Polizia e controspionaggio cercano i terroristi che deposero la bomba

Polizia e controspionaggio cercano i terroristi che deposero la bomba Un bimbo morto e cinque feriti per l'attentato di Roma Polizia e controspionaggio cercano i terroristi che deposero la bomba Lunghi interrogatori alla vittima designata, il giornalista tunisino Boulharouf • Accertatala sua appartenenza al Fronte di liberazione algerino - L'ordigno conteneva due chili di tritolo; era stato inserito sotto il sedile nell'auto e legato alla maniglia con un filo di nylon - Esplose per il gesto casuale di un ragazzino durante il giico (Nostro servizio particolare) Roma, 6 luglio. L'infernale ordigno sistemato dà mani ignote nella Peugeot dell'esponente del Fronte di liberazione nazionale algerino, Mohamed Tajeb Boulharouf, è stato fabbricato da un artificiere abilissimo. Questo è pressoché tutto ciò che è sinora trapelato dagli esperti balistici che hanno esaminato i frammenti rinvenuti in via Val Savio dopo la ferri bile esplosione (due chilo grammi di tritolo) che provo co ieri mattina la morte di un fanciullo di lo anni, Rolando Rovai, e il ferimento di altri cinque. I risultati completi della perizia, svolta sotto la direzione del dott. Marrocco, capo della Scuola superiore di polizia scientifica, saranno consegnati ai magistrati e agli organi investigativi entro domani. Le indagini sono proseguite per tutta la giornata con ritmo febbrile; vi partecipano, oltre agli uomini normalmente impegnati in operazioni del genere, agenti dell'ufficio politico della questura e i carabinieri del controspionaggio militare. Dato l'impenetrabile e peraltro giustificato riserbo degli investigatori rotto soltanto da una breve dichiarazione del capo dell'ufficio politico della questura, le notizie che sulle indagini si son potute raecogliere durante la giornata sono necessariamente vaghe, e spesso frutto di iiiaaioni. Un elemento certo — che d'altro canto non può costituire una sorpresa — è che le indagini della polizia si so no rivolte fin dal primo mo mento verso i nord-africani che risiedono a Roma. Da ieri la colonia algerina e tunisina è sotto controllo, anche se non si è proceduto all'interrogatorio di decine o addirittura centinaia di nordafricani. A questo proposito il dott. D'Anchise, capo dell'ufficio politico della questura di Roma, ha dichiarato testualmente che non corrisponde a verità la notizia riguardante l'interrogatorio di molte decine di algerini residenti in Roma. Ha anche affermato che, per le autorità di polizia, in base al foglio di soggiorno riempito nel dicembre 1958 dal signor Tajeb Boulharouf, egli è cittadino tunisino, la cui posizione di pubblicista accreditato presso l'Ambasciata del suo Paese in Italia è accertata. Sempre secondo quanto ha dichiarato il funzionario, le indagini vanno orientandosi verso la ricerca di un'cAlfa 1900 » la quale avrebbe incrociato nelle primissime ore del mattino intomo a via Val Savio ed alla zona intorno a tale strada. Si cerca di stabilire se vi sia connessione tra la permanenza di tale macchina nel quartiere e ,la fuga di un'altra auto, in strada adiacente a via Val Savio, tra le 3J5 e le 3,20 di stamane,- malgrado l'intimazione di <.Alt» data da una pattuglia di polizia. Tra le persone interrogate, vi sono anche due giornalisti italiani che si ritiene fossero stati incaricati dal Movimento nazionale algerino di raccogliere materiale pubblicistico sui partigiani algerini. I due giornalisti, naturalmente, sono stati subito rilasciati. Di Mohammed Tajeb Boulharouf si sono intanto apprese notizie biografiche più dettagliate, e prima di tutto la conferma della sua apparte nnsf1 