Gli alpini della scuola militare di Aosta hanno già compiuto la prova dei «naufraghi» di Gino Nebiolo

Gli alpini della scuola militare di Aosta hanno già compiuto la prova dei «naufraghi» L'esperimento in corso sui monti della Savoia non è il primo del genere Gli alpini della scuola militare di Aosta hanno già compiuto la prova dei «naufraghi» Il giugno scorso, 25 fra ufficiali, sottufficiali e soldati hanno scalato per una settimana una serie di vette sino ad oltre 4000 metri - Hanno dormito a temperature di 20° sotto zero e si sono nutriti con razioni speciali Lo scopo era di esaminare la resistenza degli uomini a particolari sforzi - Altri famosi raid prima della guerra (Dal nostro inviato speciale) Aosta, 21 luglio. Su un ghiacciaio della Savoia, a tremila metri, nella catena dell'Etendard, presso St. Jean de Mauricnne, quattordici giovani da domenica scorsa provano su se stessi i limiti di sopportazione dell'organismo umano al freddo e alle avversità delle alte quote. I giornali hanno già detto che i «naufraghi volontari» sì sono divisi in due gruppi, quelli del primo fingono di essere precipitati co» un aereo di linea e di attendere i soccorsi: costoro si sono fatti abbandonare lassù senza viveri e in abbigliamento da città. Gli altri, invece, si sono messi nei panni di una cordata di alpinisti in pericolo. Tutti sono individui qualsiasi, scelti fra i meno adatti alle lunghe per-, manenze in montagna. ...... L'esperimento è molto rischioso — secondo alcuni inutilmente azzardato — ma riveste un vivo interesse per la scienza (ammesso, naturai mente, che sia condotto con serietà, rigore e con le oppor tune cautele). Anche i tecnici della Scuola militare alpina di Aosta lo seguono con curiosità. La Scuola, infatti, non è nuova a tale genere di raid e fra le site finalità è appunto questa: di approfondire le ricerche sul comportamento dell'organismo dei soldati in alta montagna e di collaborare strettamente con vari istituti scientifici che studiano la fisiologia generale dell'uomo alle quote più vertiginose. Se la durissima prova dei < naufraghi » sul ghiacciaio della Savoia, presenta aspetti temerari e del tutto originali, che dire del recente raid (di cui si dà ora notizia per la prima volta) che poco più di un mese fa ha avuto per protagonista un reparto della Scuola? Ai primi giorni di giugno, venticinque fra ufficiali, sottufficiali e soldati di leva, sono partiti con sci, attrezza tura da ghiaccio e da roccia e tascapane — S5-30 kg. di ba gnglio — e in una settimana hanno valicato il ghiacciaio del Ruttar, al termine del gruppo del Gran Paradiso, si sono portali nelle vicinanze del Piccolo San Bernardo per trasferirsi al Plateau Rosa, ove hanno scalato la gobba di Rollin, a 4100 metri, il Castore, il Polluce e il ghiacciaio di Verrà. Non si trattava di una marcia delle solite, ancorché spos¬ Il 111M11 11 1M II 1 [ 1111M1111:11111 ! 11 ] 11M T1111111J1 li II ; I a e i e i o i , i a i a , , a a o l i e r , i o ¬ sante: lo scopo era di esaminare sul vivo la resistenza degli uomini, la loro autosufficienza con freddi eccezionali e dopo fatiche pesanti. I soldati hanno dormito, a temperature che scendevano talvolta ai SO sotto zero, in tende speciali isotermiche o sotto teli tenda normali, o in buche scavate nella neve, oppure in veri e propri igloo costruiti con neve e blocchi di ghiaccio. Durante l'impresa i venticinque alpini si nutrivano con una razione speciale dal potere calorifico pari a 3900 calorie (cioccolata vitaminizzata, destrosio, caffè, tè, latte, aranci e limoni). Il vento ostacolava gli spostamenti, soffiando fino a velocità di 85 chilometri orari. Gli uomini se la sono cavata molto bene, anche quelli che non erano avvezzi a una simile marcia. Fino' a quota 2500 nessuno ha accusato disturbi, a quota 3000 qualcuno ha manifestato sintomi di male di montagna che in un §olo caso si sono prodotti con ostinazione. Verso i 1,000 metri, quando la fatica diventava estenuante, aumentavano l'inappetenza e la sete. Un paio di alpini ha avuto sintomi di congelamento , cTte il medico del reparto ha curato sul posto. I dati raccolti sono stati trasmessi agli studiosi: fisiologi, biologi, chimici, che trarranno le loro conclusioni. Altri dati, di natura tattica, agli specialisti di quel settore. Il problema della sopravvivenza dell'uomo in alta montagna interessa da anni tutti gli eserciti. Già prima della guerra, la Scuola Alpina l'aveva studiato, su basi scientifiche, organizzando il personale ed i mezzi per poter superare le difficoltà alpine anche dal punto di vista dell'acclimatamento fisiologico. Sono rimaste famose alcune imprese che devono avere suggerito ai < naufraghi » della Savoia il loro esperimento. Nel 1936, un reparto di 500 uomini in un mese ha attraversato le Grandes Murailles, dalla Valpelline a Cervinia, attraverso i colli di Vofrede, Chàt.eau des Dames, Creton, Budden; nello stesso anno 300 soldati sono saliti sul Monte Rosa da tutti i versanti; nel 1937 sono state compiute le ascensioni contemporanee alla vetta del Monte Bianco per le vie: cresta di Bionassey, dei Rochers, della Brenva, e alle vette della Aiguille des Glaciers, di Trelatète, Tour Il I [ 11111 i 1111M111 il 111111111111MI li II II [I ! 11111IIMIM Ut: Ronde, Grand Flambeau, Aiguilles Marbrées. In quei tempi non erano tanto le cognizioni scientifiche che interessavano, come accade oggi, ma quelle belliche. Però anche allora furono soddisfatte ricerche importanti nel campo della fisiologia. Come si vede, esporsi ai pericoli di una permanenza anche breve in montagna a scopo di studio non è cosa nuova. La novità dell'avventura dei francesi sul ghiacciaio dell'Etendard affi nel fatto che i protagonisti sono tutti civili, fra di essi vi sono anche donne, e che sono adesso a tremila metri esposti a un freddo semipolare, senza indumenti adatti, senza una sia pur vaga conoscenza dei luoghi. Quando saranno stremati, prima che accada l'irreparabile, giungeranno in soccorso le cordate di guide e gli aerei Domani, da St. Jean-de-Maurienne, riferiremo gli sviluppi del singolare esperimento. . Gino Nebiolo

Persone citate: Budden, Creton

Luoghi citati: Aosta, Savoia, Valpelline