La Corte Costituzionale deciderà se potrà sorgere la televisione libera

La Corte Costituzionale deciderà se potrà sorgere la televisione libera La Corte Costituzionale deciderà se potrà sorgere la televisione libera il l'Gisiglio di Stalo ha accolto il ricorso della Società romana e ha trasmesso gli atti ai giudici costituzionali - La sentenza in autunno Borni, 15 luglio. E lecito che soltanto alla Rai sin consentito gestire i servizi radiotelevisivi mentre a qualunque società privata viene negato uguale diritto? E la convenzione con la quale viene affidata soltan t j alla Rai questa concessione non è da ritenersi In contrasto con le ncjrme costituzionali per cui, secondo l'art. 21, « tutti hanno diritto di manifestare liberamente ii proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni mezzo di diffusione »" La battaglia contro la Rai-tv. spostatasi dal piano della polemica o-ornalistica a quello giudiziario, è entrata ormai nella fase importante e delicata. Agli interrogativi nei quali si riassume il problema dovrà dare una risposta la Corte Costituzionale. In que sto senso ha stabilito il Consiglio di Staio (presidente dott. Stumpo; relatore dott. Amelli) trasmet tendo a Palazzo della Consulta gli atti relativi alla questione sostanzialmente sollevata dalla società « Il Tempo-tv > nel dicembre 1956 quando si rivolse al Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni chiedendo che le venisse concesso l'uso di alcuni canali tv per poter effettUire trasmissioni televisive da offrire al pubblico, senza alcun corrispettivo, nel Lazio, nella Campania e nella Toscana. It Ministero a quella richiesta oppose, nei marzo 1957, un rifiuto spiegando che, in rapporto ad una facoltà prevista dal codice postale, aveva affidato alla Rai con la clausola dell'esclusiva, l'esercizio dei servizi di radiodiffusione e televisione. La società « Il Tempo-tv », al lora, con gli avvocati Sorrentino e Modaferri, iniziò la battaglia su du ; fronti: quello dell'autorità giudiziaria ordinaria e quello dell'autorità giudiziaria amministrativa Essendosi dichiarati incompetenti a decidere sul problema i magistrati delle sezioni unite ci vili della Cassazione, la questione venne portata all'esame del Consiglio di Stato al quale i legali della società prospettarono la ne cessila che sull'argomento si pronunciasse la Corte Costituzio naie. «Vi sono tre articoli della Costituzione — osservarono gli avvocati Sorrentino e Modaferri — che tolgono ogni valore alle norme del codice postale. Secondo l'art. 33. intatti, «l'arte e la scienza sono libere », secondo l'art. 41 « l'iniziativa economica e privata èlibera », secondo l'art. 21 « tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione ». L'aver riservato in favore dello Stato ogni trasmissione televisiva che è un mezzo per la diffusione del pensiero, l'aver stabilito che questo servizio sia concesso in esclusiva ad una sola società non vi è dubbio che significa una limitazione di questa libertà. L'argomentazione è stata ritenuta valida dal Consiglio di Stato il quale ha, appunto, stabilito che ad esaminare il problema e a decidere siano i giudici della Corte Costituzir.nale. Si prevede che la sentenza si avrà nell'autunno.

Persone citate: Amelli, Modaferri, Sorrentino, Stumpo

Luoghi citati: Campania, Lazio, Toscana