Le case da gioco sono contro la legge italiana ?

Le case da gioco sono contro la legge italiana ? Esposto di due siciliani alla Magistratura Le case da gioco sono contro la legge italiana ? Se così è, dovrebbero essere chiusi i Casino di Saint Vincent, Sanremo, Campione e Venezia (Nostro servigio particolare) St. Vincent, 29 luglio. La sentenza della Coi'te Costituzionale che, sia pur formalmente e lasciando impregiudicato il merito della questione, ha dichiarato illegittima la istituzione di una casa da gioco a Taormina, ha riproposto il problema se i « casinò » delle altre città italiane hanno diritto di esistere. Il verdetto della Corte ha stabilito che il decreto-legge del Governo Regionale siciliano non è legittimo: quale atteggiamonto devono quindi prendere le autorità nei confronti, per esempio, del « casinò » di Saint Vincent che sorse nel 1947 in base ad un analogo decreto del presidente della Regione valdostana? L'interrogativo non è indifferente, tanto più che in questi ultimi tempi si è costituito un comitato di parecchie città della penisola che chiedono l'autorizzazione ad istituire una cass da gioco. Presidente 'del comitato è il sindaco di Rapallo; ne fanno parte i sindaci di molte altre località, tra le quali Stresa e Verbania, e anche Taormina. Si afferma che se in Italia esistono quattro città privilegiate (Saint Vincent, Sanremo, Campione e Venezia) in cui vi è un « casinò », non c'è motivo per vietarne l'istituzione in altre località. In questi ultimi giorni la controversia delle case da gioco è stata portata riavanti all'autorità giudiziaria da alcuni privati e precisamente da due professionisti siciliani, con un esposto di una ventina di pagine Essi pongono un quesito preciso: il gioco d'azzardo, secondo la legge, è una attività legale o illegale? Se è legale, giustissimo che Saint Vincent, Sanremo, Campione e Venezia abbiano la casa da gioco, ma bisogna anche che tale dii'itto sia riconosciuto a tutte le città che lo desideralo. Se però il gioco d'u/.zardo è illegale, nessuna deroga deve essere ammessa: la legge è uguale per tutti. Questo l'esposto dei due si ciliani. L'autorità giudiziaria 10 ha trasmesso per compe tenza alle Procure della Re pubblica interessate (Aosta, Imperia, Como e Venezia) le quali hanno aperto una istruttoria. La notizia, ad Aosta, ha provocato inquietudine. Il Casinò di Saint Vincent è una delle principali fonti di benessere della Valle: la Regione ne trae ogni' anno' un tienellcio di circa un miliardo e mezzo di lire, pari ad un terzo delle sue entrate generali. L'iniziativa dei due siciliani ha provocato apprensione, come nell'ottobre scorso, quando la Corte di Cassazione, risolvendo definitivamente una vertenza sorta tra un privato ed 11 Casinò di Saint Vincent, aveva stabilito l'assoluta illiceità della «casa» in base agli articoli 718 e 720 del codice penale. Dice infatti la legge che il gioco d'azzardo è vietato in luogo pubblico o aperto al pubblico e anche nei circoli privati, e che è punito non solo chi vi partecipa ma anche chi lo agevola. Penalmente è questa la situazione. Sotto il profilo coBtituzionale la questione è ancora aperta. La sentenza di ieri della Corte costituzionale circa il Casinò di Taormina, riguarda, come s'è detto, solo l'aspetto formale del problema: il provvedimento regionale siciliano è illecito perché emanato mediante decretolegge. Se ora, come è probabile, l'Assemblea di Palermo emanerà una legge regionale per istituire la casa da gioco, allora la Corte costituzionale entrerà nel merito della questione: così come auspica il comitato di sindaci costituito a Rapallo. . , I. b. dssbnscmnn«ttrbrnLtsbvtfn

Persone citate: Saint Vincent