermato falsamente di aver trascorso con Giuseppe Montesi il pomerig- | | gio del 9 aprile 1953 dalle 17,30\allr- so circu/, na rinunciato all'amnistia, cui avrebbe dirit- to, per affrontare il processo. II giudice istruttore, dottor Achille Gallucci, ha riassunto in 81 pagine dattiloscritte i fatti e le ragioni per le quali, a suo avviso, debbono essere processati Giuseppe Montesi per calunnia, e Rossana Spis-su, per falsa testimonianza. « Da tutti gli elementi raccolti nel corso delle indagini —.'ha sostenuto il magistrato — si trae la conclusione che fra Rossana Spissu e Giuseppe Montesi vi è stato un preventivo accordo per sostenere, all'occorrenza, una falsa versione dei fatti. Rossana Spissu, infatti, ha agito per fugare sospetti di una responsabilità di Giuseppe Montesi nella morte della nipote». Per giungere a queste con-clusioni il' giudice istruttore ha ricordato nei dettaqli In ricenda, Cominciando dalle prime indaqini per accertarele cause della morte di Wilma Montesi, scomparsa misterio- samente dalla sua abitazione in via Tagliamento il pomeriggio del 9 aprile 1953 alle l" circa e trovata cadavere la mattina dell'll aprile succes- sivo sulla spiaggia di Vajanica. Già allora si ebbe motivo di sospettare Giuseppe Montesi, ma l'inchiesta dei carabinieri non dette alcun risultato positivo perché le informazioni sul conto del -giovane zio della ragazza furono ottime. Iniziato il procedin\ento penale nei confronti di Piero Piccioni, accusato di omicidio colposo in danno di Wilma Montesi, il dott. Franco Tor Biagetti direttore della ti]po-grafia « Casciani*, presso )laquale Giuseppe Montesi lavfr]rava nelle ore pomeridiane,espresse taluni suoi sospetti sull'at te<i<ii<jmcntp. ■■ ■:l?y ■•gìova-r'■XStio. Ritenuti infondati questi sospetti della Sezione istruttoria (anzi in quella occasione il dott: Sepe sostenne che le accuse contro zio Giuseppe erano state formulate per deviare il corso della giustizia e scagionare Piero Piccioni), il Montesi denunciò per falsa testimonianza i suoi ex-colleghi Franco Biagetti, Leo Leonelli, Lia Brusin e ir :rio Garzoli, sostenendo che avevano detto il falso perché lui il pomeriggio del 9 aprile 1953 non si era allontanato dalla tipografia. Durante il processo celebratosi a Venezia nei confronti di Piero Piccioni, nell'udienza dei 38 marzo 1957, Giuseppe Montesi si lasciò andare ad una ammissione: disse cioè che il pomeriggio del 9 aprile 195S era uscito dalla tipografia, ma per incontrarsi con Rossana | Spissu, con la quale era rimasto fino aV.e S0,30-S1. E Rossana Spissu confermò queste dichiarazioni. Qualche giorno dopo però la s'gnora Fulvia Bacosi e suo marito Gastone Piastra sme rono clamorosamente la ragazza. < Rossana Spissu — dissero — quel pomeriggio era con noi alla stazione Termini per occompa- e o o r | gnare la signora Pierina Bacosi che partiva per Chiusi *. La denuncia per falsa testimonianza contro Biagetti, Leonelli, Brusin Garzoli venne archiviata e si aprì invece un procedimento per calunnia contro Giuseppe Montesi e per fals<i testimonianza contro Rossana Spissu. Perché Giuseppe Montesi ha, s'.condo il giudice istruttore, 'Calunniato i suoi ex-colleghif -\c Agevole — ha spiegato il dotaitor Achille Gallucci — è desu] mere il movente che ha ispirato ,]Giuseppe Montesi. S'è trattato i'.d'una manovra aggressiva, per. -rtKató'glìere e allontanare da sé a l o l a l o i i a l S a a a - IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIllllllllllllllllllllllllllllllllllllll (2 grave sospetto che egli potesse essere implicato nei fatti che portarono a morte la nipote, sospetto che alla luce delle ulteriori risultanze processuali può ritenersi senz'altro concretizzato. In sostanza si deve affermare con assoluto rigore logico che il grave fatto del giudicabile tenuto celato con le proprie menzogne e con la falsa testimonianza di Rossana Spissu è direttamente legato con le cause che cagionarono la morte di Wilma Montesi ». Ma quando si è trattato di spiegare quali sono state queste cause e se la morte della ragazza deve essere attribuita a delitto, disgrazia o suicidio, anche il giudice istruttore dottor Achille Gallucci ha dovuto rassegnarsi ad ammettere che la giustizia degli uomini si trova in condizione di non poter risolvere il mistero: « E' tuttora impossibile una ricostruzione storicamente esatta di quella morte e le tre ipotesi finiscono per trovarsi sul piano di equivalenza*. Come dire cioè che dopo sei anni e quattro mesi, dopo quattro istruttorie praticamente si è ancora allo stesso punto di partenza Guido Guidi iiiiiiiiiiiitiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiititiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiitifiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitn Una recente fotografia di Giuseppe Montesi (Telei.)

Luoghi citati: Roma, Venezia