Le indagini della polizia sulla morte dello scienziato

Le indagini della polizia sulla morte dello scienziato Dopo la tragica scomparsa del prof. Caccioppoli Le indagini della polizia sulla morte dello scienziato La prova del guanto alla paraffina ha confermato che si trattò di suicidio Perché poche ore prima di sopprimersi il grande scienziato si recò alla direzione del Banco di Napoli, sostando a lungo, pensoso, presso l'ingresso ? - Per onorarne la memoria sarà pubblicata un'opera che attesterà il contributo da lui dato al progresso scientifico - Un'altra serie di aneddoti Dal nostro corrispondente Napoli, lunedì mattina. La polizia, poiché la stanza in cui fu trovato morto il professore Renato Caccioppoli appariva in un eccezionale disordine (eccezionale -per chi vi entrasse la prima volta, ma non certo per quanti conoscevano le sue strane abitudini) allo scopo di fugare ogni dubbio (accertando in modo definitivo che veramente fu lo scienziato a uccidersi) ha voluto compiere un esperimento nella notte fra venerdì e sabato facendo la «prova del guanto alla paraffina». Poiché quando si spara con una arma a ripetizione o automatica, nell'atto della deflagrazione la balestite lascia tracce infinitesimali, ma pur sem¬ pre rilevabili, nel palmo della mano, si fa calzare al morto un guanto contenente all'interno della paraffina. Poi lo si toglie, lo si rovescia e si analizza, sotto il microscopio, se vi sono granuli di polvere. L'esperimento è riuscito pienamente positivo. Un fatto, invece, in via di accertamento è perché il professore la mattina prima del suicidio si recò alla direzione centrale del Banco di Napoli, sostando a lungo pensoso sugli scalini dell'ingresso mentre usciva. Per onorare la memoria del grande matematico, i colleghi di facoltà e i suoi molti allievi, alcuni dei quali divenuti professori In università italiane ed estere, hanno deciso di pubblicare un'opera che illustri la sua figura e il contri- buto da luì dato al progresso scientifico. Ma nessun libro raccoglierà i mille aneddoti ohe lo faranno ricordare come 11 più bizzarro personaggio apparso a Napoli nell'ultimo mezzo secolo. Il conte Mario Del Balzo, appartenente a una delle più illustri famiglie del patriziato napoletano (v'è, fra i suoi antenati, anche qualche Papa) ricordava un fatto singolare. Il prof. Caccioppoli era molto amico di Spadaro. E quando l'attore veniva a Napoli, la sera, con vari amici, tra cui appunto Mario Del Balzo e lo scienziato, si recava a cenare in qualche posticino quieto. Niente locali alla moda. Come ogni persona pratica del mondo, Caccioppoli sapeva molto bene che i locali dove si può gustare in pace, con la sana cucina e uno schietto bicchiere di vino, la lieta compagnia degli amici sono quelli modesti, casalinghi, senza camerieri in smoking e strimpellatori che si lamentano. Poi sommavano 11 conto e lo dividevano. Ma spesso il professore, incaricato di tale compito, commetteva tali sbagli contabili che, per decisione unanime, fu convenuto di farlo abdicare dalla carica di cassiere della lieta brigata. Fu Caccioppoli che, senza volerlo, contribuì a fare rompere i rapporti, già divenuti freddi, fra Croce e Floriano Del Secolo, il giornalista e scrittore trapiantatosi dalla Lucania a Napoli, il quale durante il c regime » dovè ritirarsi dal giornalismo e darsi all'insegnamento letterario al collegio militare dell'Annunziatella, finché nel 1943 gli venne affidata la direzione de Il Risorgimento. Durante le elezioni del 1948, il Del Secolo accettò l'invito dei comunisti e si presentò come candidato nel c Fronte », venendo eletto senatore. Quello schierarsi, sia pure come « indipendente », di un vecchio liberale sotto le bandiere del marxismo, a Croce parve defezione. E fra 1 due sembrò finita l'amicizia di un tempo. Chi aveva influito a fare accettare al Del Secolo l'invito dei comunisti fu proprio il Caccioppoli. E negli ambienti napoletani fece a lungo il giro la risposta che egli avrebbe dato al Del Secolo editante: «La libertà di Croce — avrebbe detto il caustico matematico — è un fatto filosofico. • Quando essa deve sfociare nella divisione della terra da dare ai contadini, allora non va più avanti ». Il 20 luglio dell'anno scorso Caccioppoli fu al centro d'un episodio che fece ridere (e non certo alle sue spalle) la intera città. Si svolgeva In Tribunale il processo a numerosi comunisti che, in occasione delle tante periodiche crisi nel Medio Oriente — più precisamente quella del Libano — avevano promosso una agitazione contro « l'imperialismo americano ». Tra gli imputati vi era il prof. Luigi Cosenza, delle facoltà d'architettura e d'ingegneria. Ad un certo momento, venne in aula, quale testimone < a carico », 11 capitano della « Celere » An tonio Marcucci. L'ufficiale fu invitato dal presidente Vito Giurazza a riconoscere i pre senti, accusati di resistenza e ribellione alla forza pubblica. Gli imputati, privi di manette, erano confusi con molte persone del pubblico, fra cui 11 prof. Caccioppoli. Per vedere se il testimone fosse sicuro di ciò che diceva, il presidente, a un certo punto, gli chiese, indicando uno degli accusati: — Quello c'era? E l'ufficiale: — Sì. PGPLpPmAonAtCPGTCE4LOo. ce!" | valore e ti te la oino. n AcNAaCGCscDdLaBSAt» -m _..»iii-it»„-> Presidente — E quell'altro?Sì. — E quel tale? — Sì. Il terzo sì, netto e rotondo, riguardava appunto Caccioppoli. Tra le risate dei presenti, il presidente domandò alla persona che l'ufficiale aveva così celermente riconosciuto: c II suo nome? ». E l'altro: « Renato Caccioppoli, professore dell'università». Per quanto strano possa sembrare avendo concorso alla cattedra universitaria in pieno fascismo, Caccioppoli divenne professore senza mai aver avuto la tessera. Va detto, anzitutto, che egli si presentò solo per le pressioni dei suoi amici, fra cui Francesco Giordani, attuale presidente dei Lincei, allora al timone del Consiglio nazionale delle ricerfthe, carica cui è stato recentemente richiamato per le sue grandi benemerenze. Il ragionamento di molti ricercatori italiani era che non si poteva assolutamente perdere una delle più acute menti scientifiche, soprattutto di fronte si continui inviti rivolti a questi elementi di grande di sentimenti ostili al fascismo da università estere. E la soluzione trovata nel conciliante clima della società napoletana fu di dire che il professore « si riservava di esibire la tessera». Si giunse al 25 luglio 1943, ma la tessera Caccioppoli non l'avevarol « esibita» ancora sel Questo l'uomo la cui unicada te po io Se ate e: n re epipi vi ori te di debolezza fu il tentativo dìtrovare nell'alcool il mezzoper evadere da una realtà familiare, sociale e umana che lo sommergeva nella sfiducia e nella tristezza. Spesso, l'illustre professore si recavasolo, in alcune bettole e dopo di avere molto bevuto si sedeva su di un gradino, col capo appoggiato al muro, per far passare la nebbia dell'alcool. A volte, dopo ore, barcollando s'avviava verso quella casa dai cui balconi si ve-deva tutta Napoli, ma dovenessuno lo attendeva. Crescenzo Guarino

Luoghi citati: Libano, Lucania, Medio Oriente, Napoli