C'è un piccolo paese nel Verbano dove si parla il dialetto scozzese

C'è un piccolo paese nel Verbano dove si parla il dialetto scozzese / giornali della Gran Bretagna si interessano deH'«isola» linguìstica in Italia C'è un piccolo paese nel Verbano dove si parla il dialetto scozzese A Gurro, fondato nel medioevo da una compagnia di ventura, tempo fa gli uomini portavano il gonnellino - Una petizione per la salvaguardia degli usi e del linguaggio (Dal nostro inviato speciale) Gurro, 2 luglio. I giornali inglesi si occupano da qualche tempo di Gurro, un paese della vai Cannobina che ha una popolazione dì origine scozzese, la quale appunto parla un dialetto formato in gran parte di vocaboli scozzesi. Gl'inglesi si sono commossi all'esistenza di questa isola gaelica in terra italiana, e particolarmente si sono interessati alla notizia che i cittadini di Gurro abbiano scritto al ministero della Pubblica Istruzione chiedendo un contributo per la difesa del loro dialetto, che dovrebbe essere insegnato nelle scuole locali assieme all'italiano. La notìzia è infondata. A Gurro nessuno pensa d'insegnare a scuola il dialetto e di chiedere sovvenzioni ministeriali. Di vero non c'è che il proposito, suggerito dal maestro al sindaco, di segnalare al Ministero la particolarità linguistica dì Gurro, chiedendo che venga disposto uno studio, affidato a un filologo qualificato, per stabilire se veramente il dialetto gurrino abbia origini scozzesi. Tale richiesta verrà ' inoltrata al Ministero fra qualche giorno. Sarebbe augurabile che il desiderio di Gurro trovasse benevola accoglienza. Potrebbe finalmente esser chiarita una questione storico-filologica che da deceniii appassiona gli studiosi, sulle origini del paese, sul suo dialetto, sulle sue tradizioni. A Gurro si arriva per la strada della vai Cannobina, dalla quale a un certo punto si diparte una ripida e sconnessa stradetta che porta al paese. Sulla sua origine non si possiedono che notizie vaghe. Pare che esso sia stato fondato dai resti d'una compagnia di ventura che operava agli ordini di Francesco I di Francia. Quando, nel febbraio 1525 le sue truppe furono sconfitte nella battaglia di Pavia dall'esercito di Carlo V, i soldati sì'"sbandarono; e "una""compagnia di mercenari, formata di scozzesi, tedeschi e francesi, trovò rifugio in vai Cannobina. Si fermarono nei pressi delle rovine d'un villaggio romano chiamato Gurro; il posto era tranquillo, facilmente difendibile, e decisero di stabilirvisi. Ognuno di quegli uomini desiderò formarsi una famiglia. La difficoltà fu risolta in stile soldatesco. Ignorando di ripetere quell'illustre episodio della tradizione romana che si chiama « ratto delle Sabine >, essi attaccarono ì villaggi vicini, e rapirono quante donne furono necessarie alla costituzione e alla continuazione del paese. S'impose poi il problema di difendere le prede, ed è evidente che vi riuscirono, e che le prede alla fine accettarono la loro sorte di sabine del Cinquecento. Essendosi comportati da aggressori, gli uomini di Gurro furono presi naturalmente dal complesso del difensore: il paese fu infatti costruito con criteri difensivi: viuzze di mezzo metro, d'un metro; case asserragliate, porte anguste, finestre minuscole, collocate in alto e munite d'inferriate. Ma le donne di Gurro si presero la rivincita: da soggiogate divennero soggiogatricì ; di esse i mariti hanno un così vasto e profondo rispetto che a Gur ro sembra vigere nelle famiglie una specie di matriarcato. Esse hanno anche una supremazia numerica: su poco più di settecento abitanti, quattrocento sono donne. Ancora oggi però non hanno dimenticato, per tradizione atavica, il lontano e pauroso episodio: per le sue esigue viuzze non è facile Incontrare una donno giovane che cammini da sola, e l'arrivo d'un estraneo è considerato con sospetto e allarme. Il dialetto di Gurro è assolutamente incomprensibile. Un filologo svizzero che lo ha studiato per qualche settimana, ha riscontrato una prevalenza di vocaboli con radici scozzesi, e in mìnima parte con radici tedesche e frances^. Se parlano in italiano, il loro accento è nettamente straniero. Nei registri della parrocchia si leggono cognomi come Mac Donald, Desmond, Patrick, e parecchi altri di tipica graf i scozzese, quelli delle prime famiglie. Di essi si è persa la traccia. Oggi non vi sono che cinque cognomi a Gurro: Bergamaschi, Drestl, Cerioli, Porta e Patritti, quest'ultimo di netta .derivazione da Patrick. Se è vero che gli scozzesi siano tirchi, i gurrini sono loro discendenti,- così affermano nella valle. Nella sottoscrizio ne a favore della campagna antitubercolare dei '38, Gurro fu all'ultimo posto fra i 142 oomuni della provincia di Novara, versando una media per abitante inferiore a due centesimi, contro le due lire del comune aila testa della sottoscrizione. Le loro risorse si fondano unicamente sull'emigrazione nella vicina Svizzera dove lavorano in prevalenza come camerieri. Non conoscono la prepara itone del « whisky », nori cono¬ sesspsdssqlupqptlgpvRsncmh scono l'uso della cornamusa; e il tipico gonnellino scozzese si è polverizzato nel .corso dei secoli. Gli ultimi scomparvero più di cento anni fa, e di essi si è perso anche il ricordo. Le donne portano un costume che secondo alcuni è d'impronta scozzese, ma che somiglia a qualunque altro costume valligiano. Unica nota atavica, una sottogonna a quadri di pretto disegno scozzese, sulla quale viene indossata un'ampia gonna fittamente pieghettata. Sembra simboleggiare l'antica origine, la Scozia degli avi alla quale si sovrappone la tradizione della nuova patria. Giuseppe Faraci r Le donne di Gurro indossano sotto il costume tradizionale della zona una sottogonna di stoffa scozzese e calzano scarpe fatte di corda, pure di modello scozzese. J1M H ! T M [ 11 r r ! 11M1111E1M < 111F1 ! [ M1111 ! 111 ! 111 ! 111111 [ 1 ; 11L t : I h 1 i I ! M1M111 ! [ 11 ! M i S11L1111 ! ' 111E t ; M M11M11 ] I i 11 i 11T111M11L1 ! 11T M111M11 ! 111L ! [ I f 111 ! > 11111 [ 1 ! 11111TI i 111

Persone citate: Bergamaschi, Cannobina, Carlo V, Cerioli, Francesco I, Giuseppe Faraci, Porta