Concluso con quattro assoluzioni il procosso per lo «scandalo lna»

Concluso con quattro assoluzioni il procosso per lo «scandalo lna» La sentenza su una vicenda che durava da sette anni Concluso con quattro assoluzioni il procosso per lo «scandalo lna» L'ex-presidente e l'ex-direttore dell'istituto e gli altri due imputati prosciolti con formula ampia (Nostro servizio particolare) Roma, 22 luglio. Dopo una procedura prolungatasi per sette anni e quattro mesi, dopo una istruttoria che inizialmente interessò la posizione di 24 personaggi (dei quali 20 sono stati poi prosciolti nel corso delle indagini), dopo un dibattimento che è andato avanti per oltre dieci udienze, si è conclusa con l'assoluzione « perché il fatto non costituisce reato » e < per non aver commesso il fatto » la vicenda che ha avuto come protagonisti, in veste di imputati, l'ex-presidente e l'ex-direttore generale dell'Istituto Nazionale delle Assicurazioni avvocato Giulio Sansonetti e dott. Annetto Puggioni, l'ex-direttore generale dell'Istituto nazionale infortuni sul lavoro dott. Foscolo Bargoni, l'ex-amministratore delegato delle Assicurazioni d'Italia comm. Ferdinando Bussetti. Per giungere a questa decisione, i giudici del tribunale hanno avuto bisogno di quasi tre ore: il P. M. dott. Giuseppe Di Gennaro, aveva chiesto la condanna a 4 anni di reclusione dell'ex-presidente del- l'Ina e quella a 5 anni e 1 mese dell'ex-diretto're generale per peculato; quella a 2 anni e 1 mese dell'amministratore delegato deH'Assitalia e quella a 1 anno dell'ex-direttore generale dell'Inali per falso in bilancio. Il processo ha avuto inizio dal punto di vista storico la mattina del 28 marzo 1952, ai¬ lorché il prof. Roberto Brac co, nella sua qualità di presi- dente dell'Istituto Nazionale | delle Assicurazioni, invitò con un esposto la procura della Repubblica ad interessarsi per accertare la illiceità o meno dell'attività compiuta, negli anni precedenti, dall'Ina e da alcune società ad essa collegate. L'esposto era la conclusione di una vivace polemica che andava avanti ormai da alcuni anni in riferimento a talune operazioni finanziarie | ad alto livello. In seguito a|quell'esposto, Ferdinando Bus setti a 87 anni, Foscolo Bargoni a 82 anni, Giulio Sanso netti a 71 anno ed Annetto Puggioni a 62 anni sono stati costretti a varcare la soglia di un tribunale imputati i prl mi due di aver falsificato \ bi lanci e gli altri due di peculato. In cosa è consistita l'accusa mossa ai dirigenti del maggiore istituto d'assicurazione italiano? Ferdinando Bussetti Annetto Puggioni e Foscolo Bargoni avevano da difendersi da quella < di aver, quali amministratori deH'Assitalia, nascosto fatti concernenti le condizioni economiche della società, omettendo di far risultare nel bilancio al 31 dicembre 1948, in passivo, un debito di 900 milioni verso il Banco di Santo Spirito e, In attivo, due partiti di effetti al portafoglio per 550 milioni e di riporti attivi per 350 milioni nei confronti della Compagnia finanziaria di partecipazione»; Giulio Sansonetti e Annetto Puggioni avevano da difendersi da quella di peculato. La trama della vicenda che ha impegnato la magistratura per oltre sette anni non è facile a sintetizzarsi. In linea di massima tutto è stato costituito da una serie di operazioni finanziarie iniziate nell'ottobre 1947, quando le Assicurazioni d'Italia entrarono in relazione con la Compagnia finanziaria di partecipazione con un giro di sconti e di risconti di cambiali per l'ammontare di 1 miliardo e 250 milioni di lire attraverso 11 Banco di Santo Spirito presso il quale tanto l'Ina quanto l'Inali avevano In deposito ingenti somme. Poiché ;e operazioni non dettero il rlsul- tato previsto, per fronteggiare la situazione venne costituita una nuova società: la Compagnia finanziaria commerciale di partecipazione che subentrò da principio nei rapporti con l'Assitalia e successivamente all'Assitalia nei rapporti con il Banco di Santo Spirito. E poiché alla costituzione della Fincompar avevano partecipato l'Assitalia e tre società di ema- nazione dell Ina, 1 Istituto Na | zionale delle Assicurazioni si trovò proprietario di tutte le azioni della Fincompar ed esposto a tutte le eventuali responsabilità in caso di dissesto. Nel dicembre 1949, poi, il nuovo amministratore delegato doll'Assitalia, subentrato a Ferdinando Bussetti, non volle rinnovare le polizze fidejussorie per cui il Banco di Santo Spirito aveva concesso un ri- | porto alla Fincompar che si |trovò così nelIa imp0ssibilltà di far fronte allo scoperto. Fu allora che l'Ina intervenne con un deposito presso l'Eli di 1 miliardo di lire in modo che la Fincompar potesse trovare gli 875 milioni di lire necessari per estinguere il suo debito con il Banco di Santo Spirito. La somma fu prelevata dal fondo Ina-Casa la cui gestione è affidata all'Ina. Ogni accorgimento, però, fu inutile; la situazione precipitò, vennero condotte delle inchieste e nel marzo 1952 il prof. Roberto Bracco, assunta la presidenza dell'Istituto Nazionale delle Assicurazioni, presentò quell'esposto che ha dato origine al processo conclusosi oggi nelle prime ore del pomeriggio con una sentenza di assoluzione. I giudici del Tribunale hanno stabilito che nelle operazioni compiute dall'avv. Sansonetti e dal dott. Puggioni non vi sono gli estremi del reato di peculato e che il dott. comm. Bussetti e il dott. Bargoni non hanno falsificato il bilancio dell'Assitalia.

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