Un milione di persone a Napoli senz'acqua ancora per sei giorni

Un milione di persone a Napoli senz'acqua ancora per sei giorni LA CITTA' VIVE NEL TERRORE DELLE EPIDEMIE Un milione di persone a Napoli senz'acqua ancora per sei giorni Le acque del litorale sono infette per l'ingorgo delle fognature: due stabili meliti balneari hanno già chiuso - La folla in coda (lavanti.alle lontanine di fortuna - C'è un moderno acquedotto pronto dal 1950, costato treutacinque miliardi: non può funzionare perché manca un breve raccordo (Dal nostro corrispondente) Napoli, 28 luglio. L'angosciosa situazione della città, priva del minimo di acqua indispensabile per vivere, cioè per bere, lavarsi e cucinare, sarà risolta fra quattro giorni, secondo alcuni giornali. In realtà occorre almeno una settimana. Infatti la Società cui sono stati commissionati i giganteschi tubi occorrenti al raccordo del sifone, ha chiesto quattro giorni per costruirli. S< dovranno poi mettere in opera e disinfettarli. La situazione solleva alcuni I II ■ 11 ■ 1111111 1 1 11 II 11 ] 111M11 ] I ( 1111 gravi interrogativi. Il primo è che l'acquedotto di una città di un milione e duecentomila abitanti non ha un parco-tubi in efficienza, di modo che un guasto può lasciare la popolazione priva del più essenziale dei servizi di una importanza maggiore dei forni o dell'energia elettrica. La seconda domanda concerne la manutenzione. E' sembrata infatti tecnicamente inaccettabile la versione ufficiale sulle cause di un così grave sinistro. Gli esperti — estranei alla gestione dell'acquedotto — osservano che il condotto pro- 11111M ! 111MIM111 II IM11 ! UIU111 ! 11M >] 11111MIN11) o ; e i a i e i , o . , a i a i a a , , tetto da un alto muro attualmente in demolizione non poteva poggiare su di un terreno ia cui natura rendeva possibili smottamenti e frane. E' probabile, invece, che una lesione nella parete del condotto abbia determinato la fuoruscita di acqua, provocando il movimento del sottostante terreno. Questo significherebbe, in pratica, che la manutenzione non veniva fatta secondo il prescritto Una critica abbastanza serrata viene poi rivolta al sistema seguito per la rimozione delle migliaia di tonnellate di terreno, operazione necessaria per porre a nudo il sifone, isolarlo nel tratto lesionato e ripararlo. Che potevano fare venti operai, sia pure con turni ininterrotti nelle ventiquattro ore? Ecco perché oggi sono intervenuti i vigili del fuoco con le loro gru capaci di sollevare ognuna sette quintali ad alzata Gran partf. della popolazione è preoccupata non tanto della mancanza d'acqua in sé, ma delle conseguenze igieniche che essa può provocare. Occorra infatti pensare che Napoli ha potuto stroncare la epiaemia di tifo petecchiale scoppiato nel '44 mediante gli imponenti ed energici mezzi impiegati dal servizio sanitario dell'esercito degli Stati Uniti. E se il vaiolo) nonostante taluni casi, non ha progredito, lo si c dovuto all'impegno delle autorità sanitarie locali che agivano in una situazione ben diversa da quella di oggi. L'ultimo allarme è venuto dalla poliomielite. Napoli, eccetto alcuni rioni nuovi — come il Vomero e Posillipo — è m realti per tre quarti un agglomerato edilizio ed umano ive le famiglie uiuono nella più preoccupante situazione igienica. Zone come quella detta « dei Tribunali » o quella degli spagnoleschi «.Quartieri* sono una freccia dolorante nella coscienza dei napoletani che vogliono l'integrale risanamento della città. Il terribile colera dell'84 fu possibile, fra l'altro, perchè ivon c'era l'acquedotto del Serino, inaugurato l'anno dopo, quando Agostino Depretis lanciò il grido: « Bisogna sventrare Napoli». L'ufficio di igiene del comune ha incaricato alcuni chimi¬ ci per un costante controllo dell'acquo erogata per brevissimo tempo dalle 450 fontanine di fortuna improvvisate con le € prese» antincendi. Intanto già due stabilimenti balneari, l'€ Eldorado » e il « Savoia » sono stati chiusi E qui occorre dire un'altra cosa a stento credibile: le acque del litorale sono infette perché vi sboccano le fognature Solamente ora con i lavori in corso si sta risanando il. tratto che va dal pòrto a piazza Vittoria, dove comincia via Caracciolo. Seguirà la bonifica fino a Posillipo. Alle fontanine di emergenza si sono aggiunte sessanta autobotti offerte dalle varie province del Mezzogiorno, dall'Anas e dalla Nato, il che, con le venti del comune, ha elevato a ottanta tali mezzi. La situazione più grave è nelle zone di Bagnoli, Fuorigrotta, Soccavo, Agnano e Pianura, ove l'insufficiente pressione ha fatto si che non una delle « prese » antincendio potesse essere utilizzata. Vi è al Deposito Locomotive dei Campi Flegrei uno dei due carri cisterna delle Ferrovie — l'altro si trova alla stazione di piazza Garibaldi —, ma sono gocce in rapporto al bisogno di 150 mila abitanti. L'ordine pubblico — eccetto qualche rissa con alcuni contusi — è normale. Millecin quecento uomini fra carabi' nieri ed agenti di P.S. e vigili urbani, controllano le -$50 fontanine — quasi sempre mute — nei rari momenti in cui esce un filo: La popola zione degli strati sociali più modesti, non potendosi permettere l'acquisto di < minerale », si arrangia acquistan¬ lllllllllllllllllllliilllllllilllillllllll IIIIMIMI do a prezzi accessibili l'acqua che viene portata con camion e carretti dai comuni delle altre province. Una damigiana da cinquanta litri costa in media 500 lire. Se si vuole però acqua perfettamente potabile cioè senza terra, bisogna pagarla 700 lire. E il commercio è così conveniente che molti disoccupati vi si dedicano con entusiasmo, nella certezza di ricavarne ...ttn... bwxn. gruzzolo per l'imminente Ferragosto. L'accaduto determinerà varie interpellanze nei due rami del Parlamento, ove verrà sollevato dagli stessi deputati e senatori democristiani del collegio Napoli-C aserta, un problema di eccezionale gravità. Poiché l'acquedotto del Serino — causa l'accresciuta popolazione della Campania — è de lungo tempo insufficiente, lo Stato, attraverso la Cassa del Mezzogiorno, ha fatto costruire un secondo acquedotto, detto < Campano» o meglio « Molisano». Infatti esso utilizza le sorgenti del Biferno e del Torano. L'opera monumentale è costata 35 miliardi ed è praticamente finita nel 1950. Ma nonostante occorra un semplice raccordo, poco più di due chilometri, perché l'acquedotto entri in funzione, il raccordo non si fa Si oppongono taluni agrari della provincia di Campobasso, che non vogliono cedere a un'altra regione (la Campania) le acque della loro zona, benché quelle sorgenti — come hanno provato gli esperti — siano largamente sufficienti ad entrambe le popolazioni. Crescenzo Guarino I ÌIIIIKIIIUIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIMIMIIIIIIIIU Una scena che si ripete ovunque a Napoli: la gente si disseta agli idranti (Telefoto

Persone citate: Agostino Depretis, Pianura