Le parole e i fatti

Le parole e i fatti Le parole e i fatti (Dal nostro corrispondente) Roma, 6 luglio. Un accordo per la formazione in Sicilia di un governo di destra sarebbe stato raggiunto sabato fra la democrazia cristiana, il m.s.i., il partito liberale ed il partito democratico italiano (ex - monarchici). Secondo notizie recate da alcuni parlamentari siciliani tornati oggi a Roma per la ripresa dei lavori parlamentari, l'accordo assicura alla d.c. la presidenza della Regione e sette assessorati; tre assessorati e la vicepresidenza al m.s.i.; un assessorato al partito liberale ed uno al partito democratico italiano. Le trattative sono state condotte nei giorni scorsi dall'on. Restivo e dal segretario regionale D'Angelo a nome della d.c; dall'on. Almirante e dal federale Buttafuoco per il m.s.i. ; dall'on. Bozzi e dal deputato regionale Di Benedetto per il p.l.i.; dal senatore Amidi e dal deputato regionale Manilio per il p.d.i. L'Assemblea regionale siciliana sarà inaugurata domani a Palermo e procederà come primo atto all'elezione del presidente, il cui esito proverà se l'accordo è stato effettivamente concluso e se è accettato dall'intero gruppo democristiano. L'Assemblea è suddivisa tra una destra composta di 34 deputati d.c, 9 missini, 3 monarchici, 2 liberali (48 voti in totale) e un'opposi zione di sinistra formata da 21 comunisti, 11 socialisti, 9 cristiano-sociali del movimento di Milazzo, e un socialdemocratico (42 voti) Sarebbe pertanto sufficiente che pochi democristiani ri fiutassero l'alleanza con missini per far mancare la necessaria maggioranza di 46 voti. Quale che sia il risultato delta votazione di domani si osserva in ogni modo, con stupore, il fatto che l'accordo fra la d.c. ed i partiti di destra sia stato raggiunto a Palermo poche ore dopo che l'on. Moro, segretario nazionale del partito, aveva pronunciato un discorso tutto diretto a deplorare che la d.c. avesse dovuto « per necessità » accettare a Roma la collaborazione delle destre. L'on. Moro aveva in qualche punto attaccato i missini, i monarchici e gli stessi liberali in modo così aspro da far pensare ad una possibile rottura nei rapporti della d.c. con quei partiti. La collaborazione viene ad essere, invece, rinsaldata ed estesa: oltre che per la Sicilia si parla anche di accordi in via di conclusione fra la d.c. e i missini a Bari, dove i fascisti pretenderebbero la carica di sindaco per il loro ex-ministro, on. Araldo di Crollalanza. La tesi ufficiale della d.c. è che, come è esistito a Roma uno « stato di necessità » che ha condotto alla collaborazione con i missini, analoghi stati di non meno premente necessità possono esistere anche altrove, e che ad essi la d.c deve ugualmente rassegnarsi. Il Popolo stamane ha per di più affermato che tutte le decisioni relative alla Sicilia sono demandate agli organi locali del partito, i quali soli avrebbero « intrinseca e responsabile capacità di valutare la situazione ». Questo tentativo di separare le responsabilità ha destato malcontento anche in taluni ambienti democristiani, stupiti dalla differen za con la quale la d.c. parla a Roma 'jer bocca dell'on. Moro mentre in tutt'altro modo agisce in Sicilia con iniziative che vengono defi nite « locali ». Si osserva, tra l'altro, che non esisteva in Sicilia un tale «stato di necessità » da costringere la d.c. ad allearsi con le destre : nessun'altra formula è stata, infatti, sperimentata, e non è stato avviato con i cristiano-sociali di Mi¬ ladpsdrovpssdsN«ustcetPurgspccprcclrppz lazzo nemmeno un princìpio di trattativa. La possibilità di accordi per una Giunta di centrosinistra viene tuttora creduta valida dal deputato regionale socialdemocratico on. Bino Napoli, che ha invitato i presidenti dei gruppi parlamentari democristiano, cristiano sociale e socialista ad una riunione da tenersi domattina. Nella sua lettera d'invito, l'on. Napoli afferma tra l'altro: « Possiamo dare alla Sicilia un governo democratico re sponsabile, efficiente, dura turo, progressista, che faccia dimenticare ai siciliani ed a tutta l'Italia una brutta parentesi di sterili lotte, Possiamo dare alla Sicilia un governo stabile che, non respingendo voti che non gli serviranno, li richiederà solo a quattro partiti e rap presenterà le sole quattro correnti di pensiero politico dei suoi componenti, e potrà concretamente operare su un programma concordato ». I cristiano sociali ed i socialisti hanno aderito all'iniziativa dell'on. Bino Na¬

Persone citate: Almirante, Araldo Di Crollalanza, Bino Na, Bozzi, Buttafuoco, D'angelo, Di Benedetto, Restivo