Non esistono per ora che voghe ipotesi sulle cause dell'orrenda morte dei bimbi

Non esistono per ora che voghe ipotesi sulle cause dell'orrenda morte dei bimbi LA TRAGICA TRASFUSIONE ALL'OSPEDALE CIVILE DI AREZZO Non esistono per ora che voghe ipotesi sulle cause dell'orrenda morte dei bimbi Ieri è stata eseguita l'autopsia delle sei piccole vittime, sono state repertate parti di organi che subiranno nuovi particolari esami ed è stato sequestrato il residuo del plasma trasfuso - Gli organi interni delle salme presentano un chiaro quadro tossico, e ciò lascia aperto il campo alle seguenti ipotesi sull'origine della sciagura: 1) la sostanza iniettata era alterata; 2) il paziente non poteva tollerarla; 3) l'intervento è stato condotto con negligenza - Soltanto tra qualche settimana l'esatto responso L'angoscia dello stimato sanitario che compì l'operazione: "Non userò più il plasma, non ho più voglia di fare il medico,, Arezzo, lunedi mattina. Ieri; domenica, il dott. Pucci ni, dell'Istituto di medicina legale di Firenze, ha eseguito nella sala mortuaria l'autopsia delle sei piccole vittime della trasfusione di plasma, alla presenza del sostituto Procuratore della Repubblica di Arezzo, dott. Risito. L'intervento, iniziato nel pomeriggio, è terminato a sera, e naturalmente non è stata fatta alcuna dichiarazione né dal perito settore né dal magistrato. Non soltanto per il riserbo istruttorio, ma anche per la difficoltà di formulare un responso sulla natura del male che ha ucciso i sei bambini. Si è potuto soltanto apprendere che gli organi interni delle sei salme presentavano un chiaro quadro tossico, il che lascia aperto il campo a tutte le ipotesi circa le cause che hanno determinato la morte dei bambini. Parti di organi sono stati repertati dal perito, e su di essi verranno eseguite le anàlisi di laboratorio, di natura tossicologica, batteriologica e istologica. L'autorità giudiziaria ha pure sequestrato il barattolo contenente il residuo di plasma, il quale verrà inviato ad un istituto specializzato per le opportune analisi, allo scopo di accertare una eventuale alterazione di esso, sia di natura biologica , te tossicologica. TI responso di questi due ordini di esami, quelli sugli organi e quelli sul residuo di plasma, non potranno aversi purtroppo che fra parecchie settimane, data la complessità e la delicatezza delle ricerche a cui le parti dovranno essere sottoposte. E' chiaro però che da tali ricerche scientifiche verrà con certezza la soluzione del mistero. Da Roma è arrivato ieri sera il dott. Pàndolfini, ispettore generale del Ministero della Sanità, incaricato di un'inchiesta di natura sanitaria. Egli si è incontrato col dott. Marceca, medico provinciale, e col dottor Sansotta, direttore sanitario dell'ospedale di Arezzo. Il dott. Pàndolfini ha anzitutto visitato i due bimbi superstiti, Gianfranco Liberatori e Francesca Cristini, anch'essi colpiti venerai dagli atessi sintomi che provocarono la morte negli altri sei bambini. Il Liberatori è ancora grave, e per lui la prognosi è tuttora riservata, sebbene le sue condizioni non siano più considerate allarmami; la Crist(?ii, invece, rivela un netto miylioramento, ed il suo stato è da ritenersi fuori pericolo. Dopo la visita il dott. Pàndolfini ha avuto un lungo colloquio con i dottori Marceca e Sansotta. Da noi avvicinato, il medico provinciale dott. Marceca ha dichiarato: « Il plasma usato per le trasfusioni di venerdì è prodotto da un istituto napoletano, ed in tanti anni che vie¬ ne adoperato non ha mai dato il minimo inconveniente. Esso viene prodotto con ogni cautela, e con altrettante cautele viene iniettato nei bambini e negli adulti che necessitano di tale terapia. Si tratta di plasma umano di tipo universale, che pertanto può essere trasfuso senza la preventiva determinazione del gruppo sanguigno o del fattore RH. Operazione per altro superflua trattandosi di plasma, sostanza cioè priva di globuli rossi. « Comunque, gli otto bambini colpiti dalla non ancora spiegata reazione, compresi i sei che sono morti, erano già stati sottoposti, nelle settimane precedenti, a ripetute trasfusioni dello stesso tipo di plasma, prodotto dal medesimo istituto, con- assoluta assenza di una qualsiasi intolleranza o di un sia pure minimo inconveniente di natura clinica. «71 plasma, isolato nel vuo-' to — ha continuato il medico — è contenuto in barattoli muniti di tappi di gomma a Chiusura ermetica, simili a quelli usati per contenere la penicillina, e attraverso i tappi viene introdotto l'ago collegata alla cannula di gomma per la trasfusione. Il plasma può