nen'za al Fronte di Liberazione . Nazionale Algerino, provata da numerosi documenti sequestrati nel suo appartamento di via Val "aito. Il Boulharouf è un uomo di 37 anni, molto elegante, snello, di colorito piuttosto scuro, con capelli molto ricciuti. Parla benissimo la nostra lingua e la sua attività non era sconosciuta alla polizia, che sembra lo sorvegliasse. Da quando è in Italia —.un anno o poco pfù — si è presentato con due o tre nomi diversi, qualificandosi talvolta come giornalista (e questa è la professione specificata sul suo passaporto), talaltra come funzionario di ambasciata. E' nato a Ued Zenati, una piccola città della provincia di Costantino, sul confine tra l'Algeria e la Tunisia. E' fornito di passaporto tunisino e la propria auto era immatricolata in Francia nel dipartimento di Bigione. Secondo aZcune informazioni fornite da un gior naie di sinistra, egli sarebbe addirittura il capo dell'organizzazione del F.L.N. che agisce nel Mediterraneo. Il Boulharouf è stato a lungo interrogato ieri ed oggi dai funzionari dell'ufficio politico e della Squadra Mobile, ma ha detto di non essere in grado di fornire alcun elemento utile alla identificazione degli attentatori, i quali hanno aaito con estrema decisione, senza considerare che il loro gesto avrebbe quasi certamente coinvolto degli innocenti, in questo caso addirittura dei bambini, impegnati a giocare vicino alla micidiale trappola da essi preparata. Gli esperti balistici che stanno esaminando i resti della bomba ritengono che essa contenesse tritolo in quantità enormemente superiore a quella necessaria per uccidere un uomo. Schegge della carrozzeria della Peugeot sono state trottate fino a 70 metri dal punto dell'esplosione. Si trattava di una bomba a strappo L'attentatore aprì uno degli sportelli dell'auto servendosi di una chiave falsa e sistemò l'ordigno sotto il sedile del guidatore. Poi legò al detonatore un sottilissimo e quasi invisibile filo di nylon, assicurando l'altra parte alla maniglia della portiera. Qua* io il signor Boulharouf l'avesse aperta per salire a bordo, il movimento della maniglia avrebbe provocato automaticamente la spaventosa de¬ flagrazione. Purtroppo le cote sono andate diversamente. Rolando Rovai s'è avvicinato all'auto in una pausa del gioco con i suoi amici. Stava sbocconcellando la colazione, appena dopo essere tornato dalla messa durante la quale si era comunicato. Uno degli amici lo chiamò. Rolando si voltò 0 inavverfifamenfe deve" aver urtato contro il filo di nylon.-Fu dilaniato dall'esplosione. E gli amici che gli erano più vicino furono investiti dalle schegge e dalle fiamme che subito si sprigionarono dalla vettura. I cinque bambini feriti vanno migliorando: soltanto due di essi destano qualche preoccupazione e in specie Gianfranco De Bernardinis, di 11 anni, il quale perderà probabilmente un occhio. L'on. Nicosia (msi) ha presentato una interrogazione al ministro degli Interni per conoscere « l'esito delle indagini condotte dai carabinieri e dalla polizia per l'accertamento delle responsabilità in ordine all'attentato dinamitardo verificatosi in Roma domenica 5 luglio 19.59 e nel corso del quale ha perso la vita un bimbo di 10 anni ed altri S sono rimasti feriti >. L'on. Nicosia chiede, inoltre, di sapere < quali provvedimenti intenda prendere al fine di evitare il ripetersi di simili fatti criminosi nel territorio nazionale ». g. fr. Rolando Rovai, il bimbo morto, e Paolo Paladino, lievemente ferito, ohe è stato dimesso dall'ospedale (Tel.)

Persone citate: D'anchise, Gianfranco De Bernardinis, Marrocco, Mohamed Tajeb Boulharouf, Mohammed Tajeb Boulharouf, Paolo Paladino, Rolando Rovai