Si aprono le porte di un armadio ne esce un ladro chiedendo scusa

Si aprono le porte di un armadio ne esce un ladro chiedendo scusa Tumultuosa eaccia nelle case di piazza Vittorio Si aprono le porte di un armadio ne esce un ladro chiedendo scusa L'episodio nell'alloggio di una portinaia in via Bava - La donna allibita sente lo sconosciuto balbettare: "Abbia pazienza, ho sbagliato porta,,; e dà l'allarme soltanto quando quello è già fuggito - Rapida battuta di carabinieri e cittadini: l'uomo è catturato in piazza Carlina La custode dello stabile di via Bava 1, Margherita Bruno in Carosso, di 51 anni, ieri mattina verso le■ 31,,riempiva un cesto di biancheria e si recava nei cortile per stenderla. Trattandosi di pochi minuti, non riteneva di dover chiudere la portineria, attraverso la quale si accede nel suo alloggio. Finito di sciorinare i panni, tornava in casa ed entrava nella camera da letto per prenderne altri. Tutto era nel più perfetto ordine. Soltanto i batterli della guardaroba erano semiaperti, mentre poco prima 11 aveva lasciati ben chiusi. La donna non dava soverchia importanza a questo particolare; pensò che si trattasse di una dimenticanza. Si avvicinava all'armadio e spingeva la portella per chiuderla. Ma ad un tratto si fermava atterrita e poco mancava che svenisse. Nella guardaroba era nascosto un uomo, un giovanotto in maniche di camicia, il quale la sorvegliava attraverso lo spiraglio dei battenti Come si riprendeva dello spavento la signora Carosso non poteva far altro che lanciare un acutissimo urlo. Nello stesso tempo tentava di spingersi sino alla porta e scappare, ina i battenti dell'armadio scricchiolavano e 11 rumore le causava un nuovo bri¬ iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiihiiiiiiiiii vido, le gambe si immobilizzavano, la signora Carosso rimaneva allibita sul posto. E prima ancora che vincesse, la seconda scossa, le porticine si aprivano dall'ombra dell'incomodo rifugio balzava fuori un uomo. Lo sconosciuto si riavviava i capelli passandosi le mani sulla fronte, poi cercando di dimostrarsi perfettamente tranquillo rivolgeva alla signora Carosso un amabile sorriso e le mormorava a bassa voce: «Scusi; non si spaventi, non è niente, ho sbagliato porta! Mi creda: ho sbagliato porta e sono finito qui ». Poi senza attendere altro, faceva un passo indietro e quasi con un inchino di deferenza girava intorno alla donna, balzava verso la portineria e di qui in quattro salti agilissimi raggiungeva l'androne; quindi spariva nella strada. La custode con il cuore in gola si lanciava fuori anche lei, vedeva lo sconosciuto correre alla impazzata, e scorgendo altra gente ritrovava infine la parola: «Al ladro — gridava — prendetelo, un bandito, in camera mia, nel mio armadio! ». Subito ciclisti e passanti accorrevano anche loro all'inseguimento del fuggitivo, il quale, at- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiuiii traversata piazza Vittorio Veneto si dirigeva sempre a spron battuto verso via Plana. Nel f.VaHSBW9..avaA«ran..)»«lStojtia.Y8,.ftl carabinieri del Nucleo di polizia giudiziaria, informandoli che c'era stata una rapina. Quando i militi si recavano sul posto, il presunto bandito era ormai riuscito a far perdere le sue tracce. Era scomparso fra via Plana e via Maria Vittoria. Alcuni dei carabinieri si recavano in via Bava per accertare che cosa fosse realmente accaduto; altri, con l'aiuto di cittadini che avevano partecipato all'inseguimento, estendevano le ricerche In tutto il quartiere. In casa della Carosso si" era intanto accertato che il ladro non aveva avuto il tempo di rubare. Si era certamente introdotto nell'abitazione, mentre la portinaia stendeva la biancheria, con il proposito di commettere un furto.' Sorpreso dal ritorno della donna, si era nascosto nell'armadio per aspettare il momento propizio e fuggire. Il minuzioso rastrellamento del quartiere si concludeva mezz'ora più tardi in piazza Carlina. Qui, davanti al cinema Sansoè, il giovane veniva fermato su indicazione di coloro che lo avevano visto uscire dal portone di via Bava. Accompagnato alla caserma « Podgora », era identificato per il ventiseienne Michele Filaci, da Laureana di Borrello (Reggio Calabria), abitante nella nostra città presso un fratello domiciliato in via San Tommaso 15. Il Filaci, disoccupato cronico e già condannato per furto, interrogato dal capitano Spinelli ha affermato di essere all'oscuro della storia della portinaia sostenendo di aver passato la mattinata nei pressi di piazza Carlina. « Che cosa ho fatto tutto il mattino? Niente, non lo so! ». Considerati i suoi precedenti e il riconoscimento da parte della portinaia, egli è stato tratto in arresto e mandato alle « Nuove » per tentato furto aggravato.

Persone citate: Carosso, Margherita Bruno, Michele Filaci, Sansoè

Luoghi citati: Laureana Di Borrello, Reggio Calabria