essere conservato a temperatura ambiente; comunque quello usato in ospedale è custodito in frigorifero a circa 8 gradi, tanto che per la trasfusione viene portato a 37 gradi. Esso ha una validità di due anni, e quello usato venerdì era stato preparato nel gennaio scorso ». ■Richiesto di spiegare le possibili cause della morte dei sei bambini, il dott. Marceca ha detto: « Premesso che i casi si sono verificati a seguito dell'introduzione di plasma, va chiarito che, allo stato dei fat¬ ti, il termine dev'essere spiegato non nel significato consequenziale ma in quello cronologico. Cioè, tutto quello che sappiamo fino a questo momento è che la morte è sopravvenuta successivamente alla trasfusione, e non come conseguenza di essa. Potrà sapersi più tardi, dall'esito dei vari esami disposti dall'autorità giudiziaria, se e in quale misura la trasfusione ha rapporto con la morte; e in questo caso potrà eventualmente parlarsi d'una qualsiasi responsabilità da parte di chicchessia, e stabilirne la misura. « Al punto in cui sono le cose — ha concluso il medico — il panorama delle ipotesi non può che esser generico, e comprendere tutte le possibilità, beninteso allo stato potenziale e assolutamente ipotetico. Le ipotesi formulabili sono soltanto tre, e riguarda- no lo stato del plasma come possibile alterazione, lo stato del soggetto come possibile intolleranza, e la tecnica dell'intervento come possibile negligenza. .Ripeto — ha concluso il medico provinciale — esse non sono che ipotesi, una delle quali, o anche in concomitanza con altra, sarà probabilmente la vera*. Abbiamo pure avuto un colloquio col prof. Boncompagni, e dalla sua parola ci è stato fatto il racconto delle multiple e dolorose sciagure. Dopo i genitori delle sei vittime, i la figura più patetica del dramma, un medico che ne parla con gli occhi lucidi, e al nome delle vittime mescola quello dei suoi bambini. Ha quarantaquattro anni, varie pubblicazioni sulle malattie dell'infanzia, è considerato un pediatra di grande valore, un apostolo della plasmoterapia. Il reparto pediatrico di oui il prof. Boncompagni è primario accoglie una cinquantina di bambini, ai quali si prodiga infaticabilmente. « Venerdì mattina — egli ha raccontato — poco dopo le nove feci preparare una quindicina di essi il cui stato di denutrizione necessitava una trasfusione di plasma, per immettere proteine omologhe, cioè immediatamente assimilabili. Presi un barattolo di plasma, ne constatai la nitidezza, e cominciai. Quando arrivai all'ottava trasfusione, mi accorsi che il terzo di essi, Sandro Bonchi, di cinque mesi, si era fatto cianotico, aveva tremiti. Ritenni che si trattasse di una normale reazione, sebbene egli come gli altri avesse già subito altre trasfusioni, e sospesi l'intervento per occuparmi di lui. « La febbre salì rapidamente a 40 gradi, e gli stessi sintomi si manifestarono poco dopo anche negli altri bimbi: Valerio Tarducci di un mese, Santino Artini di cinque, Rita Giacinti di uno, Mauro Nocenti di quindici, Giuseppe Sanarelli di due, e così Francesca Cristini di due e Gianfranco Liberatori di tre. « Tentai quanto era possibile fare per salvarli, ma ogni cura per sei di essi risultò vana. Alle 16,30 il piccolo Bonohi spirò. Feci avvertire le famiglie, e gli altri bimbi furono portati a casa. Quella stessa sera morirono Tarducci alle otto, Artini alle nove, la Giacinti alle dieci e mezzo Nocentl spirò alle due di notte, e Sanarelli alle undici della mattina dopo. Per fortuna la Cristini sta meglio, spero di salvare anche Liberatori*. E' un uomo torturato dall'angoscia, anche perché egli sa di non aver nulla da ì\mproverarsi. « Non so spiegarmi come sia accaduto, non so fare alcuna ipotesi sulle cause della sciagura. E' una sventura per i loro genitori, ma lo è anche per me, il mio dolore è pari al loro». Ha chinato il capo. <Non userò più il plasma. E non ho più voglia di fare il medico ». Ieri mattina le mamme degli altri bambini ricoverati in ospedale sono venute ansiose a chiedere notizie delle loro creature. Sono state rassicurate, esse non corrono alcun rischio Come doverosa misura precauzionale intanto il plasma dell'istituto che ha fornito quello sospetto è stato ritirato, e l'autorità prowederà a fare analizzare campioni di altri barattoli. Quello usato venerdì apparteneva tuttavia a una partita della quale non vi sono altri esemplari. Giuseppe Farad L'affranta madre di Mauro Nosenti, uno del sei bambini deceduti all'ospedale di Arezzo, lancia l'obitorio ove è stata trasportata la salma del piccolo (Tel. a « Stampa Sera »)

Luoghi citati: Arezzo, Firenze, Roma