I corpi degli alpinisti penzolano dalla parete

I corpi degli alpinisti penzolano dalla parete Maeahra visione sui Monte Vengalo I corpi degli alpinisti penzolano dalla parete Dopo otto giorni di ricerche, le salme dei quattro milanesi scomparsi sono state individuate con i binoccoli dalle guide - Uccisi dal gelo e dalla bufera Forse domani, se il tempo lo consente, se ne tenterà il difficile recupero Dal nostro corrispóndente Sondrio, lunedì mattina. Renzo Bigi, Luciano Carugo, Sergio Fasan e Angelo Ferrario, i quattro giovani alpinisti milanesi scomparsi domenica scorsa, mentre tentavano la scalata della parete < Vinci » del Pizzo Cengalo, sono stati ieri mattina finalmente- ritrovati. Approfittando di una splendida giornata di sole, anche se freddissima, il capo delle guide valtellinesi Guido Bettihi, il maestro di sci Bruno Angelini e le guide Giulio, Dino e Attilio Fioretti, spintisi fin sotto il Cengalo, sono riusciti coi binoccoli a individuare! i corpi degli sventurati più o meno nello stesso punto dove li avevano visti per l'ultima volta i due superstiti Romolo Ferrari e Giuseppe Genera. Martedì o mercoledì al massimo, gruppi di rocciatori delle squadre di soccorso del Cai di Sondrio e della Valmasino scaleranno il Pizzo per recuperare le quattro salme. Le numerose supposizioni fatte durante le affannose ricerche, che davano i quattro ragazzi come precipitati in qualche burrone sul versante italiano o su quello svizzero, non hanno cosi più ragione d'essere. Bigi, Carugo, Fasan e Ferrario sono certamente rimasti uccisi, nel giro di poche ore, dal freddo intensissimo e dalla tormenta. L'opera di recupero si presenta fin da questo momento difficoltosissima. Impossibilitati a scalare dalla base la parete Vinci, dove; poco sopra il € diedro nero», sono rimasti incrodati i quattro milanesi, le squadre di soccorso dovranno raggiungere la cima del Cengalo e di qui, con centinaia di metri di corda, calarsi fino al punto dove i giovani formano ni:, tragico gruppo statuario: tre, uno accanto all'altro, quasi a volersi difendere dal morso del gelo e della bufera, ed uno un po' discosto, forse il Bigi, probabilmente colto dalla morte durante il disperato tentativo di ritrovare l'orpxai preclusa strada del ritorno. Saliti fin dall'altra sera al rifugio Gianetti, a quota 2500, Guido Bettini e Bruno Angelini, con i tre Fioretti, — le guide che erano rimaste nella capanna in attesa di giornate favorevoli alla ripresa delle ricerche — ieri mattina, alle pri me luci dell'alba, si sono spinti con gli sci sui nevai antistanti il Cengalo, ricoperti da una spessa coltre di neve fresca, per una vasta e minuziosa battuta ai piedi della montagna e del canalone della <via Bonacossa*, dove si riteneva che i milanesi fossero precipitati. Ma dopo quattro ore circa di vane ricerche, le guide puntavano i binoccoli alla parete Vinci; ed allora veniva finalmente individuato, inchiodato alla roccia, il gruppo degli scomparsi. Alle guide non ri maneva che rientrare al rifugio e di qui scendere alle terme-bagni del Masino, già campo-base delle precedenti ricerche, e comunicare a Milano ed a Sondrio l'avvenuto ritrovamento. Come è già stato detto, martedì o mercoledì verrà dato il via all'opera di recupero, che si presenterà pericolosissima, anche e soprattutto per la caduta di slavine e valanghe. Comunque, come ieri sera ha di chiarato a Sondrio il capo del le guide valtellinesi Bettini, verrà posta in campo tutta la attrezzatura delle squadre di soccorso alpino della nostra regione del Cai, che è imponentissimo e che fra l'altro comprende anche teleferiche portatili. Con tutta probabilità, quindi, mercoledì sera i corpi di Renzo Bigi, Sergio Fasan, Luciano Carugo e Angelo Ferrario potranno finalmente essere consegnati agli angosciati parenti. m. b.

Luoghi citati: Milano, Sondrio