Un uomo ucciso dal figlio di 17 anni che si avventa per difendere la madre

Un uomo ucciso dal figlio di 17 anni che si avventa per difendere la madre Ha avuto fa testa sfondata con un mannarese da macellaio Un uomo ucciso dal figlio di 17 anni che si avventa per difendere la madre La tragedia alle 21 in una famiglia di artigiani a Nichelino - Una vicenda di contrasti e di rancori - L'uomo, separato dalla moglie, viveva a Sanremo - Il tiglio l'aveva invitato a venire a Torino per rappaciiicarsi - Ieri durante il drammatico colloquio il padre, ubriaco, minaccia una strage - La sanguinosa zuffa: la vittima raccolta agonizzante con un affilato raschietto in pugno e o e a e i o e a e i a e i a n ! l n e o a a a i o a o i o Un ragazzo di 17 anni ha ucciso ieri sera il proprio padre nel tentativo — cosi pare alle prime indagini — di difendere la madre, la sorella sedicenne e se stesso. La tragedia è avvenuta al Nichelino, in via XXV Aprile 12, la via che unisce il Nichelino al corso Stuplnigl. La famiglia abitava in un modesto alloggio al piano terreno di una casa a due piani. Nativi di Udine, si erano trasferiti a Sanremo e di qui erano venuti tre anni fa al Nichelino. Il padre Angelo Degano di 50 anni era imbianchino. Vivevano miseramente e senza soldi in casa mancava l'accordo. I coniugi si separarono, il marito tornò a Sanremo, la moglie, Bruna Cosouti, di 3S anni, rimase al Nichelino con i due figli, Dario e Luciana. Cosi poveri j che nei primi tempi dormivano per terra, perché privi anche dei mobili indispensabili. Poi la donna incominciò a trovare una occupazione, il ragazzo fu assunto come meccanico in una officina di borgo San Pietro, la ragazza andò a fare l'apprendista sarta. Mettendo insieme le tre paghe riuscirono ad alzare il loro tenore di vita. II padre a Sanremo non si trovava bene ed accusava la moglie di essere la rovina della famiglia. Il liglio Dario avrebbe voluto, ora che in casa entravano denari a ■sufficienza, che il padre si ricongiungesse a loro. E gli scrisse invitandolo, assicurandogli che con un po' di buona volontà sarebbe stato possibile superare i malintesi. Angelo Degano arrivò lunedì. Ma non andò ad abitare con moglie e figli: dormiva fuori, con lDsIiiiiiiiiiitii!iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii;iiiiiiii loro si trovava durante il giorno.) Dario Insisteva perché il suo desiderio potesse essere raggiunto. Ieri sera furono visti lui ed il iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii)iiniiiiiiiHiiiiiiiiitiia padre in un bar del Nichelino a parlare lungamente. Il padre beveva di continuo, il ragazzo appariva triste, sfiduciato. «Lascia stare — gli diceva — lascia che ti fa male ». Ma il padre batteva sul tavolo il bicchiere. Il figlio andò a casa a cena. Il padre lo raggiunse verso le 21. La tragedia si svolse senza rumore. I vicini se ne accorsero soltanto quando videro Luciana correre stravolta in strada a telefonare ai carabinieri. La ragazza incontrò sul corridoio delle scale Luigi Melloni di 34 anni, residente in corso Matteotti 6 a Torino, che andava a trovare la fidanzata Adriana Merlati, che abita nell'alloggio dirimpetto a quello dei Degano. Luciana aveva la bocca aperta per lo spavento, le mani al capo per la disperazione. «Che cosa le è successo?» chiese il Melloni. Ma l'altra neppure rispose. Il giovane allora spinse l'uscio dell'alloggio che era socchiuso: dietro c'era la madre. Al vederlo si mise ad urlare. Pronunciava parole incomprensibili. Urla insensate. Nella cucina a terra era Angelo Degano In una pozza di sangue e di vino. In mano aveva ancora un raschietto da imbianchino. In piedi attonito, assente, il figlio Dario, lo braccia lungo 11 corpo, lo sguardo allucinato. Sul tavolo, che era contro il lavandino — unico segno di una lotta insieme con le sedie rovesciata — un mannarese, una di quelle ascie a deppio taglio usate dai macellai. Angelo Degano rantolava. Il Melloni prese per mano Dario e lo condusse fuori dell'alloggio, in casa della fidanzata. Il ragazzo in piedi, il capo contro lo stipite della porta, rimase immobile e non disse parola. Aveva gli occhi chiusi. Ansimava. Ogni tanto batteva con il carx> contro lo stipite. Un vicino di casa Pllade Bellagamba lo condusse allora in cortile. In pochi minuti arrivarono i carabinieri e una autoambulanza. Il ferito venne trasportato alle Molinette e mori quasi subito per sei terribili ferite al capo: una delle quali gli aveva spaccato le vertebre cervicali. Poi i carabinieri riunirono In casa 1 due figli e la madre ed iniziarono gli interrogatori. Perché Angelo Degano fu ucciso? Quando entrò in casa era ubriaco e lo comprova il putridume che venne trovato in cucina. Che cosa voleva? Pare che avesse minacciato di uccidere tutti, di farla finita, e che si fosse armato prima di un coltello e dopo del raschietto. Si sa che accusava la moglie di essere la rovina della famiglia: forse aveva capito che la riunione, progettata dal figlio, era fallita e intendeva sfogare la sua ira, la sua delusione con una strage. Certamente era un ubriaco che farneticava. Forse il vino lo aveva reso cattivo, come accado in molti individui. I colpi al capo e quello alla nuca possono indicare che Angelo Degano si scagliò contro la moglie o contro la figlia e che Darlo, per salvarli, in un parossismo d'ira, sia- intervenuto aggredendolo alle spalle con 11 mannarese. Le numerose ferite stanno ad indicare che quando colpi era esasperato. Fuori di sé. I vicini, 1 conoscenti sono concordi nell'affermare che Dario Degano si era sempre dimostrato un bravo ragazz . «di buona pasta», volenteroso e premuroso. A iiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii sua difesa sta il laborioso tentativo di riportare alla pace padre e madre, tentativo culminato In una tremenda tragedia. A mezzanotte i carabinieri lo hanno portato in stato di arresto alla caserma. Poco dopo sono andati ad interrogarlo il Procuratore della Repubblica ed il capitano dei carabinieri Faccio. Le due donne, madre e figlia, si sono rinchiuse nel loro alloggio. In poche parole hanno detto al vicini che Angelo Degano, ubriaco, le voleva uccidere e che Dario intervenne a salvarle. Dario Degano, accompagnato L'ucciso, Angelo Degano: aveva cinquant'anni iiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii tiiiiMiimiiiiiiiiiimiiiimimiini

Luoghi citati: Nichelino, Sanremo, Torino, Udine