Celebra a Susa, l'amicizia italo-francese di Giorgio Lunt
Celebra a Susa, l'amicizia italo-francese A cento anni dall'arrivo delle truppe di Napoleone III Celebra a Susa, l'amicizia italo-francese Il festoso incontro sul ponte della Dora Riparia e lo scoprimento di una lapide commemorativa - Pittoresca sfilata di soldati dei due Paesi nelle uniformi del 1859 DAL NOSTRO INVIATO Susa, lunedi mattina. La festa dell'amicizia italofrancese, nel quadro delle celebrazioni risorgimentali, ha richiamato Ieri a Susa circa diecimila turisti. La ridente cittadina li ha accolti con la abituale ospitalità, facendo dimenticare, con un gran pavese di bandiere, fanfare e costumi pittoreschi, l'inclemenza del tempo. Il 30 aprile del 1859 un contingente di truppe francesi, al comando del generale Bonat, entrava In Susa, per unirsi a quelle sardo-piemontesi nella guerra d'indipendenza. L'avvenimento è ricordato, nell'atrio del Municipio di Susa, da una lapide in memoria del gen. Bonat, morto per sincope il giorno dopo il suo arrivo. Da ieri domenica è ricordato anche dal simbolico abbraccio tra 1 due popoli e da un'altra lapide benedetta dal Vescovo, mons. Garnerl. Vi si legge: «La città di Susa, che nell'eroica primavera del 1869 accolse, con fede e con entusiasmo le truppe francesi accorrenti per rendere l'ItaJia agli italiani, a cento anni di distanza, in un clima di risorgente solidarietà tra i popoli europei, rinnova, con memore animo, l'affettuoso abbraccio ai fratelli d'Oltralpe ». Le manifestazioni hanno avuto inizio alle 9,30, sul ponte sulla Dora Riparia. Qui erano convenute le autorità italiane e francesi, per il primo scambio di saluti augurali. Da parte italiana c'erano il sottosegretario alla Difesa, on. Bovetti, per il Governo; il prefetto di Torino dott. Saporiti; il sindaco, avv. Peyron; il gen. Micheletti, per la Regione militare nord-ovest; il presidente della Provincia, prof. Grosso; il questore dott. Ortona; il sen. Sibille; il sindaco di Susa, cav. Favro, con tutti i sindaci della zona. Dalla Francia erano giunti il gen. Mery, comandante la c sub-divlsion » di Chambéry, 11 prefetto di Chambéry, signor Grimand, il sotto-prefet- to di Briancon, signor Indes, con numerosi sindaci della Savoia, del Delflnato e Alte Alpi. Un plotone di soldati nel costume dell'esercito piemontese e uno nella divisa napoleonica, simboleggiavano la storica data. C'erano anche reparti moderni, meno pittoreschi, ma non meno affratellati dal desiderio di pace: gli < chasseur.", des Alpes » con la loro squillante fanfara, gli artiglieri da montagna del c/gruppo ' Pinerolo >, con la fanfara del IV Alpini. Breve cerimonia sul ponte; poi nell'atrio del Palazzo Civico, per lo scoprimento della lapide. Da Marsiglia dove comanda la gendarmeria, era giunto con la signora il col. Bonat, ultimo discendente del generale a cui abbiamo accennato. La commemorazione ufficiale si è svolta nel cine-teatro < Contin >, dove il sottosegretario on. Bovetti ha recato il saluto del Governo e ricordato la tradizionale amicizia tra i due popoli confinanti. Il professor Contamine, della famosa Scuola militare di Saint Cyr, ha rievocato le vicende che affiancarono, sui campi di Palestro e Magenta, Montebello e San Martino e Solferino, i soldati di Napoleone III e quelli del «Re galantuomo». Tempi remoti, ma non sbiad'ti nella memoria di chi conserva il culto della libertà, dell'amicizia, del patriottismo non demagogico. " La concordia tra piemontesi e francesi è emersa — più che attraverso 1 discorsi e il canto della < Marsigliese » e dell'Inno di Mameli — dalla sfilata di gruppi folcloristici nel pomeriggio, in un'allegra baraonda di folla. Accanto ai gruppi locali e dei centri vicini, spiccavano la banda musicale di Gap (applaudltissima la sua esecuzione della «Marcia di Waterloo» che risale a circa un secolo e mezzo addietro), le rappresentanze di Modane-Forneaux, Saint Jean de Maurienne, Bourg St. Maurice, Valloire, Jarrier, Haute Maurienne, ed altre Da Aussois, piccolo centro delle Alpi francesi, erano scesi a Susa gli antichi < pompieri » nell'uniforme di lencieri Li precedevano mezza dozzina di uomini barbuti, massicci, con un vistoso grembiulone di cuoio bianco e una paurosa ascia in spalla. Sembravano altrettanti boia che si preparassero a mozzare teste. Erano, invece, pacifici soldati del Genio di qualche secolo fa. Di autentico avevano conservato solo la scure. L'incontro italo-francese — organizzato con lodevole efficienza dalla « Pro loco » di Susa, presieduta dall'ing. Fabiano — è servito anche per uno scambio di vedute tra gli enti turistici di Torino, della Val Susa e della Savola. L'avvocato Fusi, presidente della riunione e dell'E.p.t. di Tori no, ha sintetizzato nella lotta contro i rumori, nella difesa del paesaggio, nel traforo del Fréjus e nello sgombero (almeno da Pasqua) del Passo del Moncenisio i principali problemi che interessano turismo tra Francia e Italia. Il signor Gravier, presidente del < Syndacat d'initiative » di Chambéry, ha auspicato l'unlflcazlone degli enti turistici dei due Paesi. Giorgio Lunt
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