Dove più spietata infuriò la guerra di Carlo Casalegno

Dove più spietata infuriò la guerra Dove più spietata infuriò la guerra Dimentichiamo per un momento l'importanza politica del soggiorno di Nixon in Polonia, l'interesse dei colloqui, il significato delle manifestazioni popolari. Se pensiamo a questo avvenimento soltanto con il cuore, sentiamo che — al di là di ogni considerazione diplomatica —1 il vice-presidente americano ha fatto bene a chiudere la sua « missione di pace » con una sosta a Varsavia. Nessuna città al mondo sofferse l'orrore spietato della guerra, la ferocia delle stragi, il furore distruttivo dell'odio, nella stessa misura della capitale polacca. Il martirio di Varsavia non La confronti nella storia atroce del secondo conflitto mondiale; ricordarlo (come Nixon ha voluto fare percorrendo le strade insanguinate, visitando i quartieri appena risorti) significa rivolgere l'invito più suggestivo, più convincente alla pace ed alla comprensione fra gli uomini. Molte frasi belle e vane si dicono ne' discorsi ufficiali, ma nessu-io può restare indifferente alle parole di fratellanza che 11 vice-presi¬ dente ha pronunciato davanti ai resti del Ghetto di Varsavia. Lì sì svolse la più fosca tragedia della gueira. Un giorno di novembre mezzo milione di esseri umani furono murati in quel piccolo spazio perché lentamente vi morissero di freddo, di fame, di tifo: avevano razioni alimentari per 184 calorie quotidiane. Tuttavia la fine tardava troppo, per l'odio impaziente dei nazisti; seguì un periodo di stragi, in due mesi furono deportati o u-clsi trecentomila ebrei. All'inizio del '43 la più numerosa e fiorente comunità israelitica del mondo era ridotta a cinquantamila superstiti, sgomenti e sfiniti. Il 16 febbraio Himmler, protetto da mezzi blindati, varcò le mura proibite, percorse lentamente il quartiere, ne ordinò la distruzione. Doveva essere un'impresa di irrisoria facilità per le SS; ma i cinquantamila « criminali » — come li chiamava, nel suo ottuso fanatismo razzista, 11 generale incaricato dello sterminio — avevano decìso di morire combattendo. I nazisti impiegarono un mese, e truppe corazzate, artiglieria, aviazione per stroncare quella disperata resistenza; non bastarono le arr.ii, fu necessario il fuoco. Il giorno dì Pasqua il Ghetto era un immenso rogo; ma gli uomini gettavano nelle fiamme donne e bambini, per sottrarli alla vendetta nemica, e poi si lasciavano bruciare « urlando offese alla Germania ed al suo capo ». Gli scampati agli incendi non si arrendevano; « i banditi preferiscono annegare nelle fogne », telegrafa disgustato il gen. Stroop. Solo il 16 maggio egli poteva lanciare un sinistro bollettino di vittoria: «Il quartiere ebraico non esiste più. La grande azione ha avuto termine con l'esplosione della sinagoga». L'altra Varsavia aveva assistito terrorizzata, silenziosa, senza flato, alla lunga agonia del Ghetto; e intanto preparava la sua rivolta. Da anni l'esercito clandestino raccoglieva armi, fabbricava esplosivi con i medicinali e bombe a mano con i bicchieri; ritesseva le file della < ongiura, sempre disfatte dagli arresti della Gestapo. Il 1° agosto di quindici anni fa, appena le avanguardie dell'Armata Rossa giunsero in prossimità della Vistola, la capitale insorse. I tedeschi, colti di sorpresa, in un primo tempo dovettero sgomberare la maggior parte dei quartieri, di fronte all'unanime ribellione di tutta una città. Ma i polacchi rimasero soli contro l'esercito nazista; gli alleati erano lontani, i sovietici assistevano impassibili — dall'altra riva del fiume — alla lotta di partigiani che rifiutavano di accordarsi con Mosca. Attaccati per terra e dall'aria, senza viveri e senz'acqua, gli insorti per nove settimane rifiutarono di capitolare. Non c'erano più armi; 1 feriti erano raccolti nelle cantine, fasciati con carta di giornale. Morirono tra le macerie duecentomila uomini, donne, bambini; i superstiti si arresero solo quando la capitale fu interamente distrutta. Ora è risorta, ma il suo calvario resta un monito per tutti. Carlo Casalegno

Persone citate: Himmler, Nixon, Pasqua, Stroop

Luoghi citati: Germania, Mosca, Polonia, Varsavia