Lo scalatore racconta le tasi dell'ascensione

Lo scalatore racconta le tasi dell'ascensione Ha vinto da solo la parete Est del Capucin Lo scalatore racconta le tasi dell'ascensione Gino Buscami è sceso al rifugio Torino - Ore drammatiche fra la bufera a dieci gradi sotto zero (Dal nostro corrispondente) Courmayeur, 25 giugno. Dopo sessanta ore di mon tagna, Gino Buscaini, il giovane scalatore di Varese, istruttore di alpinismo, ha concluso la sua fatica vincendo la parete Est del Gran Capucin. Ora è ritornato al Rifugio Torino. Gli sono attorno, pressandolo, curiosi, alpinisti in attesa del bel tempo per fare r\me meno impegnative, e alcuni maestri di sci che lo hanno accompagnato dallo ski-lift. Per noi rifa la storia della ascensione: «Da una decina di giorni ero al Rifugio Torino. Mi allenavo . ed attendevo il momento opportuno per partire. Da tempo pensavo alla parete Est del Gran Capucin: era divenuta quasi un incubo. Domenica e lunedi pensai Che era gfunto il momento. Ero in rodaggio e feci la spola tra il Rifugio Torino e la parete più volte, per preparare 11 materiale. Alle tre di martedì notte mi sono alzato, ho guardato il cielo: prometteva bene; e sono partito. Alla base del Capxicin ho guardato ancora la parete in tutta la sua imponenza. La giornata di martedì è stata abbastanza buona; al tramonto mi trovavo già a metà percorso, sotto al «Grande Muro >. Trovandomi in posizione buona per un bivacco, ho pensato di rimandare all'indomani il « Grande Muro >, che è stato definito uno dei puntichiave dell'accensione, ed a ragione. La mattina di mercoledì-, infatti, ho impiegato dall'alba & mezzogiorno per superarlo; poi ho proseguito più in fretta. « Verso le ore 17 mi ha colto 11 temporale; ero ormai a tre quarti del percorso: mi mancavano .poche ore, ma la furia degli elementi mi ha consigliato di deviare sulla sinistra, per ripararmi sotto il «Grande Tetto >. Ed è stata la mia fortuna, poiché attorno a me, poto .dojjo, vi fu. il caos. Gli eieniènti scatenati della montagna sembravano flagellare il Sapucin. Ero inzuppato fradicio, e tutto infreddolito. -£.a temperatura-doveva essere di almeno dieci gradi sotto lo zero. Mi percuotevo le gambe e le braccia per non rischiare di morire assiderato. .... « Come Dio volle, l'impeto degli elementi si attenuò. Subentrò una certa calma. AU^'neve si sostitnT'iìnff'-nebDlolin^, fìtta che ovattava la montagna in un silenzio impressionante. Ma avevo fiducia che il tempo mutasse ancora e venisse una schiarita: all'alba di stamane così è stato. Temendo ohe Alla scWarìte abeu^ssì ancora una bufera, mi sono però dato da fare per concludere la ascensione con il supe'ramen to della cima che è un poco a forma di becco. . . « Nell'ultima parte ho dovuto usare- la piccòzza'per piantare Inchiodi. ^Ib martello1 con una staffa mi era caduto du rante il temporale del giorno prima. Mi sono arrangiato egualmente ed alle ore 8 ero finalmente sulla vetta. Tecni camente, l'ascensione si è svol ta quasi tutta in " artificiale ", cjon alcuni passaggi in " libera "; ho usato una trentina di chiodi ». ; L'impresa del giovane scalatore non ha bisogno di commenti. Il Gran Capucin è alto 3838 metri; la sua parete, che si eleva nel gruppo del Monte Bianco di Tacul, è uno- strapiombo di 500 metri, in massi ma parte di quinto e sesto gra do, con passaggi di sesto superiore. Fu vinta per la prima yolta da Bonatti e Ghigo nel 1051, dopo tre giorni di scalata e tre bivacchi. Buscaini c'è riuscito da solo. • _• ì ■ v«

Persone citate: Bonatti, Buscaini, Ghigo, Gino Buscaini, Gino Buscami

Luoghi citati: Courmayeur, Torino, Varese