La spedizione italiana al Karakorum conquista una vetta inesplorata di quasi ottomila metri

La spedizione italiana al Karakorum conquista una vetta inesplorata di quasi ottomila metri Un messaggio dal Pakistan annuncia il successo delle guide valdostane La spedizione italiana al Karakorum conquista una vetta inesplorata di quasi ottomila metri E' stato scalato il Picco del Kanjastar alto 7833 metri - Il gruppo, capeggiato dal milanese Monzino, era partito dalla Malpensa nel maggio scorso - Otto alpinisti della Valle d'Aosta hanno partecipato all'ascensione conclusasi il 19 luglio ìsjar g ' (Dal nostro corrispondente) Aosta, 28 luglio. La spedizione italiana diretta dal milanese Guido Monzino, ha portato a termine con successo la scalata al Picco del Kanjastar di 7833 me tri, situato nel massiccio delKarakorum, nel Cashmir. Un messaggio inviato da Guido Monzino, e ricevuto oggi, precisa che il Picco del Kanjastato conquistato il 19 luglio scorso. Delia spedizione ■■ -italianafanno parte otto guide e por-tatori valdostani: Jean Bich,Pierino Pession, Leonardo Car-rei, Camillo Pellissier, Marcel-lo Lombard, Lino Tamone,| Pacifico Pession e Marcello tItllllllllllllIlllllllllllllllllllllllMllllllillllllllllll Pession; V alpinista Lorenzo Marimonti, il cineasta bergamasco dott. Piero Noia, il medico Paolo Cerretelli e l'alpi nista milanese Monzino, capo del gruppo Essi sono partiti in aereo \dalla Malpensa all'inizio di maggio diretti a Karaki; successivamente, ancora in aereo, avevano raggiunto il centro di Gilgit, nell'ulta valle dell'Indo. Il Kanjastar è una monta- , gnu alta• 7S33 metri è si erge ■.completamente isolata in una] regione in cui mai prima d'ora \avevano posto piede uomini 1 bianchi. Si trova fra il Dista\ghil e il K 2, a 90 chilometri in [linea d'aria a nord-ovest della llllItllllHllllllllllllllllllllllllllIIIIIIIIIIIIIIIIIIIia seconda cima del mondo. Il nome della vetta non è neppure riportato da tutte le carte e ben pochi alpinisti europei pri- ma dell'annuncio della parten za degli italiani ne conoscevano l'esistenza. Due anni fa, una spedizione capeggiata da Gregory e Ghiglione, tornando in patria dopo avere tentato inutilmente di scalare i 7885 metri del Distaghil, descrisse il Kanjastar come una montagna di straordinaria bellezza. La stessa cosa aveva affer- mato l'inglese Shipton, che l'aveva avvicinata nel 1939 Ma mai nessuno prima d'ora aveva pensato alla possibilità di violarla. Essa è stata vinta quindi al primo tentativo. Ma non bisogna pensare che l'ascensione fosse facile Le numerose difficoltà che i volte sono parse insormontabili in cui sono incappate le guide valdostane stanno a dimostrare il contrario. Partita il 2 maggio in aereo e raggiunta Gilgit, la spedizione ha proseguito la marcia a bordo di jeeps fino a Minapin. Qui ha incontrato sul suo cammino enormi frane che ostruivano completamente il passaggio. A questo punt > è stato giocoforza proseguire a piedi, ma dopo alcuni giorni di marcia faticosa si dodici valorosi hanno dovuto compiere una sosta forzata di quindici giorni a causa delle proibitive condizioni del tempo. Quando finalmente è tornato il sereno, un altro grave contrattempo ha minacciato di sconvolgere i piani degli alpinisti: il portatore Marcello Lombard, recatosi con un compagno in esplorazione a quota 4 mila, è stato colpito da una broncopolmonite che lo ha tenuto diversi giorni fra la vita e la morte, provocandogli attacchi di febbre altissima. Appena e stato possibile, lo sfortunato Lombard ha preso la via del ritorno mentre gli altri proseguivano la marcia. Ora egli è completamente ristabilito e ha ricominciato a svolgere a Cervinia la sua professione di maestro di sci. Nsl frattempo i compagni erano stati abbandonati dai portatori assoldati per portare i viveri e il materiale fino al campo base attraverso il ghiacciaio Hispar con due attraversamenti del fiume Indo. Le guide italiane sono state cosi costrette a trasportare personalmente le J,o casse di materiale llllllllllIllllllllllllllllllllllItlItlllIlllllilllllllilll fino al campo base stabilito a quota 4800 sul ghiacciaio del Khani Basa, ai piedi della vetta. L'annuncio della vittoria giunge a fugare i mille dubbi che erano sorti sul felice esito della spedizione: ora si può dire che erano pochi coloro che credevano nella conquista del Kanjastar, malgrado le lettere ottimistiche indirizzate dagli alpinisti alle loro famiglie; anche al rreuU, dove pure il ■valore dei componenti la pattuglia era ben 7ioto, si pensava che il fatto di dover portare tutti i viveri fino al campo-base avrebbe sfiancato gli scalatori, togliendo loro le forze necessario per superare l'impennata finale, invece essi sono riusciti nel tentativo. Abbiamo portato la notizia della vittoria a Valtournanche ed a Cervinia: in un baleno essa si è diffusa e i numerosi villeggianti si soìio uniti agli abitanti del luogo in un impeto di schietto entusiasmo; i caffè sono stati invasi da una moltitudine di gente che sta ancora commentando la straordinaria impresa con accenti di stupore e di ammirazione, Le famiglie delle guide del Cervino stanno celebrando una specie di festa collettiva che probabilmente durerà tutta la notte: il Brcuil rende così il primo, entusiastico omaggio alla spedizione Monzino che ha conquistato all'Italia un'altra grande vittoria alpinistica. 1. r.

Luoghi citati: Aosta, Italia, Karaki, Pakistan, Valle D'aosta