Un altro ciarlatano alla Corte olandese

Un altro ciarlatano alla Corte olandese LA REGINA GIULIANA SFIDA NUOVAMENTE LO SCANDALO Un altro ciarlatano alla Corte olandese E' Georges Adamski che, asserendo di essere andato in disco volante su Venere, dice di aver ottenuto da quegli abitanti portentosi medicamenti - La sovrana dei Paesi Bassi Io ha ricevuto nella speranza che egli avesse realmente il segreto per ridare la vista alla principessina Marjika - I particolari dell'incontro a palazzo reale - Come all'epoca della famosa "guaritrice,, Grete Hoffman. la stampa e l'opinione pubblica d'Olanda hanno stigmatizzato la credulità regale Nostro servizio particolare L'Aja, giugno. Un paio di settimane fa il signor Dacosta, gran ciambellano della regina Giuliana, ricevette un biglietto di invito alla sovrana inviato da un tale Georges Adamsiti, -per una conferenza che egli avrebbe tenuto all'Aia per raccontare il viaggio da lui compiuto sul pianeta Venere a bordo del suo disco volante personale. Il gran ciambellano scoppiò in una sonora risata e avrebbe certamente gettato, il biglietto nel cestino se non avesse pensato che quell'invito poteva divtrtire la regina. Perciò lo portò alla sovrana con la posto del mattino. La regina O: ina lesse il biglietto con molta attenzione; poi, tendendolo a Dacosta, disse: < Rispondete a cotesto signore che non posso, mio malgrado, accogliere il suo invito » e aggiunse, mentre il gran ciambellano se ne stava andando: « Ditegli anche che lo riceverò a palazzo in udienza privata ». Dacosta tentò di spiegare alla regina che quell'Adamski era un ciarlatano truffatore, poiché .nessuno era mai stato finora nel pianeta Venere. Ma Giuliana insistette, anzi precisò di,invitarlo per il 18 maggio, alle ore 11, al palazzo reale. Ritiratosi nel suo ufficio, Dacosta rilesse con maggiore attenzione il biglietto di Adamski e vi potè rilevare che quest'uomo ha 68 anni ed è l'autore di due libri: I dischi volanti sono atterrati e Alla ricerca degli ordigni volanti non identificati. Inoltre Adamski vi affermava che aveva, a bordo di un disco volante, visitato la Luna e Marte. Egli aggiungeva di aver portato con sé un messaggio cosmico degli abitanti di Venere contro la bomba atomica e preconizzante la pace universale. Ma subito, in questo guazzabuglio di inverosimiglianze, una frase saltò agli occhi di Dacosta. Essa diceva: « Gli abitanti di Venere mi hanno svelato il segreto di numerosi preparati medicinali sconosciuti sulla Terra... ». E così, il gran ciambellano non ebbe difficoltà a capire la vera ragione per la quale la regina voleva parlare con quell'uomo: essa tenterebbe qualunque cosa per ridare la vista alla figliuoletta Marijke. € Speriamo — egli forse pensava — che non si ripeta la storia di Grete Hoffman». * * La vicenda dolorosa della undicenne Marijke è più, che nota: fin dalla nascita la principessina è quasi cieca. Disperata, la regina Giuliana la fece visitare dai più celebri oculisti del mondo, ma tutto fu vano. Allora la sovrana, stanca degli inutili referti medici, volle tentare un'altra via e nel 1955 conobbe la guaritrice Grete Hoffman che le promise di ridare la vista a sua figlia. Presto Grete divenne ujia familiare del castello di Soestdijk; anzi si mormorava che essa era addirittura la « vera» regina d'Olanda. Ma la piccola Marijke non guariva. Intanto il governo dell'Aja si interessò della nuova situazione creata a Corte dall'invadente presenza della Hoffman e intervenne energicamente presso Giuliana per fare allontanare la pericolosa intrusa. Anche il principe consorte Bernardo di Lippe si preoccupò della faccenda e, a quell'epoca, si parlò persino di una vera e minacciosa discordia nella coppia reale. Infine, la regina, dopo una drammatica resistenza di oltre tre mesi, dovette cedere e Grete fu mandata via dal castello di Soestdijk) pur venendole concesso di abitare a qualche chilometro dal castello stesso. Perciò, quando gli olandesi appresero che la loro regina riceveva Georges Adamslci, vi fu una protesta generale. * * Adamski giunse ad Amsterdam il 15 maggio e all'aeroporto tenne una breve conferenza-stampa: <Ho sessantotto anni — egli disse — e risiedo a Palomar, in California. Due anni fa, per caso, incontrai, nel deserto del Nuovo Messico, degli abitanti di Venere che stavano riparando il loro disco volante. Li aiutai ed essi mi trasportarono su Venere, dopo aver fatto uno scalo tecnico sulla Luna. Sono rimasto diversi mesi su Venere; quindi i miei ospiti mi ricondussero sulla Terra. Ma sono stato sempre in contatto con gli abitanti di Venere: il ss agosto 1958 mi inviarono un messaggio, chiedendomi di far conoscere la loro esistenza agli abitanti della Terra. Ho perciò fondato un'organizzazione internazionale di corrispondenti in venti Paesi, fra cui l'Olanda». Il serissimo De Volkskrant, uno dei migliori giornali olandesi, dedicò un editoriale all'i, affaire » Adamski: < Bisogna che la regina — scriveva tra l'altro — non riceva quest'uomo. Vi sono dei limiti alla credulità e al misticismo. Anche se la regina non crede a quel che egli afferma e vuole riceverlo per semplice curiosità, ciò significa dargli una pubblicità poco rispondente alla sua personalità più che dubbia ». Numerose pressioni furono esercitate sulla sovrana, facendole intravvedere il disastroso effetto che avrebbe prodotto sull'opinione pubblica il suo incontro con Adamski. Ma Giuliana si intestardì e volle ricevere il ciarlatano. * * Lunedì mattina 18 maggio, alle ore 11, un'auto americana nera s'inoltrò nel palazzo reale: Georges Adamski arrivava direttamente dall'albergo di Bussum, a pochi chilometri dal palazzo. La regina lo attendeva e con lei erano il marito, principe Bernardo, il maresciallo dell'aria dei Paesi Bassi, Henri Schaper, il prof. Jonghloed dell'Università di Utrecht, celebre astronomo, e il prof. Kolff. L'€ entourage » di Giuliana aveva così ottenuto che la regina non ricevesse da sola Adamski. L'incontro durò due ore. Dopo un'esposizione di Adamski, i professori lo mitragliarono di domande mentre Giuliana mostrava un disperato interesse alla discussione e il principe Bernardo si palesava scettico alle dichiarazioni di Adamski, che, d'altro canto, era molto vago circa i meravigliosi rimedi che gli abitanti di Venere gli avrebbero rivelato. Tristemente la regina comprese che. non- vi era alcuna nuova speranza di guarire la sua figlioletta e che Georges Adamski era un altro ciarlatano. Adamski lasciò il palazzo reale verso le 13,10, mentre la sua prima conferenza sarebbe dovuta cominciare alle 1S in una sala di riunioni dell'Aja. Arrivando, si scusò del ritardo, adducendo che esso era dovuto al fatto che la regina lo aveva trattenuto più del previsto. Iniziò quindi la conferenza col disegnare sulla lavagna un abitante di Venere. < La sola differenza con i " terrestri " — egli disse — consiste in una lunga capigliatura. Sono il primo uomo che è andato su Venere e che ha stabilito dei rapporti fra gli abitanti dello spazio. Quelli di Venere sono molto più evoluti di noi e le loro donne mettono alla luce, ordinariamente, almeno diciotto figli. Sono inoltre molto belli, e presto vi saranno grandi mutamenti sulla Terra per loro merito. Finora circa 500 dischi volanti hanno sorvolato l'America molto da vicino. La regina Giuliana ha compreso l'importanza della mia missione, e occorrerebbero molte persone come lei sulla Terra...». Per tre volte, durante la conferenza, Adamski nominò la regina, e quando gli domandarono se avesse portato qualcosa da Venere, egli rispose di sì: alcuni geroglifici c uenertani » che aveva affidato a uno scienziato tedesco che vive in Africa e che certamente li decifrerà. Alla fine, per chiudere il becco ai suoi eventuali contraddittori, Adamski affermò: « Vi sono già molti abitanti di Venere che ora vivono sulla Terra. Forse ve ne sono anche in questa sala!». A conferenza terminata, molti di quegli olandesi che l'avevano ascolta'- si domandavano vicenct 1 mente «Sei di Venere?». -L,ssi però non osavano beffarsi della regina, poiché sanno che se essa ha sfidato l'opinione pubblica e il ridicolo ricevendo Adamski, non si tratta di una sua prova di credulità, ma dello sforzo disperato di una madre che vorrebbe ere dere all'impossibile per salvare la vista di sua figlia b. a.